L’IS o ISIS o Daesh è la punta di diamante del terrorismo islamico. Ottiene  simpatia e sostegno da varie organizzazioni islamiste nel mondo: dal nigeriano Boko Haram all’algerino Al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM).

L’ ISIS sta organizzando una specie di stato, il Califfato, tra il l’Iraq occidentale e la Siria orientale. Combatterlo non sembra facile. La tattica oscilla tra confronto militare, diretto sostanzialmente dagli USA e tentativi di contenimento. In ogni caso l’ISIS resiste, sia alle azioni militari che al contenimento. Il cuore del Califfato, la sua capitale, è Mossul. La diga di Mossul si trova poco distante, a una cinquantina di chilometri.

Su questa tema è stato elaborato un dossier, Diga di Mossul, geologia e geopolitica, pubblicato da Ancora Fischia il Vento e inviato a Giovanna Castelli di Sinistra Italiana e ad Alessandro Di Battista di M5s per una possibile interrogazione parlamentare. Inoltre è stato diffuso a persone, movimenti e organizzazioni che sono contro la guerra. Il link a questo documento è il seguente:

http://ancorafischia.altervista.org/diga-mosul-geologia-geopolitica/

Per quanto riguarda aggiornamenti sulla diga è da segnalare un servizio televisivo di Francesca Mannocchi per il TGLa7 del 3 maggio 2016, dove viene messo in evidenza dal vice direttore della diga, Mohsen Hassan Yakoub, la non necessità di un intervento militare straniero, cioè italiano, a protezione della diga. Stessi dubbi vengono espressi anche sull’ assegnazioni dei lavori di riparazioni alla Trevi.

https://www.youtube.com/watch?v=qM9ZGE9DPIo
La stesse cose le scrive in un reportage del 4 maggio nel Foglio, La diga di Mossul vista da vicino, Daniele Ranieri. Ranieri scopre che i curdi sono meno preoccupati del resto del mondo dalla possibilità che la diga crolli e sono critici sulla presenza di soldati italiani.

http://www.ilpost.it/2016/05/04/la-diga-di-mosul-e-ancora-in-piedi/

Le notizie che arrivano in questi giorni da Mossul e dintorni sono drammatiche Un militare americano è stato ucciso alla periferia di Erbil, una morte in combattimento. Lo Stato Islamico ha lanciato un’offensiva proprio nelle zone curde. Erbil è la capitale del Kurdistan iracheno. I jihadisti dell’Isis hanno lanciato attacchi a est e a nord di Mossul, contro i peshmerga curdi dispiegati intorno alla stessa Mossul. I jihadisti hanno fatto saltare in aria almeno due autobombe guidate da kamikaze nei pressi di Bashiqa, a est di Mosul. Contemporaneamente l’Isis ha attaccato le forze curde a Khazir e Telskuf, a nord della città. Si tratta della prima maxi offensiva dell’Isis nella regione negli ultimi tempi. I fronti attaccati sono Bashiqah, al Khazer, il villaggio Wardak dove c’è la sede di una società petrolifera, Talsaqaf e Gwera, tutte località che si trovano ad est del capoluogo di Ninive. Hamid Afandi, comandante peshmerga nella zona, ha detto che i combattenti dell’Isis hanno sferrato un’estesa offensiva in tre fasi durate diverse ore, senza successo. Intanto interpellato da Rudaw, il generale Fattah Ibrahim, capo delle operazioni dei peshmerga sull’asse di Guewr ad est di Mosul, ha affermato che “alle 6 di questa mattina, quelli di Daesh (acronimo in arabo dello Stato Islamico) hanno bombardato le nostre postazioni e abbiamo reagito rispondendo al fuoco a nostra volta”. Significativa è una recente dichiarazione Kubis, rappresentante dell’ONU in Iraq: “nonostante i progressi costanti e notevoli contro l’Isis, il gruppo rimane ancora un nemico forte che regola costantemente le tattiche e gli attacchi.”

Tutto ciò rende urgente una nuova interrogazione parlamentare su riparazione della diga di Mossul e invio di 500 soldati italiani. Una precedente interrogazione era stata fatta da Alessandro Di Battista lo scorso 16 gennaio, ma aveva avuto da parte del governo una risposta ampiamente insufficiente.

Inoltre è importante una mobilitazione popolare contro questa nuova avventura militare del governo Renzi.