Vorremmo condividere con te alcune nostre brevi riflessioni sull’obbligatorietà dei vaccini.

 

Siamo convinti che l’essere umano non sia una macchina biologica. Al contrario, lo crediamo un essere sociale e storico, in continua definizione, il cui Senso (inteso come direzione evolutiva) sia formare uno Spirito trascendente.

E siamo convinti anche del fatto che “lo spirito si faccia col corpo”, e quindi il corpo – attraverso il quale un essere umano esprime la propria intenzionalità – sia il tempio dell’anima.

 

In altre parole, questo corpo è sacro e inviolabile.

 

Crediamo che una qualsiasi legge che obblighi un essere umano ad assumere un farmaco a scopo preventivo sia inumana. E “inumana” non è da intendersi come un giudizio. È inumana perché risponde ad una visione dell’essere umano che lo equipara ad una computer. Al quale, a scopo preventivo, si somministra un antivirus. È talmente poco messa in discussione, questa visione, che alla fine non si percepisce tanta differenza tra l’antitetanica e il Norton.

 

Crediamo anche che se permettiamo a chicchessia di violare il nostro corpo obbligandoci per legge, ebbene da lì in poi la strada sarà aperta. Lo abbiamo già visto: esseri umani dichiarati per legge come appartenenti ad una razza inferiore e marchiati sul corpo. Esseri umani soppressi perché non conformi ad un certo ideale di razza. Esseri umani trattati come animali da laboratorio.

 

La legge può obbligare ad un determinato trattamento sanitario, ma non può comunque violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

La nostra Costituzione garantisce (ancora) la libertà di cura ed il diritto all’autodeterminazione. Nella situazione attuale ci troviamo di fronte all’imposizione di farmaci che sono tutt’altro che innocui. Personalmente non mettiamo in dubbio l’utilità dei vaccini, ma va ricordato che sono farmaci i cui effetti a medio e lungo termine spesso non sono pronosticabili, e che recano comunque un numero importante di reazione avverse anche gravissime e documentate.

 

Ci troviamo anche a subire una fortissima pressione da parte di chi governa e che invece dovrebbe tutelarci proprio su un tema di capitale importanza come quello della Salute e che coinvolge i nostri figli.

Chi ci governa non esita a fomentare la paura anziché favorire il raggiungimento della consapevolezza che garantisce ai cittadini libertà di scelta. Paura per chi vaccina, che crede così di scongiurare le paventate epidemie. Paura per chi vorrebbe scegliere, perché lo si pone davanti al ricatto.

 

Come Umanisti è importante per noi che firmiamo questa lettera fare il possibile per opporci alla violenza di chi vuol fare grandissimi affari appropriandosi dei nostri corpi per trarne vantaggio materiale.

E magari quanto crediamo potesse essere condiviso da tutti coloro che, per diverse Strade, stanno cercando il Sacro, dentro e fuori di loro!

 

Dice Silo nella quarta Lettera ai miei Amici[1]:

 

“La violenza si può instaurare e perpetuare grazie alla manipolazione dell’apparato di regolazione e di controllo sociale, vale a dire lo Stato. Proprio per questo, l’organizzazione sociale richiede un tipo  avanzato di coordinazione che stia al riparo da qualunque concentrazione di potere, sia essa privata che statale. Quando si sostiene che la privatizzazione di tutte le aree economiche costituisce una garanzia nei confronti del potere statale si sta occultando il vero problema: quello del monopolio o dell’oligopolio che trasferisce il potere dallo Stato a uno Stato Parallelo manipolato non più da una minoranza di burocrati ma da una minoranza di privati che alimenta il processo di concentrazione.”

 

E ancora, sempre nella stessa Lettera:

 

“Fin dall’inizio della storia la società punta alla mondializzazione e questo  processo porterà ad un’epoca di massima concentrazione del potere arbitrario con caratteristiche di impero mondiale, senza possibilità di espansione ulteriore. Il collasso del sistema globale avverrà secondo la logica che governa la dinamica strutturale di tutti i sistemi chiusi, nei quali il disordine tende necessariamente ad aumentare. Ma mentre il processo delle strutture tende alla mondializzazione, il processo di umanizzazione tende all’apertura dell’essere umano, tende al superamento dello Stato e dello Stato Parallelo, tende al decentramento ed alla de-concentrazione che favorisce un coordinamento di livello superiore tra specificità sociali autonome. Che tutto termini nel caos a cui seguirà un nuovo inizio di civiltà o che inizi una fase di progressiva umanizzazione – questa alternativa non dipende da inesorabili leggi meccaniche ma dall’intenzione degli individui e dei popoli, dal loro impegno a cambiare il mondo e da un’etica della libertà che per definizione non può essere imposta”.

 

La quarta Lettera si conclude così, e così si conclude anche questa nostra breve descrizione di ciò di cui in questo momento siamo convinti, e che vogliamo condividere con te:

 

“Per quanto attiene  al significato degli atti umani, non crediamo che essi siano una convulsione senza senso, una “passione inutile”, un tentativo che si concluderà in modo assurdo. Pensiamo che l’azione valida sia quella che si  fa carico degli altri esseri umani e della loro libertà. E neppure crediamo che il destino dell’umanità sia fissato da un insieme di cause radicate nel passato che renderanno vano ogni possibile sforzo; al contrario crediamo che il futuro sarà costruito dall’intenzione, sempre più cosciente nei popoli, di aprire  il cammino che porta alla creazione di una nazione umana universale.  Da quanto detto sin qui emerge in modo evidente che l’esistenza umana non comincia né finisce dentro un circolo vizioso, e che una vita che aspira alla coerenza deve aprirsi per aumentare la propria influenza su persone e su ambiti per promuovere non solo una concezione o alcune idee, ma anche azioni precise che rendano  sempre  più ampi gli spazi della libertà”.

 

Quanto scritto e citato non è diretto a chiarire altri se non noi stessi, né tantomeno a persuadere, semmai a favorire l’interscambio sul tema della discriminazione.

 

Perché, anche se non venisse convertito in legge, questo decreto sarà comunque riuscito a creare un solco tra famiglie che ne accettano l’idea e quelle che non lo faranno, ritrovandosi dall’oggi al domani i figli potenzialmente esclusi dalla vita sociale perché stigmatizzati come pericolosi socialmente. E noi di tutto questo non ce la sentiamo di essere complici.

 

Saverio Ragonesi

Alessandra Rinaldi

Romina Savio

[1]     Silo, Lettere ai miei Amici, Multimage, 2006.