La Comunità rom dà il buon esempio.

Intervista a Francesco Mucciardi Consigliere circoscrizionale di “Cambiare Messina dal Basso”.
Francesco, raccontaci chi sei e da dove nasce il tuo impegno come attivista di CMdB e come consigliere della V° circoscrizione…
Mi chiamo Francesco Mucciardi, ho 31 anni, sono nato a Montebelluna (TV) ma vivo a Messina da 26 anni, ho studiato Biologia ed Ecologia Marina all’Università, cogestisco un Caf-Patronato, e sono Consigliere della V Circoscrizione per il Movimento “Cambiamo Messina dal Basso”.
Dopo alcuni anni di attivismo, spesso con ruoli di organizzazione e comunicazione, in particolare nel Movimento “Rete No Ponte” e in alcune associazioni politiche di sinistra radicale, senza mai però esser stato iscritto ad un partito, a marzo del 2013, dopo le sollecitazioni di compagni ed amici e dello staff di Renato Accorinti, accetto la loro proposta di candidarmi a Consigliere della V Circoscrizione, il quartiere dove abito.
Conoscevo Renato da quattro anni, avevo partecipato a tante iniziative da lui organizzate negli anni precedenti, raccolto anch’io firme per invitarlo a candidarsi, ed aderito da subito al suo movimento “Cambiamo Messina dal Basso” nato a gennaio 2013.
Scelsi di candidarmi a Consigliere di Quartiere perché ho sempre creduto che in Politica (quella con la P maiuscola) si debba cominciare dal basso, con molta umiltà. Lo feci perché voglio servire i cittadini, difendere i più deboli, farmi strumento delle nostre lotte portandole anche all’interno delle Istituzioni, farmi megafono della gente comune e in particolare degli ultimi.
Sono Consigliere pur continuando a pensare che i Movimenti siano per una persona lo strumento in assoluto migliore e più bello dell’impegno politico, e che le Istituzioni attuali siano invece piene di difetti, ormai troppo lontane dai bisogni reali della popolazione. Ma l’ho fatto soprattutto per questo, per provare nel mio piccolo a cambiarle dall’interno, a crearne di nuove, ed ad istituzionalizzare le Assemblee pubbliche cittadine. Perché volevo che tramite me si candidasse un gruppo dell’esperienza movimentista messinese.
Perché volevo, e voglio ancora, che tramite me il Quartiere possa diventare davvero un bene comune autogestito da tutti in prima persona.

Parlaci dei Gruppi Territoriali messi in moto da CMdB. Quale messaggio vogliono mandare agli abitanti di una città come Messina?
Il Movimento “Cambiamo Messina dal Basso”, in modo assolutamente unico ed originale in Italia, si è strutturato dopo le elezioni.
E’ composto da gruppi tematici, gruppi territoriali, Coordinamento ed Assemblea dei firmatari della Carta d’Intenti. Quest’ultima è la carta dei principi del Movimento, che bisogna firmare e condividere per aderire al suddetto (non ci sono tessere infatti). Il Coordinamento è il gruppo direttivo ed organizzativo del Movimento, eletto dall’Assemblea. I gruppi tematici (a cui può partecipare chiunque, anche i non firmatari, senza però diritto di voto) sono i gruppi che si occupano di specifici argomenti, come i servizi sociali, le pari opportunità, lo sviluppo economico, i rifiuti, l’immigrazione, ecc. Mentre i gruppi territoriali sono i gruppi delle 6 Circoscrizioni di Messina, uno per Circoscrizione. Sono anch’essi aperti a tutti (sempre con diritto di voto solo per i firmatari della Carta), si riuniscono nel territorio, hanno scelto tra i partecipanti dei “referenti” (almeno due, preferibilmente uomo e donna) che si interfacciano continuamente con il Coordinamento del Movimento, organizzano riunioni ed iniziative, sia all’aperto d’estate che al chiuso d’inverno, ed anche assemblee popolari di quartiere.
Il messaggio che vogliamo mandare alla città è soprattutto quello della partecipazione, infatti questo Movimento non prevede tessere, e l’organizzazione di varie iniziative e riunioni sul territorio hanno proprio lo scopo di invitare tutta la cittadinanza a partecipare attivamente nel prendersi cura del proprio quartiere, della propria città e dei beni comuni.

