I profughi in arrivo in Ungheria dal confine serbo, in maggior parte di provenienza afgana o siriana, non possono più essere collocati nel sud del paese.

Si mettono generalmente in contatto con gli enti pubblici o vengono rastrellati dalla polizia e, una volta registrati, sono momentaneamente trasferiti in uno dei campi profughi presenti sul territorio ungherese. In seguito, vengono fatti salire a bordo di un treno per Budapest. Raggiunta la capitale però, sono abbandonati completamente a se stessi: nessuno si fa carico di queste persone.

A Budapest, una schiera di volontari è pronta ad aiutarli!

Una straordinaria ondata di solidarietà ha commosso la cittadinanza. Davanti alla stazione Nyugati di Budapest si fermano continuamente le auto di comuni cittadini che portano generi di prima necessità: alimenti, articoli per l’igiene, scarpe, vestiti e giocattoli. Questi vengono distribuiti dalle volontarie. L’obiettivo, secondo Anna, la coordinatrice dei volontari, è quello di dare ai profughi in arrivo la sensazione di benvenuto e di assisterli, con quanto necessario, nel trasferimento agli appositi centri di accoglienza. Talvolta capita che un malato debba venire accompagnato all’ospedale.

Nessuno dovrebbe essere costretto a dormire per strada!

Il passo successivo è un centro di volontariato civile. Eszter è la padrona di un grosso ristorante nei pressi della stazione centrale di Budapest. Senza fare tante storie ha adibito una parte della cucina a magazzino e centro di smistamento degli alimenti; nella sala accanto del ristorante hanno ora luogo regolari donazioni di materiali. Mentre stiamo visitando questa parte del ristorante dobbiamo subito uscire: è arrivato un furgone di una catena di ristorazione turca carico di alimenti che devono essere scaricati nel magazzino. Qui lavorano 24 ore su 24, dandosi il cambio, numerose donne, alcuni uomini e persino due bambini; giovani ed anziani, mamme e nonne, cattolici, ebrei e musulmani. Ogni giorno vengono distribuiti alle famiglie dei profughi all’incirca 600 sandwich ed i cuochi del ristorante preparano, durante le ore libere del pomeriggio, più di 100 pasti caldi. Con le donazioni in denaro, il ristorante si fa carico di acquistare alimenti e generi di prima necessità a prezzi di commercio all’ingrosso.

Reportage fotografico: Miklós Klaus Rózsa | © photoscene.ch

Miklós Klaus Rózsa e traduzione dal tedesco di Gianluca Lori