Lunedì 19 Marzo il Consiglio Comunale di Firenze ha votato per lo sgombero del Centro Popolare Autogestito in via Villamagna a Firenze, hanno votato tutti a favore della risoluzione per sgomberare il Centro Popolare., eccetto un solo voto contrario, che è arrivato dal consigliere della lista “Firenze riparte a sinistra.” mentre non ha votato Leu e Miriam Amato, di Potere al Popolo, che era assente alla votazione.
“Il CPA occupa abusivamente una struttura di proprietà comunale”, si legge nella risoluzione fra le motivazioni.
“Inaccettabile l’invito all’ex Br, Barbara Balzerani”, presente al CPA per la presentazione di un libro, prosegue il testo della risoluzione comunale.
“Con lo sgombero finalmente si potrà sanare una ferita che da anni affligge la nostra città”, commentano i consiglieri Jacopo Cellai e Mario Tenerani (Forza Italia) e Francesco Torselli (Fratelli d’Italia).“ che ovviamente hanno votato compatti insieme al PD e anche coi consiglieri del Movimento 5 Stelle.

Ebbene, per amore del vero, adesso c’è bisogno di fare chiarezza, ed è l’occasione giusta per farlo fino in fondo, ricordando più di una storia a tutti i “dimentichi”.
Il Centro Popolare Autogestito che, dal 1986 conduce ininterrottamente le sue iniziative sociali, culturali e popolari, era stato concesso anni fa, proprio dallo stesso Comune di Firenze, a seguito di un accordo fra gli attivisti del Centro e il Comune di Firenze stesso.
All’epoca il CPA si trovava a Firenze Sud, in Viale Europa, ed occupava il locali della fabbrica dismessa Ex-Longinotti, un’area lasciata se stessa e al degrado urbano che, all’epoca molti ragazzi di loro iniziativa e volontariamente, avevano faticosamente riorganizzato, pulito, strappato all’abbandono per poi all’interno creare nell’ordine, una biblioteca, un centro per anziani, una piccola ludoteca per bambini, un piccolo centro di prima accoglienza per le mamme in difficoltà, una sala prove di musica, una birreria bar, dove si poteva passare una serata in compagnia a costo quasi zero, una birra media aveva il prezzo politico di 200 lire, 10 centesimi…  Sorsero poi nei locali del CPA, una spazio dove ospitare concerti, un piccolo campo di pallavolo, una bocciofila, dei corsi d’inglese e di computer, dei corsi di alfabetizzazione per stranieri, uno spazio dedicato al Cinema d’essai, dove venivano proiettati vecchi film d’epoca originali, grazie a un volontario del CPA un cultore e cinefilo di vecchi Film, che venivano proiettati in modo originale, ovvero con le vecchie pizze cinematografiche di pellicola, in analogico, che molti nemmeno sanno più cosa significhi questo termine in campo cinematografico una tecnica di visione che replicava molto fedelmente la realtà, a differenza del digitale di oggi, che la realtà invece la modifica, la altera nelle immagini, nella fotografia, nei suoni e sempre più spesso anche nei contenuti e nei concetti.
Il CPA all’epoca era anche un posto di prima accoglienza, dove chi era in seria difficoltà, poteva trovare un piatto caldo e un letto dove dormire per la prima emergenza.
La struttura che versava in abbandono, fu recuperata pazientemente e riempita di attività e iniziative di vario genere, grazie al lavoro di tanta gente, fra i quali in parte anche del sottoscritto che scrive.

Il CPA all’epoca ebbe anche la forza di dialogare e collaborare con tutti, con gli abitanti della zona, con le scuole, coi piccoli commercianti e gli artigiani del posto, con i quali negli ultimi anni il CPA collaborava per l’organizzazione di eventi sociali e culturali, sempre a carattere molto aperto e popolare.
Troppo bella quella esperienza, troppo a basso costo, troppo sociale e popolare, troppa cultura alternativa data in mano ai poveri e alle classi meno abbienti, troppo bello per essere vero, così l’allora Comune di Firenze decise che la struttura dovesse essere sgomberata, per fare posto al Grande Centro Commerciale della COOP “sei tu chi può darti di più…” sorto sulle spoglie del vecchio CPA.
I ragazzi del Centro Popolare Autogestito, organizzarono una tre giorni non stop, con spettacoli, eventi, esposizioni d’arte moderna, allestimenti, cinema, concerti, musica, performance di artisti di strada, letture, pitture, poesie, piccole gare sportive, cene popolari, tutto quasi a costo zero, “il giardino fantastico” con ponte tibetano, creato letteralmente strappando l’ asfalto, per ritirare fuori la nuda terra, proprio nella piazza dove adesso sorge l’odierno centro commerciale.  Tre giorni che io ancora ora ricordo come una delle più belle esperienze popolari che abbia vissuto il quartiere di Firenze Sud, in cui erano presenti molti abitanti del posto, le mamme, i bambini, gli anziani e persino i piccoli commercianti, insieme agli attivisti e ai volontari del Centro, da sempre chiamati non a caso dalla classe alta benpensante, “gli occupanti” detto in modo  dispregiativo, come se fossero al limite della legge o peggio ancora delinquenti.
La Coop, degli allora”compagni”, (già ex compagni aggiungo io) doveva aprire i battenti per fare cassa e così, nonostante la bellissima esperienza popolare, troppo popolare per certi gusti, il Centro Popolare Autogestito dovette sgomberare.