Parlaci di ciò che è accaduto il 13 febbraio nella tua circoscrizione, in particolare, del coinvolgimento dell’Associazione Baktalo Drom. Com’è nato questo bellissimo ‘sodalizio’?
Il 13 Febbraio scorso è stata compiuta la prima scerbatura e pulizia delle 3 grandi aiuole della “Rotatoria Verzera” da parte dell’Associazione “Bahktalo Drom” della Comunità Rom del villaggio Matteotti all’Annunziata.
Nata da un’idea in particolare del Presidente dell’Associazione Feri Zai (che ho conosciuto di persona in campagna elettorale), sostenuta dal sottoscritto, approvata da tutto il Consiglio della V Circoscrizione e dal Presidente Morabito, e grazie al parere positivo del Dipartimento Verde Pubblico del Comune di Messina, la rotatoria è stata adottata da poco dall’Associazione per un anno!
La prima scerbatura è stata effettuata insieme al Circolo “Legambiente Messina”, al Comitato “Risaniamo Casa Nostra” di Giostra, al mio collega Consigliere della V Circoscrizione Marcello Cannistraci, all’Assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua, ed ad alcuni attivisti del Movimento “Cambiamo Messina dal Basso”.
Da parte dei membri dell’Associazione Bahktalo Drom è stato anche apposto nell’aiuola un cartello artigianale per indicarne l’adozione. Ovviamente la rotatoria conserverà il suo nome.

Cosa puoi dirci della Comunità rom di Messina in termini di integrazione e come è percepita in città? In questo contesto, che valore ha quanto accaduto il 13 febbraio?
Nel 2011, dopo tanti anni di degrado materiale e morale, viene sgomberato dalle autorità cittadine il campo rom di san Raineri nella zona falcata. Così la Comunità Rom, dopo varie peripezie dovute al fatto che nessun quartiere voleva originariamente ospitarli (anche purtroppo con azioni di protesta eclatanti e violente), a fine 2011 vengono trasferiti al villaggio Matteotti, all’Annunziata, e viene avviato con loro il progetto di autocostruzione delle loro abitazioni.
Sempre nel 2011 la comunità aveva compiuto alcune azioni di pulizia e scerbatura dal basso, insieme al Circolo Arci “Thomas Sankara”, in particolare alle aiuole e allo spartitraffico di Villaggio Aldisio, e nella zona antistante Villa Sabin, nell’ambito del progetto “I rom nella città: iniziativa di inter-azione e riqualificazione urbana”, ideato dall’Arci proprio per sostenere l’integrazione della comunità in città.
Dunque, all’Associazione Bahktalo Drom, composta da alcuni membri della comunità, ed al sottoscritto, questo dell’adozione di una rotatoria è parso il giusto passo in avanti, la buona prosecuzione di quel percorso. Per dare adesso un contributo per rendere più pulito ed accogliente il villaggio Annunziata, sentendosi la Comunità Rom ormai dopo 4 anni parte integrante dello stesso.
I componenti dell’Associazione hanno sottolineato infatti che vorrebbero vedere la città di Messina, la loro città, più pulita, e tutti i cittadini più partecipi, più attivi, a costituire un’unica grande comunità, prendendosi cura del proprio territorio, per la riqualificazione urbana, in difesa dei beni comuni.
Purtroppo ancora in città la diffidenza verso i rom è forte (anche al rione Matteotti stesso), ma certamente dopo questi ultimi anni, e con azioni come questa del 13 febbraio e con questa adozione, è e sarà sempre più difficile a Messina associare la parola rom a quelle di ladro e fannullone.

Come vedi invece, le nuove generazioni rom…

I figli della comunità rom del Matteotti sono nati in Italia, dunque sono cittadini italiani a tutti gli effetti. La maggior parte sono bambini, per i quali infatti da alcune settimane, su proposta dell’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune, si sta lavorando con associazioni, volontari ed il Quartiere, per organizzare un doposcuola d’italiano da tenersi proprio in alcuni locali liberi adiacenti all’asilo del villaggio Matteotti (rivolto anche ai loro adulti che non conoscono bene la nostra lingua).
Per quanto riguarda i più grandi invece, sono dei giovani assolutamente identici ai ragazzi italiani, con gli stessi gusti, abiti, comportamenti, preferenze musicali e sportive.
I problemi di convivenza con i messinesi difatti sono soprattutto con gli adulti. I giovani invece vivono più in città che al rione e sono, come dicevo, perfettamente integrati con i coetanei messinesi!

Intervista a cura di Sofia Donato