Con questo motto, diversi gruppi hanno convocato per domani, venerdì alle 19,30, una concentrazione davanti all’Ambasciata argentina a Madrid (C. Serrano, 90) come protesta per la detenzione illegale di Milagro Sala – leader dell’organizzazione Tupac Amaru -, di suo marito, l’umanista Raúl Noro, e di altri nove membri dell’associazione.

In un comunicato inviato ai media, gli organizzatori spiegano che “La situazione a Jujuy è quella di una dittatura: abusi della polizia, linciaggi mediatici, giudizi arbitrari, persecuzioni agli avvocati difensori, decisioni anticostituzionali da parte dei principali responsabili politici”.

“L’organizzazione Tupac Amaru è un’organizzazione fastidiosa – avvertono – perché si contrappone agli interessi dell’oligarchia del luogo. Per questo vogliono farla finita con la Tupac eliminando i suoi dirigenti più importanti. Per questo e perché, se l’‘esperimento’ funziona, possono esportare questa politica dittatoriale al resto del paese. Jujuy sembra sia solo un laboratorio”.

Concludono dicendo che “La distanza da qui a Jujuy è grande, ma ci sentiamo molto vicini. Manifestiamo pubblicamente appoggio ai nostri amici, a quelli che consideriamo prigionieri politici, ed esigiamo il loro immediato rilascio e il ripristino delle libertà e dei diritti umani per il popolo argentino”.

Tra gli organizzatori si trovano associazioni come Mondo Senza Guerre e senza Violenza, il Partito Umanista, FICNOVA, Me declaro en Paz, Umanisti per un Reddito di Base Universale, Osservatorio Ispano-Argentino, Centro Argentino di Catalogna, Carta Abierta España, Assemblea Permanente di Argenini, Patria Grande e altri.

 

Traduzione dallo spagnolo di Matilde Mirabella