Una lunga, liberatoria, standing ovation ed un po’ di commozione. Così tutti i presenti nel teatro Magnetto di Almese hanno accolto la fine della lettura della sentenza del Tribunale Permanente dei Popoli fatta in italiano dalla viva voce del suo presidente, il giudice francese Philippe Texier.

Non poteva essere altrimenti, visto che il Tribunale, riunito tra Torino ed Almese dal 5 all’8 novembre ha sposato in toto le tesi del movimento NoTav e gli ha dato lo spessore del diritto internazionale e della nostra stessa costituzione.

L’appuntamento di Almese di domenica 8 novembre è stato l’atto finale della sessione pubblica dedicata a Diritti Fondamentali, partecipazione delle comunità locali e grandi opere che si è, a dir la verità, occupata anche di altri conflitti tra realtà locali e opere pubbliche a livello italiano, europeo e sud americano, ma la situazione della Val Susa e del progetto TAV è stato l’interesse principale della sessione.

L’esposizione della sentenza e delle sue motivazioni è stata piuttosto articolata; vale la pena fare un breve sunto rimandando per approfondimenti al testo completo.

Il diritto è il fondamento, la lotta per i diritti il tetto della costruzione sociale

Sara Larrain introduce l’esposizione cercando di inquadrare la sentenza del tribunale ed il suo significato; la sentenza del tribunale rappresenta un punto fermo del diritto, ma come tale è solo il pavimento, una piattaforma per dare forza alle legittime rivendicazioni. La parte più alta della costruzione, il suo tetto, è costituito dalle lotte per i diritti dei popoli contro le lobbies, di cui l’attività venticinquennale del movimento NoTav rappresenta un valido esempio.

Interessi globali vs interessi locali

Il professor Schiattarella interviene sul tema degli interessi locali e degli interessi globali, in particolare nel caso in cui esiste un evidente conflitto. Se vale la regola generale che gli interessi globali hanno predominanza sugli interessi locali tocca ai legittimi rappresentanti degli interessi globali dimostrare, senza ombra di dubbio, con argomentazioni razionali e con credibili e complete valutazioni di impatto ambientale la bontà della loro posizione.

Inoltre si deve prevedere un percorso decisionale in cui le comunità locali abbiano voce in capitolo sulla realizzazione del progetto, fino a decidere della sua sospensione.

Nel caso specifico del progetto TAV tali argomentazioni sono state insufficienti, irrazionali ed inserire a posteriori, dopo aver già deciso la realizzazione del progetto.

Un altro spunto interessante dell’intervanto è stato un’analisi dei valori sottesi alle posizioni di chi difende gli interessi globali e di chi difende gli interessi locali: nel caso specifico ed in molti casi simili, i valori sottesi agli interessi globali sono di carattere meramente economico, di mercato, mentre i valori sottesi agli interessi locali sono di carattere etico, ambientale e di prospettiva futura; questa differenza di importanza nei valori sottesi inficia il diritto all’interesse globale di essere predominate sull’interesse locale.

I punti salienti della sentenza

Il presidente del tribunale, il giudice francese Philippe Texier, legge quindi la sentenza che in estrema sintesi dichiara che in Val di Susa si sono alienati i diritti fondamentali degli abitanti e delle comunità locali.

Innanzitutto i diritti di natura procedurale che prevedono la possibilità delle popolazioni di avere voce in capitolo su una grande opera come la linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ambientalmente devastante ed irreversibile.

Poi quelli civili e politici come la libertà di opinione e di manifestazione attuata attraverso la criminalizzazione del dissenso e la militarizzazione del territorio.

Le raccomandazioni 

In ultimo le raccomandazioni del tribunale:

  • Si raccomanda a Francia e Italia di sospendere i lavori della Torino-Lione e di attivare un confronto in cui venga presa in considerazione anche l’opzione zero.
  • chiede allo stato italiano di rivedere la Legge Obiettivo e lo Sblocca Italia, due provvedimenti che impediscono la partecipazione dei cittadini
  • chiede al Governo Italiano la cessazione dell’occupazione militare e di non criminalizzare il dissenso
  • chiede all’Europa di revisionare i progetti delle Grandi Opere prendendo in considerazione gli interessi delle comunità locali.

Almese (Torino) 8 novembre 2015

Approfondimenti

Testo completo della sentenza

http://controsservatoriovalsusa.org/images/materiali/TPP_sessione_Torino-sentenza-dispositivo.pdf

Materiale di approfondimento e multimediale (in fase di completamento)

http://controsservatoriovalsusa.org