Due giorni di confronto, dibattito e socialità. Oltre 1.000 partecipanti da tutte le regioni d’Italia. 340 interventi tra l’assemblea plenaria e gli 8 tavoli tematici organizzati (organizzazione e statuto, comunicazione, mutualismo, Europa, conflitto capitale/lavoro, welfare e diritti, ambiente, giustizia). Questi i numeri della quarta assemblea nazionale di Potere al Popolo!, tenutasi il weekend del 26 e 27 maggio lì dove tutto ebbe inizio: nell’Ex Opg Je so’pazzo di Napoli.

Un videoreportage della 2 giorni di Napoli

I movimenti politici in generale non sono tra i più rispettosi delle promesse fatte, soprattutto se si tratta di campagna elettorale, ma stavolta invece l’impegno è stato mantenuto: a differenza dei rassemblements puramente elettorali a cui la sinistra italiana ci ha abituati negli ultimi anni, il progetto non si è fermato alle elezioni del 4 marzo scorso, ma continua. Segno che qui c’è qualcosa di più sostanzioso di una lista (pur necessaria, sia chiaro) che rappresentasse una linea di solidarietà, uguaglianza e giustizia sociale in questo Paese. Qui sembra ci sia davvero l’intenzione di ricostruirla sul serio la sinistra, mettendo insieme e potenziando le tantissime esperienze che, al di fuori dei riflettori, hanno continuato a stare tra la gente, nei conflitti, per le strade, mantenendo viva un’alternativa di società.

Questa due giorni è servita molto anche a questo, a far incontrare e confrontare quelle donne e quegli uomini che sono quotidianamente protagoniste di un importante lavoro politico nei diversi territori della penisola, e che nelle scorse riunioni nazionali erano riuscite a incontrarsi fugacemente e soprattutto per parlare delle urne. In questa occasione, invece, attiviste e attivisti, di varie generazioni e con alle spalle percorsi e storie differenti, si sono riunite con generosità, gioia, umanità ed entusiasmo per discutere con franchezza su come continuare il cammino. Con molte idee diverse ma con due capisaldi: «Indietro non si torna» e «Trasformare un insieme di partiti e movimenti in un insieme di persone», quest’ultima frase opportunamente pronunciata da Renzo Ulivieri nel suo intervento.

Un bel momento di speranza e partecipazione attiva, che dimostra che un’altra Italia, nonostante tutto, c’è ancora, è viva. Un «insieme di persone» che vuole andare, e che va concretamente, in controtendenza rispetto al clima generale di impotenza, paura, odio, solitudine, rassegnazione. Che non accetta di dover scegliere tra il campo dei populisti nazionalisti e quello della fedeltà assoluta alla finanza e ai grandi capitali che governano di fatto le istituzioni europee: due facce della stessa medaglia di un sistema violento e classista (dà tristezza dover usare ancora questo termine nel 2018, ma tant’è: ci sono esseri umani di serie A e di serie B); due campi che si alimentano reciprocamente.

Per migliorare e crescere, la strada sembra non poter essere altra che quella di tentare la convergenza tra le diversità che compongono Potere al Popolo. Diversità che hanno però in comune strategie e valori fondamentali: giustizia sociale, umanità, solidarietà e mutualismo; opposizione reale e determinata al governo gialloverde, ma anche alle finte alternative neoliberiste e pro-austerity; costruzione di un’alternativa popolare, dal basso; NO alla guerra dei ricchi contro i poveri, NO alla guerra tra poveri; non “prima gli italiani” ma “prima gli sfruttati”.

Per conoscere tutto quello di cui si è discusso nell’Assemblea, sono a disposizione il documento politico, il report generale dell’assemblea e i report dei vari tavoli di lavoro.

Alcuni scatti dall’assemblea

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