Sabato 9 settembre, cioè il fine settimana prima del discorso ufficiale di Jean-Claude Juncker, “Presidente della Commissione Europea”, DiEM25 [1] era al Bozar (il Palazzo delle Belle Arti di Bruxelles -NDT) per illustrare una diversa visione dell’Unione Europea.

Questo evento ha riunito politici e accademici, artisti e attivisti. Sono state affrontate tre domande urgenti sullo stato reale dell’UE:
• “Qual è lo stato di avanzamento dell’Europa oggi?”
• “Che cosa dovrebbero fare gli europei in risposta allo stato reale della nostra Unione?”
• “Che cosa propone di fare DiEM25 nei prossimi due anni, per preparare le elezioni europee del 2019 e oltre?”

 Sono intervenuti:
– Yanis Varoufakis (economista, ex ministro delle finanze della Grecia e co-fondatore di DiEM25);
– Lorenzo Marsili (co-fondatore di Alternative Europee e membro del Collettivo di coordinamento di DiEM25);
– Alice Mary Higgins (senatrice indipendente alla Camera Alta irlandese);
– Rosemary Bechler (direttrice di OpenDemocracy e membro del Collettivo di coordinamento di DiEM25);
– Rafael Correa (ex presidente dell’Ecuador);
– Katarzyna Szymielewicz (co-fondatrice della Fondazione Panoptykon e Vice Presidente di European digital Rights);
– Philippe Legrain (ex consigliere economico del presidente della Commissione europea);
– Jonas Staal (artista e fondatore della campagna Nuovi Sindacati con il sostegno di BAK);
– Jeffrey Sachs (docente di Sviluppo Sostenibile alla Columbia University e direttore della Rete di Soluzioni di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite).

Immaginate… Bruxelles, una sala maestosa in stile Art Nouveau che si riempie a poco a poco con un pubblico di attivisti, colorato e poliglotta: qui si parla spagnolo, là inglese, là francese… ci sono giovani e meno giovani, intellettuali militanti con piccole code di cavallo e i tipici occhialini e altri elegantissimi, per non parlare degli ecuadoriani in riga che vestono orgogliosamente col colore verde del loro partito… un’atmosfera speciale, strana, elettrica. Si sta preparando qualcosa di importante!

La luce nella stanza si spegne gradualmente e il palcoscenico si illumina su un’installazione scultorea: enormi stelle di legno simboleggiano l’Europa dei 25. Hanno una particolarità: sono in parte colorate di rosso. L’artista olandese Jonas Staal ha voluto rappresentare così la possibile trasformazione di un’Europa capitalista, un ritorno all’essenza dei valori europei.

Yanis Varoufakis è là, in piedi, sorridente e determinato. Apre la serata con voce forte, lancia subito l’allarme sulla situazione disastrosa dell’Unione europea, sottolinea la necessità di un cambiamento radicale nel sistema finanziario, denuncia l’ipocrisia della questione immigratoria e del ricatto con la Turchia.
La “D” di Democrazia è la prima lettera del movimento DiEM25. “Questa è la priorità”, ricorda, “è anche la sostanza di questo movimento nato un anno fa, in risposta all’Unione Europea per la quale “la democrazia è un lusso!”. Varoufakis invita a prendere coscienza del documento “Costituzione Europea Democratica”, redatto nel 2015, che sta alla base del movimento.

Poi si avvicendano i relatori: parleranno senza giri di parole, con audacia e coraggio, testimoniando la loro esperienza e la loro visione di un’Europa unita, umanista. Persone appassionate, convinte e convincenti, concrete nelle loro proposte, nei loro discorsi brevi, inclusive nella loro visione.

Le loro priorità:
– il rifiuto di trattati commerciali inaccettabili (TTIP, CETA, …).
– la problematica dell’immigrazione deve essere affrontata non chiedendosi “li accogliamo o no?” ma “da che cosa stanno fuggendo?”. Da guerre. E chi provoca quelle guerre? Noi, gli stati occidentali. Quindi la vera domanda è: “come fermare le guerre”. La politica della pace non si ferma ai confini dell’Europa.
– informazioni valide per i cittadini sulle conseguenze delle decisioni politiche.
– un’economia a servizio dell’essere umano e non del capitale.

Perché artisti in un movimento politico?
“Se vogliamo cambiare il mondo”, spiega Jonas Staal, “dobbiamo prima immaginarlo. E l’immaginazione è il regno dell’arte!”. E prosegue: “nel mio paese (Paesi Bassi) un partito rozzo e razzista è diventato la seconda forza politica. Qui al Bozar rappresentiamo un’alternativa, solo se ognuno di noi inizia a immaginarla da ora”.

DIEM25 è un’organizzazione orizzontale. Nel corso della serata, le domande dei partecipanti sono inoltrate via twitter e proiettate sul grande schermo, permettendo un dibattito interattivo. Le domande riguardano il “come fare?, l’immigrazione, la situazione in Portogallo…

Rafael Correa, il momento forte di questa serata.
Dozzine di flash dei telefonini improvvisamente bucano l’oscurità: sotto applausi scroscianti, ecco l’ex presidente dell’Ecuador. Varoufakis lo presenta con queste parole: “Mentre l’Unione europea respingeva le proposte della Grecia per uscire del debito, in quello stesso periodo, un piccolo paese latinoamericano ha applicato nuove misure che andavano a salvare quel paese. È un modello”.
Con poche parole Correa condivide con il pubblico l’esperienza ecuadoriana e mette in evidenza l’incredibile opportunità dell’Unione europea con 25 paesi, 23 diverse lingue, religioni e storie diverse. Una opportunità da cogliere.
Alla domanda “come cambiare la situazione economica?” lui risponde semplicemente: “per cambiare l’economia, il potere deve tornare ai cittadini, all’essere umano, non al capitale”.

 Appuntamento con le donne
Alice Mary Higgins (senatrice indipendente alla Camera Alta irlandese), Rosemary Bechler (direttrice di OpenDemocracy e membro del Collettivo di coordinamento di DiEM25) e Katarzyna Szymielewicz (polacca, co-fondatrice della Fondazione Panoptykon e Vice Presidente di European digital Rights) hanno comunicato la loro netta volontà d’impegno e un invito chiaro e preciso: “il motivo per cui dobbiamo impegnarci è di dimostrare che noi europei, insieme, possiamo offrire un futuro migliore, più umano”.

Le parole di congedo di Yanis Varoufakis:
“il nostro sogno è che questo progetto possa essere presentato e attuato nel 2019”.

Una serata che vi risveglia e vi illumina: un’altra Europa è possibile. Non siamo soli. Il movimento è in marcia e ogni cittadino è indispensabile.

Per saperne di più

[1] Il movimento Democrazia in Europa 2025 (DiEM25) lavora per sensibilizzare, lanciare campagne e sviluppare politiche di riforma dell’UE. Il movimento invita chi crede nell’Europa a ripensare le attuali strutture dell’UE e a riequilibrare il potere tra i livelli locale, nazionale ed europeo. DiEM25 è convinto che solo un’Europa solidale possa garantire la pace, la prosperità e l’umanesimo nel nostro continente.

 

Traduzione dal francese di Leopoldo Salmaso