La massima autorità religiosa del paese prima pubblica online la “benedizione” del matrimonio a 9 anni, poi rimuove l’affermazione dopo le polemiche e le critiche. Ma intanto dall’anno scorso i muftì possono celebrare legalmente le nozze.

Il matrimonio evita l’adulterio e può essere contratto appena si entra nell’età della pubertà, già dai 9 anni per le donne e dai 12 anni per gli uomini. È polemica in Turchia per questa sconcertante interpretazione pubblicata in un glossario online dei termini islamici dalla Direzione per gli affari religiosi (Diyanet), massima autorità musulmana nel Paese.

La voce, ora rimossa, ha provocato una bufera politica, spingendo il principale partito di opposizione al presidente Recep Tayyip Erdogan, il socialdemocratico Chp, a chiedere l’apertura di un’inchiesta. Sui social network, molti utenti hanno inoltre espresso il proprio sdegno, chiedendo anche la chiusura della Diyanet. L’istituzione, già coinvolta in polemiche simili in passato, ha successivamente precisato di non approvare le ‘spose bambine’.

Intanto, nell’ottobre scorso il Parlamento di Ankara aveva approvato la norma che rendeva legalmente validi i matrimoni celebrati dai muftì, gli esperti di legge islamica che dipendono a tutti gli effetti dal potente ministero per gli Affari religiosi il “Diyanet”. I matrimoni religiosi in Turchia sono molto diffusi e ora i “muftì”, autorità musulmane riconosciute come funzionari pubblici, li possono celebrare legalmente, mentre finora venivano registrati solo davanti agli ufficiali civili. La modifica è stata fortemente voluta dal presidente  Erdogan.

Un rapporto dell’Unicef stima che nel mondo le donne che si sono sposate prima dei 18 anni siano 700 milioni, di cui oltre un terzo (250 milioni) sotto i 15 anni. I tre paesi con il maggior numero di spose bambine sono Niger, Bangladesh e Chad.

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Nel 2016 è stato condotto a New York  un esperimento sociale da Coby Persin, provocatore e attivista statunitense. È stato realizzato un video che mostra i passanti chiaramente scandalizzati e preoccupati di fronte a un matrimonio con una sposa bambina. Alcuni hanno chiamato la polizia o cercato di parlare con la bambina per capire cosa succedeva. Lo sposo si era difeso dicendo di avere il permesso dei genitori della bambina e una regolare licenza matrimoniale in tasca.

Il luogo scelto pare strano e fuori contesto, eppure nemmeno gli Stati Uniti sono nuovi al fenomeno. Unchained at last, una organizzazione non governativa impegnata a combattere i matrimoni forzati negli Stati Uniti, stima che tra il 2000 e il 2010 siano stati oltre 248mila i minorenni, quasi sempre bambine e ragazzine, che hanno legalmente contratto matrimonio negli Usa.

I numeri diffusi da Unchained at last sono sorprendenti e i dettagli delle licenze matrimoniali, analizzati minuziosamente dalla ong, nascondono storie raccapriccianti, come quelle delle tre bambine di dieci anni e del bambino di undici che, complice lo stato del Tennessee, hanno sposato degli adulti. O quella della 14enne sposata con un uomo di 74 anni, col beneplacito dello Stato dell’Alabama.

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