CETA, TTIP, e tutti gli accordi simili devono essere sottoposti a ratifica da parte di ciascuno Stato membro della UE

 

La Corte europea di Giustizia, dopo 30 mesi, ha annullato la decisione della Commissione europea di non registrare la ECI – European Citizens Initiative promossa dai movimenti contro il TTIP.
La consultazione europea, che in poco più di un anno ha raccolto più di tre milioni di adesioni, risultando la più partecipata nella storia di questa strumento, è stata un successo delle campagne Stop TTIP che in Europa hanno lavorato alla sensibilizzazione del pubblico sugli effetti potenzialmente disastrosi degli accordi commerciali negoziati segretamente da Bruxelles con l’interferenza costante delle grandi imprese transnazionali.

Il comunicato stampa ufficiale della Corte indica chiaramente nel “principio di democrazia” uno dei principali motivi per cui ha condannato la Commissione e invalidato la sua decisione.
L’orientamento delle reti europee è di non ripresentare l’ECI in questo momento, anche se è chiaro che sarebbe perfettamente legale farlo se dovesse servire. E questa volta sarebbe impossibile per Commissione trincerarsi dietro vizi di forma per negare ai cittadini europei di esprimersi su materie che li interessano da vicino.

La Campagna Stop TTIP Italia, che nel nostro paese ha raccolto quasi centomila adesioni e portato in piazza 40 mila persone proprio un anno fa, rilancia dunque l’appello a tutti i cittadini per mobilitarsi quando la ratifica del CETA, l’accordo UE-Canada fratello del TTIP, arriverà nel Parlamento nazionale.

Approvato a fine ottobre dalla Commissione Europea e a febbraio dal Parlamento Europeo, il trattato dovrà passare ora al vaglio di tutte le assemblee legislative dei paesi membri.
Ed è qui che la società civile ha spostato la battaglia per evitare ripercussioni irreversibili su diritti, ambiente ed economia del vecchio continente.