Lettera aperta al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni


Il nuovo governo riparte da dove aveva lasciato poche ore fa, stessa squadra, stesse facce.

Per noi che facciamo attivismo in una città come Taranto, i governi si sono susseguiti a ritmo di decreti, fino a quasi perderne il conto.

Ogni volta ci troviamo di fronte a persone che non riescono a comprendere lo stato delle cose nella nostra città, ci lasciano senza parole, non ci danno speranze e futuro.

I Decreti in oggetto, oltre ai titoloni e slogan, contengono finalità diverse e ben lontane dal bene delle popolazione e del territorio. Ogni volta la nostra battaglia riprende contro un governo che ha avuto attenzione per la questione Taranto solo per quanto riguarda la fabbrica, lasciando senza risposte le richieste dei malati oncologici, delle tante sofferenze occupazionali, sociali e sanitarie di questa città, il Governo è rimasto sempre dalla parte sbagliata, cioè quella dei privati, delle banche e degli inquinatori.

Questo governo opererà in continuità con i precedenti? O il Premier Gentiloni intenderà cambiare rotta?

Prenderà atto del grave disagio ambientale e della delicata salute dei nostri bambini?

In questi ultimi anni ci siamo fatti tutti una cultura sui dati degli Studi SENTIERI, Forestieri, le malattie oncologiche, neurologiche, persino sull’alta incidenza degli infarti e degli ictus durante i Wind day, o “pollution in the Wind”, per dirla alla Bob Dylan, che in pratica altro non sono che le montagne dei minerali dei parchi, che nelle giornate particolarmente ventose prendono la rotta dei venti e finiscono nei nostri polmoni, nelle nostre case.

Una vergogna targata Italia, un atto di pura e semplice violenza, uno spregio all’umanità.

Sì, perché in questi 60 anni avrebbero potuto coprire i parchi, evitando quella frazione di inquinamento del siderurgico più visibile e più controllabile. Altroché Ambientaqualunquisti come ci definisce il giornalista Mellone, siamo cittadini chi si spendono per affermare il diritto alla vita o più semplicemente, come nel caso dei parchi, un semplice atto di difesa della vita.

Da parte dell’ex governo, sembrava che un primo passo di ammissione fosse stato fatto nel considerare Taranto e la sua provincia una regione fragile dal punto di vista della salute e dell’offerta del servizio sanitario, destinando 50 milioni alle ASL di Taranto, poi scomparsi.

Oggi al nuovo governo o quasi nuovo chiediamo per Taranto salute, ambiente, sviluppo e cultura.

Per cui chiediamo la riproposizione dei 50 milioni destinati alla sanità tarantina, il finanziamento del Paesiello, la soluzione della vertenza TCT. Il tutto potrebbe essere finanziato dal milleproroghe di fine mese, restituendo dignità ai nostri cittadini, al diritto alla salute e alla qualità della vita.

A Taranto abbiamo bisogno di fatti concreti e non di altre prese in giro. L’ultimo sogno che chiediamo è la chiusura dell’Ilva, le bonifiche e la riconversione industriale per traghettare Taranto dell’età del carbone al mondo delle rinnovabili e della green economy.

Comitato Verità per Taranto