Pesanti condanne sono state comminate in primo grado a 13 giornalisti e altri membri del personale di ‘Cumhuriyet’, giornale turco critico verso il governo del presidente Recep Tayyip Erdogan.

Il processo è iniziato martedì e sebbene la sentenza fosse stata fissata per domani, 27 aprile, è stata anticipata a ieri.  Tra gli altri, l’amministratore delegato Akin Atalay, il direttore Murat Sabuncu, il vignettista Musa Kart e diverse firme di punta sono stati condannati a scontare pene in carcere fino a otto anni. I membri dello staff di ‘Cumhuryet’ sono stati giudicati colpevoli di sostegno a organizzazioni considerate come terroristiche dal governo turco. Si tratta del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), dell’organizzazione marxista-leninista Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo e di quella legata a Fetullah Gulen, il predicatore islamico accusato del fallito golpe del luglio 2016.

Altri tre imputati sono stati assolti. La Turchia è classificata al 157esimo posto su 180 nell’Indice sulla libertà di stampa del 2018 redatto dall’organizzazione Reporters Sans Frontières. I giornalisti condannati ieri rimarranno in libertà vigilata fino all’eventuale conferma in appello della sentenza.