In Yemen, la coalizione a guida saudita ha lanciato una campagna di bombardamenti a tappeto nel marzo del 2015, in risposta alla presa del potere da parte di gruppi di insorti sciiti Houthi di ampie aree dello Yemen, incluso la capitale Sanaa e la seconda città del paese Aden. Secondo gli ultimi dati rilasciati dall’Onu oltre 2.300 persone sono state uccise nella campagna saudita negli ultimi sei mesi. Uno degli attacchi nel villaggio di al-Wahijah nella provincia di Taiz ha causato la morte di almeno 135 persone, molte donne e bambini, durante una festa di matrimonio. Secondo l’Unicef sono stati uccisi almeno 535 bambini dall’inizio dei rastrellamenti sauditi.

Di tutto questo in Italia non sapete niente, perché i mezzi d’informazione di massa, quelli che condizionano le scelte dell’opinione pubblica, hanno deciso di gettare la scure dell’oblio. E questo solo perché il regime medioevale saudita rappresenta l’alleato principale degli Usa (Nato) e dei suoi servi nella regione. Mai una domanda a Gentiloni o Renzi, che continuano ad armare questo mostro e farci affari. Mai che uno di quei giornalisti che difende tanto il suo Albo chieda al nostro governo di rispondere delle sue responsabilità storiche e morali dirette sul massacro in corso.

L’Unione Europea, questo mostro che ha distrutto diritti e Welfare di intere popolazione, ma che, per quel fantastico Truman Show creato dai media di massa, rivendica tanto il suo ruolo per i diritti umani e il Premio Nobel per la pace più ridicolo della storia, ha le mani sporche del sangue yemenita. Nel 2013, il Medio Oriente rappresentava il 40% della vendita di armi francesi. L’Arabia Saudita è il principale cliente con il 28%. Nel 2014, i Saud hanno ordinato tre miliardi di armi alla Francia, principale esportatore di attrezzature militari del regime, spesso girate direttamente ai terroristi dell’Isis. Allo stesso modo, la Germania ha fornito i missili Iris e fucili d’assalto G36 (Heckler & Koch) e Londra aerei da combattimento Eurofighter e Tornado ai sauditi. E ora emerge anche il ruolo italiano in questa guerra.

C’è un documento sottratto da un gruppo di hacker al governo degli Emirati Arabi Uniti che conferma una spedizione a bordo della nave italiana Jolly Cobalto nel mese di maggio. E adesso ci sono anche le foto: un carico di munizioni per bombardieri, guardato a vista dalla polizia, stivato su un aereo dell’“Azerbaijan Cargo”, nell’aeroporto sardo di Cagliari Elmas, a pochi metri da velivoli per il trasporto passeggeri.

Seguendo il tracciato sui sistemi di rilevamento accessibili via Web, arriva la conferma che il Boeing 747 è atterrato a Taif, dove ha sede una base militare della Royal Saudi Armed Forces, impegnata a bombardare lo Yemen, senza che vi sia la copertura di una risoluzione Onu e tantomeno una posizione ufficiale della Nato. Nello Yemen sono stati registrati fino ad ora più di 4mila morti (di cui almeno 400 bambini) e 20mila feriti. Per metà si tratta di popolazione civile. ”È inaccettabile che, mentre l’Unione Europea ha assegnato il Premio Sakharov al blogger saudita incarcerato Raif Badawi, dall’Italia siano partite nuove bombe destinate all’Arabia Saudita, il paese che guida la coalizione che, senza alcun mandato internazionale, da sette mesi sta bombardando lo Yemen”, si legge in un documento congiunto di Rete Italiana per il Disarmo, Amnesty International e Osservatorio permanente sulle armi (Opal) di Brescia. “Ribadiamo – insistono i firmatari – la nostra richiesta al governo italiano di sospendere l’invio di bombe e armamenti a tutti i paesi militarmente impegnati nel conflitto”.

“Con ogni probabilità si tratta di una nuova fornitura di bombe fabbricate dall’azienda tedesca “Rwm Italia” di Domusnovas (Carbonia-Iglesias), che prosegue le spedizioni degli ultimi anni”, spiega Giorgio Beretta, analista di Opal. Tre giorni fa Avvenire aveva rivelato questa nuova spedizione di bombe. Contattata per un commento, “Rwm Italia” non ha risposto. “Sappiamo – aggiunge Beretta – che ordigni inesplosi del tipo di quelli inviati dall’Italia, come le bombe MK84 e Blu109, sono stati ritrovati in diverse città dello Yemen bombardate dalla coalizione saudita e il nostro Ministero degli Esteri non ha mai smentito che le forze militari saudite stiano impiegando anche ordigni prodotti in Italia in questo conflitto”. Sul caso sono state depositate diverse interrogazioni parlamentari. Fino ad ora nessuna risposta.

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