In seguito ad un sofferto e discusso accordo, fu trovata una soluzione almeno parziale, ai volontari, del Centro, lo stesso Comune di Firenze, dette il via per l’uso dei locali comunali d’una vecchia scuola dismessa, lo stesso posto dove ancora ora ha sede il CPA  che, sebbene ridimensionato negli spazi, non ha mai smesso di organizzare le proprie attività, di proporre iniziative, musica, cene, corsi gratuiti, spazi ed eventi popolari per i residenti della zona e non, il tutto a bassissimo costo, o a costo zero, come per la presentazione di un libro appunto, come quella avvenuta qualche giorno fa con Barbara Balzerani.

Adesso, lo stesso Comune di Firenze ha votato “indignato” per chiederne lo sgombero, “inaccettabile la presenza della Balzerani” per la presentazione di un libro, che poi non è nemmeno il primo, visto che la Balzerani ne ha scritti e presentati già tanti, e in tanti luoghi diversi, tutti oltremodo belli nello stile, e densi di contenuti storici che all’interno dei suoi libri traspaiono sempre, contenuti non legati alle vicende del terrorismo, ma che parlano sia direttamente che indirettamente, della nostra storia e di quella del nostro paese.
Per capire meglio la sproporzione enorme della risoluzione comunale di Firenze nei confronti del CPA, bisogna fare un salto indietro, a quasi tre anni prima di oggi, il 19 maggio 2015, presso i locali della Biblioteca Comunale dell’Isolotto di Firenze, la seconda più grande biblioteca sul territorio fiorentino, dove con l’approvazione e il patrocinio dello stesso Comune di Firenze, il cui stemma comunale col Giglio rosso campeggiava sopra la locandina dell’evento, Barbara Balzerani presentò un altro suo libro, “Lascia che il mare entri”.
Poco prima ancora, nel mese di febbraio dello stesso anno, presso la Sede del Circolo Sociale di Castelnuovo dei Sabbioni, a Cavriglia, all’interno d’un ciclo di incontri patrocinati dal Comune di Cavriglia, sempre la Balzerani presentò in quella sede lo stesso libro “Lascia che il mare entri”.
Non per questo, nonostante ci fosse il patrocinio di ben due Comuni all’evento di presentazione del libro della Balzerani, né alla Biblioteca Comunale dell’isolotto, né al Circolo Sociale di Cavriglia fu sollevata alcuna questione di tipo “morale” o politica,  ironicamente mi vien di dire, nessuna richiesta di sgombero, e nemmeno al  Comune di Firenze o di Cavriglia, è stata fatta interrogazione, mozione o altro per lo stesso identico motivo per cui viene chiesto oggi lo sgombero del CPA, ovvero aver presentato un libro dell’autrice scrittrice, ex brigatista, Barabara Balzerani e  tutto questo è già alla storia.

Sono appena finite le elezioni, dove a livello nazionale, il Partito Democratico, ha chiesto di essere votato per evitare derive autoritarie, a seguire la sonora sconfitta, in parte credo dovuta proprio ad una certa voglia di autoritarismo, manifestata in più occasioni, (vedi tentativo forzoso di riforma costituzionale e altre cose poco democratiche, come ad esempio il decreto vaccini, imposto con la forza invece che col dialogo e con l’informazione).
Adesso a Firenze su proposta dello stesso PD, si è votato per procedere allo sgombero dei ragazzi e dei volontari del Centro Popolare Autogestito, l’ultima esperienza rimasta a Firenze in campo d’Autogestione. “Inaccettabile” hanno tuonato votando insieme a Fratelli d’Italia, per la presentazione di un libro,  storico e antirazzista per giunta.

Non c’è che dire, nonostante la recente sconfitta elettorale, questo PD, rappresenta sempre di più, e sempre meglio, una certa classe alta “benpensante” del paese; a dispetto del risultato del voto, pare abbiano compreso proprio tutto.

Nel mentre finivo scrivere, riflettevo, facevo una considerazione con una persona, le dicevo che i tempi sono bui, son bui davvero, esprimendole il timore che possano farsi ancora più oscuri purtroppo, le manifestavo un certo sgomento, non tanto per la mia generazione che ha vissuto comunque già tante cose, bensì per tutti i ragazzi giovani, tra i quali anche i miei figli, sì, sono sgomento, perché un’istituzione che arrivi ad aver paura, a reprimere, a sgomberare un piccolo centro sociale, per solo aver presentato un libro, addirittura dal contenuto storico e antirazzista, significa che come società stiamo tornando radicalmente velocemente indietro.