Arrivato nel pomeriggio l’avviso della conclusione delle indagini da parte della Procura della Repubblica di Ragusa a carico del Capitano e della Capo Missione della nostra imbarcazione, l’Open Arms.

Nonostante il GIP di Ragusa avesse disposto a suo tempo il dissequestro della nostra nave sostenendo che l’accusa non avesse i necessari requisiti di serietà, dissequestro poi confermato dal Tribunale, ci sorprende che le indagini vengano chiuse con l’imputazione di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e con quella ancor più stravagante di violenza privata ai danni del Ministero degli Interni.

La continua criminalizzazione delle ONG che da anni viene messa in atto con il chiaro obiettivo di eliminare testimoni scomodi in grado di denunciare le violazioni dei diritti umani nel Mar Mediterraneo, fa oggi un ulteriore passo in questa direzione.

Ci sorprende che a fronte di accuse tanto gravi nei nostri confronti, ci sia invece un assoluto silenzio riguardo alle violazioni delle convenzioni internazionali. Ci sorprende che anziché difendere il diritto delle persone salvate di essere sbarcate nel porto sicuro più vicino, ci si accusi di non averle riconsegnate alle autorità libiche e alle violenze e agli abusi, testimoniati dai rapporti di UNHCR e Onu, a cui erano sottoposti.

Denunciamo con fermezza, ancora una volta, le politiche di colpevolizzazione delle ONG che da anni si battono per la difesa della dignità e della vita delle persone, diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, di cui proprio ieri si festeggiava il settantesimo anniversario.

Continueremo a lavorare e a batterci affinché nessun individuo venga lasciato alla deriva, affinché i principi che hanno fondato l’Europa non vengano calpestati e traditi.