Il 16 genniao 2016 ha avuto luogo a Roma l’ennesima manifestazione contro le guerre e contro gli armamenti in occasione della ricorrenza dei venticinque anni dall’inizio della Guerra del Golfo.

E’ trascorso un quarto di un secolo e mentre la gente abbandona le strade e l’abitudine a unirsi in piazza anche di fronte a questioni vitali per l’umanità e mentre i movimenti pacifisti mostrano poca coesione e carenza di creatività, chi è cresciuto esponenzialmente è senz’altro la guerra e tutto ciò che le sta dietro: i poteri forti, le industrie belliche, le banche internazionali, le multinazionali, gli intrecci politici e geopolitici.

Chi, con la caduta del Muro di Berlino, pensava che si fosse aperta la via della Pace e della distensione, si ritrova oggi con venticinque anni in più e una discreta dose di rammarichi e disillusioni. Crescono le guerre dunque e con esse anche il numero delle vittime tra i civili, tra chi, impotente, vede arrivare giornalmente delle bombe sulla testa e va a dormire la sera sperando che l’indomani o la notte stessa non sia il proprio turno (l’insonnia dei fragili del mondo). Crescono i budget per la Difesa e non solo quelli delle super potenze mondiali. Cresce la circolazione di armi di ogni tipo, cresce la distruzione del pianeta e la brutalità dell’homo homini lupus.

Crescono senza ricordi, i loro ricordi buoni, le nuove generazioni di giovani, quelle che hanno conosciuto esclusivamente l’epoca del berlusconismo e quei venticinque anni di guerre, come il ventiseienne Marco intervistato durante la manifestazione.

Il corteo romano che, anche per via del gran freddo, non ha visto un nutrito numero di partecipanti, ha attraversato le vie capitoline con i consueti colori, con suoni e danze allegre offrendo pur sempre degli spunti di riflessione collettiva, delle interazioni tra generazioni e la possibilità infine di prendersi un tempo reale, e non virtuale, per delle questioni, la violenza e la guerra, che restano le principali preoccupazioni per le sorti del genere umano e del suo habitat.

Qui di seguito un breve video con alcuni dei momenti della mobilitazione e con delle interviste a dei partecipanti:

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