Le conseguenze del decreto sicurezza iniziano a pesare come macigni enormi sulle coscienze delle persone nonviolente. Dopo la cancellazione del “progetto Riace”, sono arrivate nei giorni scorsi le immagini delle deportazioni dei migranti in seguito alla chiusura del CARA di Castelnuovo di Porto, a pochi chilometri da Roma. Detto che la struttura ospitava – per necessità contingenti di fronte alle quali lavoratori e volontari non si sono mai tirati indietro – un numero di persone superiore alle proprie capacità, l’incertezza del destino di uomini, donne, bambini e nuclei familiari che stavano vivendo un percorso di reale integrazione ha scosso nuovamente le coscienze.

Ma oltre alle sconcertanti storie dei migranti già sul nostro territorio, si sente vivido l’orrore del genocidio e della tragedia di proporzioni storiche quando si ascolta dei morti nelle acque che separano la Sicilia dalla Libia. L’ultimo naufragio, quello del 19 gennaio, racconta di 117 morti e 3 superstiti, salvati dalla Marina Militare, che hanno affermato che sia meglio morire in mare che restare a subire le torture nei lager libici.

In questo clima di profondo dolore e sconcerto, il mese di gennaio è stato per Napoli un periodo colmo di risposte a queste impellenti necessità, diventate un nuovo stimolo alla dimostrazione di non aver perso una “dimensione umana”, qualcosa che invece le politiche del governo Di Maio-Salvini (non ce la facciamo a chiamarlo governo Conte, è davvero irreale), caratterizzato da una palese volontà razzista ed emarginativa, ha smarrito fin dal suo principio. Anzi, ben prima di sedere sulle poltrone del Parlamento.

Nella città partenopea il calendario è stato disseminato di iniziative interessanti, tutte a sfondo antirazzista, che hanno visto il coinvolgimento di tanti cittadini e che – speriamo – possano portare al proseguimento di un numero di attività importante per contrastare queste politiche e tenere viva la fiamma dell’umanità, mai spentasi all’ombra del Vesuvio.

Partiamo, nell’elenco, dalle iniziative istituzionali. Sottolineando, però, che le azioni – meritorie – portate avanti dal sindaco Luigi De Magistris non esulano da un discorso di campagna elettorale per le prossime elezioni Regionali, verso le quali il primo cittadino pare essere interessato al punto da considerare una sua candidatura a presidente della Regione, come confermato ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli venerdì 25 gennaio durante la trasmissione “Fuori dal Comune”.

Il sindaco De Magistris ha inviato il 4 gennaio scorso al comandante della “Sea Watch 3”, nave bloccata nel Mediterraneo con 32 migranti a bordo dal 22 dicembre, una lettera in cui annunciava la preoccupazione della città per le condizioni dei migranti offrendo disponibilità del porto cittadino e di circa 20 navi pronte a supportare le operazioni di sbarco, invitando formalmente il comandante a rivolgere la prua verso Napoli.

La disponibilità è stata data ufficialmente due giorni fa anche alla “Sea Watch”, altra imbarcazione tutt’ora in difficoltà a un miglio marino dalle coste meridionali della Sicilia, e con 47 migranti a bordo tra cui bambini non accompagnati. De Magistris ha inoltre ricordato come nessun atto ufficiale di chiusura dei porti sia stato emanato, e che le autorità portuali partenopee sono pronte ad accogliere chi chiede aiuto.

Il sindaco ha poi aperto una pagina sul sito del Comune di Napoli in cui raccogliere le disponibilità dei cittadini all’aiuto dei migranti. Questo ha generato uno dei fenomeni più interessanti in città: in poche ore sono arrivate circa seimila proposte di aiuto: 398 Aiuti medici/sanitari; 140 alloggi; 783 disponibilità alla traduzione/formazione/istruzione per i migranti; 173 natanti disponibili all’aiuto; 140 mezzi di trasporto di altro genere; 3100 persone disponibili al dono di alimenti o vestiario e 313 aiuti di altro genere.

