In un rapporto pubblicato oggi, il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europea, Nils Muižnieks, ha raccomandato al governo di Stoccolma di migliorare la protezione dei richiedenti asilo e delle persone con disabilità.

Il Commissario ha chiesto alla Svezia di revocare le restrizioni al diritto al ricongiungimento familiare e di equiparare i diritti dei beneficiari di protezione sussidiaria a quelli dei rifugiati al riguardo. Il Commissario ha anche espresso preoccupazione rispetto alle conseguenze umanitarie dell’emendamento alla legge sull’accoglienza dei richiedenti asilo e ha chiesto alle autorità svedesi di garantire i bisogni fondamentali di chi non ha diritto all’asilo ma che non può essere rimpatriato.
Il Commissario invita inoltre le autorità a rafforzare il sostegno che forniscono ai minori migranti non accompagnati e ad assicurare che l’interesse superiore del bambino sia una considerazione primaria in tutte le decisioni relative all’asilo e alla migrazione. La Svezia dovrebbe dunque considerare prioritari i casi di bambini non accompagnati in modo da evitare lunghi periodi di attesa che possono causare disagio psicologico e garantire ai bambini il beneficio del dubbio se permane l’incertezza sulla loro età.

Per quanto riguarda la particolare vulnerabilità dei bambini non accompagnati la cui richiesta di asilo è stata respinta e che devono affrontare un rientro forzato in Afghanistan, il Commissario afferma che ogni decisione sul rimpatrio dovrebbe basarsi strettamente sulle circostanze individuali e che gli Stati non dovrebbero rinviare un bambino in un paese in cui vi sono pericoli concreti per la sua incolumità.
Il Commissario Muižnieks raccomanda anche la creazione di una procedura per determinare l’apolidia e che le persone identificate come tali ottengano un permesso di soggiorno permanente.
Il Commissario chiede inoltre la piena integrazione nella legislazione svedese della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità con l’obiettivo di migliorarne la protezione.

 

Il Commissario è preoccupato per le segnalazioni di una tendenza a ricorrere di nuovo all’istituzionalizzazione delle persone con disabilità a seguito di una diminuzione dell’assistenza personale finanziata dallo stato e chiede alle autorità svedesi di monitorare l’impatto che queste misure di riduzione dei costi possono avere, in particolare per quanto riguarda l’accesso all’istruzione e all’occupazione, al riutilizzo delle strutture congregate e a un ritorno di un approccio medico alla disabilità. “Il rapporto costo-efficacia e l’organizzazione amministrativa delle cure e dei servizi non dovrebbero avere il primato sul diritto delle persone con disabilità a vivere in modo indipendente”, ha scritto il Commissario in un comunicato stampa.
Il Commissario ha raccomandato di eliminare gradualmente il termine “capacità ridotta al lavoro” e di concentrarsi invece sulla capacità della persona di lavorare, con un supporto adeguato. Ha inoltre invitato le autorità a continuare i loro sforzi per permettere alle persone con disabilità di esercitare la propria capacità legale e a rivedere la legislazione sul collocamento involontario in modo ed eliminare progressivamente “il ricorso alla coercizione in psichiatria”.