Un’ intervista vera e impegnata con Leopoldo Salmaso, medico che da anni opera in Tanzania. Medico, marito, padre e nonno. Studioso dei rapporti economici, finanziari e monetari fra il nord e il sud del pianeta, cooperando con le popolazioni rurali della Tanzania da oltre trent’anni. Rappresentante Europeo di TANDEM -Tanzania Development Mates. Autore di “AIDS: Sindrome da Indifferenza Acquisita?” e di “Il Golpe Latino: l’Europa salvata dalla crisi per errore” scaricabile da www.monetabenecomune.it (anche in spagnolo). Conduttore della trasmissione radiofonica “Debito e Democrazia”. Co-fondatore del movimento “Moneta Bene Comune”.

 

Caro Leopoldo, che cosa significa per te come medico la cooperazione internazionale?

Ho sempre avuto la certezza che, dopo la laurea, potevo servire molto meglio la famiglia umana (ma anche la ‘patria’) come medico in Tanzania, piuttosto che come allievo ufficiale nell’esercito italiano.
Anni dopo, un maestro della cooperazione medica internazionale, Maurice King, constatando la natura prevalentemente predatrice dei rapporti nord-sud, scrisse che noi eravamo come i medici dei lager, cioè che tenevamo in vita le vittime del sistema mondiale col risultato di farle sfruttare più a lungo. King parlò provocatoriamente della cooperazione medica come ‘complice in tortura di massa’.
Ma il singolo è responsabile delle sue azioni e intenzioni, non dei risultati. Perciò io, pur dovendo condividere l’analisi di King, sono rimasto fedele a quella mia scelta e continuo a recarmi in Tanzania, ogni tanto fisicamente, molto più spesso telematicamente, e ogni giorno spiritualmente.

Che cosa possiamo imparare dalla gente in Tanzania?

La gioia di vivere.
La gratitudine quotidiana per il dono della vita e per i tanti piccoli doni che loro sanno riconoscere e godere appieno. Sono fatalisti? Certo, ma soprattutto sanno vivere nel presente!

Come dobbiamo agire nel nord del mondo per ridurre il divario con il mondo del sud?

Agire? Basta, per carità!
Dovremmo fermarci e riflettere. E aiutare noi stessi e i nostri amici e i nostri figli a riconoscere come stiamo sprecando le nostre vite con questo consumismo sadomasochistico… Oltre a torturare il resto dell’umanità e della natura.
Politicanti e Press-titute ci propinano senza tregua il mantra della ‘qualità della vita’, ma noi occidentali non abbiamo mai vissuto una vita di qualità così pessima a confronto del bene che abbiamo a portata di mano per noi stessi e per il mondo intero. La Costituzione degli Stati Uniti d’America afferma che ogni uomo ha diritto alla felicità… ma poi vediamo come la mettono in pratica, col diabolico Prodotto Interno Lordo. Invece il povero Bhutan si accontenta della Felicità Interna Lorda.

Parlaci dei tuoi libri. 

‘AIDS, Sindrome da Indifferenza Acquisita’ era una guida illustrata per i giovani e i loro educatori. Nacque dagli incontri che facevo a tappeto nelle scuole superiori e nei quartieri fra il 1987 e il 1997.
Quel titolo era sbagliato o, piuttosto, era in anticipo di 30 anni perché oggi c’è un’indifferenza abissale in confronto ad allora. Oggi le infezioni da HIV continuano a crescere, e si torna a morire di AIDS senza diagnosi, nella crescente ignoranza e totale indifferenza. Quella guida fu distribuita nelle scuole superiori di Padova a cura dell’ASL e ristampata nel 1992. Esaurita, nell’indifferenza come tutto il resto…