Alla fine della settimana in cui era possibile dare disponibilità, le risposte erano salite a circa 12mila. Un fiume di solidarietà ben sintetizzato da un video di Fanpage diventato virale, che racconta il supporto dei napoletani, dai disoccupati sul territorio ai partenopei emigrati all’estero. Le persone che hanno inviato la propria disponibilità sono state poi invitate dal Comune di Napoli a riunirsi al Teatro Augusteo in un incontro chiamato “Simmo ggente ‘e core” (Siamo persone di cuore) e incentrato sulla creazione di una rete di aiuto volontaria.

Il 2° Policlinico di Napoli, ente di eccellenza sanitaria del territorio, ha previsto una giornata di visite specialistiche dermatologiche gratuite per i migranti anche senza permesso di soggiorno. L’iniziativa, svolta sabato 26 gennaio, ha l’obiettivo di offrire visite a chi, per qualsiasi motivo, proviene da un paese non europeo e teme di aver contratto una malattia della pelle o della sfera sessuale.

Come si legge sul sito del dipartimento, la giornata si inserisce nell’ambito di un programma di attivazione dell’Ambulatorio di Dermatologia e Venereologia Etnica dell’AOU Federico II, un presidio di prima accoglienza altamente specialistico che supera ostacoli culturali, linguistici e clinici.

Il 19 gennaio presso la Casa del Popolo a Piazza Dante le reti sociali e antirazziste e le reti delle città solidali si sono mobilitate, in un incontro organizzato da Rifondazione Comunista, per contrastare l’approvazione del decreto e per bloccare l’applicazione delle misure. Protagonisti del dibattito sono stati gli attivisti Arianna Rosatti, Gianmarco Pisa, Carmine Sgariglia, Simone Fiordelisi e Umberto Oreste.

Ci sono poi anche di persone sensibili alla tematica che, approfittando di momenti legati ad altre attività, sostengono chi lavora per i migranti: parliamo della Camminata Solidale per OpenArms, organizzata da Metadventures, ‘O Grin ed Eka nei primi giorni di gennaio. Si tratta di un cammino di 70 km lungo i sentieri della Costiera Amalfitana, che prevedeva il contributo di 1€ da ogni partecipante per ogni chilometro percorso assieme. C’era inoltre la possibilità di donare attraverso Facebook, anche senza partecipare alla camminata. L’iniziativa ha raccolto più di 1500 Euro donati a Proactiva Open Arms, organizzazione non governativa e senza fine di lucro la cui principale missione è salvare in mare le persone che cercano di raggiungere l’Europa fuggendo da guerre, persecuzioni o povertà.

C’è poi da aggiungere – anche se il mondo del calcio presenta enormi e spaventose contraddizioni, soprattutto economiche, col mondo in cui vorremmo vivere – che la principale società calcistica cittadina, la SSC Napoli, attualmente seconda nel Campionato di Serie A, sta svolgendo un ruolo da apripista nello sdoganamento del razzismo nel mondo del calcio in Italia, e in quello che gira intorno ad esso.

Uno dei calciatori azzurri, il senegalese Koulibaly, è stato vittima di ripetuti cori razzisti nella partita contro l’Inter giocata a Milano il 26 dicembre scorso. Alla denuncia dell’allenatore Ancelotti, che ha chiesto il rispetto del protocollo UEFA che prevede la sospensione delle partite in presenza di cori razzisti, il Napoli ha fatto seguire anche la realizzazione e diffusione, attraverso i propri social network ufficiali, di una splendida intervista col calciatore, che ha avuto grande eco in città.

In tutte le sue declinazioni, la Napoli Antirazzista e Solidale non si ferma. La speranza è che il cuore della città possa muoversi in modo nonviolento, e sempre più scevro da interessi alieni alla piena considerazione dell’umano nell’altro.