Pietraperzia, in provincia di Enna, come Macerata? La notte tra il 14 e il 15 febbraio scorso un colpo di fucile a pallettoni è stato sparato contro la finestra di un locale parrocchiale che ospita da una settimana una ventina d’immigrati sotto la gestione dell’associazione Don Bosco 2000 di Piazza Armerina.
Per fortuna solo tanto spavento per gli ospiti, questa volta nessuno è rimasto ferito.
«Siamo ancora sconcertati ed increduli per quanto successo stanotte, un atto criminale ingiustificabile, intollerabile ed inqualificabile che ha attentato alla vita di PERSONE con chiaro intento terroristico», scrive su Facebook Antonio Bevilacqua, sindaco di Pietraperzia.
Condanna svilita da Nello Musumeci, presidente della regione a capo di una maggioranza di destra, che, in merito ai fatti di Pietraperzia, ha tenuto a evidenziare la propria «preoccupazione per il clima di tensione, presente in molte parti dell’Isola» e accusandone come responsabili «i tanti propugnatori di un buonismo ipocrita e pericoloso».
Una dichiarazione di parte politica e non da rappresentante di tutti i siciliani.
Non esiste alcun «clima di tensione» per gli immigrati secondo Cinzia Vella, una delle responsabili dell’associazione Don Bosco 2000 di Piazza Armerina che gestisce il piccolo centro colpito dall’atto delinquenziale: «Il popolo siciliano, per natura, è sempre stato un popolo accogliente e continua a esserlo. La dimostrazione è che, sin dal primo momento che i ragazzi sono arrivati qui, la gente ci è stata vicina, ha accolto i ragazzi».
«Io credo, invece, – prosegue Cinzia – che ci sia una parte politica che strumentalizza, che usa i social in un certo modo, e che crea opinioni, suscitando anche soggezioni psicologiche».
Sull’accaduto, crede che questo sia «il frutto di una esasperazione creata dallo scontro politico, dall’affrontare il tema dell’immigrazione in maniera errata, affrontando l’immigrazione come problema e non come risorsa».
Le fa eco il Movimento Cinque Stelle di Pietraperzia che sostiene il sindaco Bevilacqua «Abbiamo criticato fermamente l’enorme ed ingiustificata esposizione mediatica dell’arrivo di venti poveri ragazzi nel nostro comune, con convocazione di assemblee cittadine, catene di messaggi, istigazioni alla paura ed all’odio, fomentazione degli estremismi, espliciti inviti reazionari e quant’altro di deplorevole. Fin dall’arrivo dei ragazzi in paese ci siamo spesi attivamente per la loro piena integrazione e così hanno fatto tantissimi concittadini, mentre qualche altro continuava a pensare a mobilitazioni per fronteggiare il “problema”».
«Ecco perché – conclude Cinzia Vella – sarebbe importante una corretta informazione, un affrontare in maniera diversa il fenomeno dell’immigrazione, per comprendere i motivi per cui i migranti arrivano qui, conoscere le loro storie. Il pregiudizio, la paura, è frutto della non conoscenza».
Intanto oggi a Catania, è organizzato un corteo cittadino contro le «intimidazioni di origine fascista e mafiosa» che colpiscono la città siciliana, oramai da mesi, con ultimo atto l’incendio al Campo sportivo “San Teodoro” di Librino.