Di fronte alla ripresa della costruzione del muro nella valle di Cremisan hanno risposto celebrando messa in mezzo ai campi e regalando ramoscelli di ulivo ai militari che difendono le ruspe.

Succede tra l’insediamento di Har Gilo e il villaggio di Walaja. E’ un muro su cui si sono contraddetti vari tribunali israeliani, con sentenze opposte: il muro divide di fatto le proprietà di alcuni palestinesi. I sacerdoti della vicina parrocchia e scuola cristiana di Saint Yves hanno rganizzato la protesta in collaborazione con le  comunità cristiane, cattoliche e ortodossa di Beit Jala.

La protesta ha messo in campo gli strumenti della religione: i sacerdoti delle varie comunità hanno organizzato una maratona di celebrazioni religiose per impedire, in modo nonviolento, il procedere dei lavori che stanno sradicando alberi secolari. Il sospetto condiviso da molti è che l’operazione finirà con l’espansione dell’inediamento israeliano nel territorio palestinese. Di fatto il muo viene costruito su territorio palestinese e questo costituisce già una violazione degli accordi internazionali.

Pochi giorni fa è stato presentato un ennesimo ricorso alla Corte Suprema israeliana ma ciò non ha impedito l’inizio dei lavori.