Una risoluzione del Parlamento europeo potrebbe aprire le porte per aiuti di stato e finanziamenti europei per nuove centrali nucleari in Europa.

Alcuni eurodeputati stanno cercando di includere aiuti di stato per l’energia nucleare in un progetto di risoluzione del Parlamento europeo sull’Unione Europea dell’Energia. Questo progetto sarà discusso oggi, alle 17:00, dalla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.

Nei passaggi più controversi, la risoluzione “invita la Commissione ad assicurare che l’UE fornisca un quadro per consentire agli Stati membri che intendono portare avanti nuovi progetti in materia di energia nucleare di agire in tal senso, nel rispetto delle norme UE in materia di mercato interno e concorrenza” e “sottolinea che l’energia nucleare dovrebbe essere sostenuta in qualsiasi forma dai meccanismi di finanziamento dell’UE o dalle istituzioni finanziarie dell’UE”.

Il Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia Giuseppe Onufrio ha commentato: «Alcuni europarlamentari stanno tentando disperatamente di allungare la vita all’industria nucleare. Nessuna strenna natalizia però, può nascondere l’evidenza: nonostante decenni di sussidi, sono ormai passati anni dalla costruzione dell’ultimo reattore nucleare in Europa. I pochi in costruzione al momento subiscono anni di ritardo e fenomenali aumenti nei costi. L’energia nucleare è uno spreco di denaro pubblico e di tempo prezioso nella lotta ai cambiamenti climatici. Gli italiani hanno fatto una scelta chiara di abbandonare il nucleare e si aspettano che i loro rappresentanti al Parlamento europeo dicano chiaramente che aiuti di Stato e finanziamenti europei sono possibili solo per le fonti rinnovabili, l’efficienza energetica e le reti dell’energia».

Già nell’ottobre 2013, la Commissione ha deciso di escludere l’energia nucleare dalle linee guida sugli aiuti di Stato all’energia ed all’ambiente. L’unico caso di aiuti di Stato al nucleare per la costruzione di una nuova centrale nel Regno Unito è al momento soggetto al vaglio della Corte di Giustizia. La Commissione sta inoltre investigando i possibili sussidi statali ad una centrale nucleare in l’Ungheria (Paks II), della cui realizzazione è incaricata la compagnia russa Rosatom ed i cui fondi provengono in parte dalla Russia, attraverso un prestito internazionale dal governo di Putin a quello di Orban.