Anche oggi le cronache che Stefano Dotti, dell’Associazione Umanista IoMondo, ci manda dal Burkina Faso.

1 novembre 2014   23.00 – È stata una giornata lunga e, per certi versi, faticosa. Come togliere un coperchio ad una pentola che ha accumulato pressione per 27 anni. Tutti parlano, raccontano, commentano, spiegano e si sfogano.  Sono diventati tutti politologi. E anche quando senti le analisi più bizzarre devi stare ad ascoltare per il rispetto e la riconoscenza che devi a questa gente. Ho sentito dire che il presidente, scappato in Costa d’Avorio, si sta riorganizzando per ritornare con un esercito e riprendere il paese. Come se fossimo sul set del Signore degli Anelli. Tuttavia questo clima mi piace e mi ricorda i racconti dei nonni sul dopoguerra italiano.

Stamane centinaia di cittadini sono scesi nelle strade a ripulire tutto. Ci siamo aggiunti (anche per questo sono stanco) ed è stato bellissimo: la consapevolezza di aver scritto un importante pagina della storia dell’umanità e l’urgenza di riprendere il cammino della vita, puliti dentro e fuori. Un senso di civismo straordinario, e non siamo in Svizzera. Anche sul fronte politico militare ci sono state novità straordinarie che vale la pena raccontare.

Dopo la sommossa il Gen. Traoré rilascia una dichiarazione pubblica in cui dice che la situazione è sotto controllo, che lui gestirà e garantirà al paese la transizione. Con la consueta formula finale del comunicato conclude: Ouagadougou, 31 ottobre 2014, firmato Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Gen. Traoré.

Tutto bene? Per niente! Si dimentica di aggiungere: Presidente Provvisorio. Questo dettaglio significa che un presidente esiste ancora in Burkina. Semplice: per il Generale Traoré, Blaise Compaoré è ancora presidente. Puntualmente qualche ora dopo dal suo esilio il coniglio scappato fa una dichiarazione dicendo che è pronto a prendere in mano la situazione garantendo le elezioni. Tutto è chiaro. La gente scende in piazza, circonda il palazzo e chiede la testa del subdolo traditore. Il Gen. Traoré viene arrestato e questa volta si presenta al popolo il Gen. Zidà.

Lui sostanzialmente dice le stesse cose ma sottolinea fortemente che non c’è stato un colpo di stato. (ve l’avevo detto no) “che c’è stata una sommossa popolare in cui il popolo burkinabè ha preso in mano il proprio destino e che l’esercito garantirà la sovranità popolare fino alle elezioni che si svolgeranno entro 90 giorni”. Infine non si dimentica di firmare: Presidente Provvisorio.

Questo racconto potrà sembrare troppo dettagliato ma la vita è una questione di dettagli. A volte una parola può cambiare una storia. Un dettaglio può cambiare il destino. E poi i burkinabè stanno molto attenti ai dettagli ed è quello che successo.

La gente ora è più tranquilla, rassicurata. Oggi tutto funzionava anche se resta il coprifuoco dalle 19 alle 6 del mattino.  E’ iniziato il lungo cammino verso la transizione. Ora resta da vedere come reagiranno i poteri forti internazionali.  Non mi stanco di dire che questa sommossa popolare nonviolenta spaventa molti potenti per il modello che può rappresentare nel continente africano e molto più in là.

Sarà necessario vigilare e “strutturare” la rivoluzione, lavorare con le nuove generazioni per convincerle che non conviene seguire le sirene del denaro e del successo a tutti i costi. Bisognerà seminare l’immagine umanista della Nazione Umana Universale “senza il ridicolo timore di non essere capiti”. La gioventù burkinabé è pronta per questo: ne sono convinto da anni. Io sono pronto a fare la mia parte e ringrazio tutti coloro (sono tanti) che mi hanno aiutato ad essere umanista.

Leggi anche gli altri articoli di Stefano Dotti sul Burkina Faso:

Cronache dal Burkina: prima puntata 

Cronache dal Burkina, seconda puntata

Cronache dal Burkina: una manipolazione è incomnciata (la quarta puntata)