‘Il Golpe Latino’, disponibile su Lulu.com anche in inglese e spagnolo, è nato dalla mia rabbia interiore per la cecità e sordità dei miei concittadini, tele-comandati dai media, di fronte alla crisi europea. Mentre i più osannavano il premier Monti, per me era evidente che si stava applicando a noi il medesimo ‘trattamento’ che conosco bene nel sud del mondo. Più in generale, questa globalizzazione, invece che migliorare le condizioni dei paesi poveri, sta applicando sulle nostre classi medie il medesimo sfruttamento, con le medesime tecniche e politiche già imposte al sud del mondo (i famigerati aggiustamenti strutturali, trattati di ‘libero’ commercio, e dintorni). Però, se solo provi a parlarne con uno di noi, scatta subito un doppio rifiuto mentale: primo, perché ci hanno indottrinati a credere che siano cose complicatissime e noiosissime; secondo: perché il buon senso e l’etica comune avallano la falsa idea che i debiti sovrani debbano essere ripagati. La tragedia sta nel fatto che questo sistema è strutturato in modo che un numero crescente di persone, imprese, e perfino Stati, finiscano nella tagliola di un debito che è matematicamente inestinguibile. Ripeto: tutti sappiamo che tanti fallimenti sono causati da incapacità o disonestà, ma pochissimi sanno che il Debito (con la D maiuscola, quello che grava ogni moneta all’atto stesso della sua emissione) è una necessità matematica nel sistema bancario attuale! Vista la situazione, ho deciso che bisognava scrivere un libro di fantapolitica, in modo da incuriosire il lettore, e farvi accadere quello che i nostri politicanti non fanno. E accompagnare i protagonisti, gente comune, in un percorso di riappropriazione dell’economia, aiutandoli a scoprire da soli che il re è nudo, che nelle questioni monetarie la complessità è costruita apposta per nascondere la semplice verità (noti che questa affermazione non è mia ma del premio Nobel Irving Fisher), e che le soluzioni sono a portata di mano, per tutti. E ci arriveremo, purtroppo in maniera molto più cruenta e dilazionata di quanto sia possibile, ma ci arriveremo.
Quali sono i problemi sociali maggiori delle donne in Tanzania?

Eh, questa domanda richiederebbe un seminario di mesi… ma tenterò di condensare al massimo, anche a rischio di sovra-semplificare. Direi che i problemi sociali della Tanzania sono una sovrastruttura dei più basilari problemi di coppia. In questa affermazione mi assiste il fatto che, prendendo in cura persone affette da HIV-AIDS per vent’anni, sono diventato anche una specie di consulente sessuologo, e ho maturato la convinzione che chi pensa in termini di ‘rapporto di coppia’ è una specie di marziano. Le sacrosante lotte contro l’infibulazione femminile, e tutto quello che si predica e si attua per le ‘pari opportunità’, scalfiscono il problema solo in superficie, affrontano i sintomi e non la causa. Nel profondo, il maschio tanzaniano non desidera avere un ‘rapporto’ sessuale. Lui cerca solo il proprio godimento, eiaculando in due minuti e anche meno. Quando lui ne ha voglia, la donna deve riceverlo senza se e senza ma, e subito dopo deve lavarlo e ringraziarlo. Punto. Molte donne, madri di molti figli, sanno solo per sentito dire che anche qualcuna di loro, qualche volta, potrebbe aver raggiunto un orgasmo. Men che meno pensano che possa essere un loro diritto ordinario. D’altra parte, condividere il piacere con la compagna non passa neanche per la testa dei maschi, neppure di quelli che noi ammiriamo perché tengono in spalla un figlioletto e da quel segno immaginiamo che siano mariti affettuosi… Ecco perché io penso che tutto il resto, a livello familiare e sociale, sia semplice conseguenza. Bisognerebbe educare le nuove generazioni, fin dalla scuola materna, alla pari dignità in tutto e per tutto, a cominciare proprio dall’educazione sessuale… Per ora siamo al punto che le donne tanzaniane emancipate socialmente lo sono perché, non volendo affatto rinunciare alla maternità, trattano il maschio come un fuco: sono separate o divorziate e riescono a raggiungere o mantenere posizioni sociali di prestigio perché, in Africa, tutti i figli sono figli della famiglia allargata.

Quale è il tuo sogno per il mondo del futuro?
Un mondo permeato dalla consapevolezza, etica e scientifica insieme, che la diversità è ricchezza. Che nella ‘macchina’ evolutiva, non solo biologica ma anche sociale ed economica, la cooperazione è l’acceleratore mentre la competizione è il freno (anche quello necessario ma certamente secondario). Che la tolleranza non è buonismo ma saggezza lungimirante.

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