[foto tratta dal sito dell'ISIE (Instance Supérieure Indépendante pour les Élections)]

La vittoria della formazione Nidaa Tounès è stata ufficialmente confermata dalle autorità tunisine. Il partito laico ha ottenuto 85 seggi sui 217 del Parlamento del paese. Il partito islamista Ennahda costituisce la seconda forza politica dell’assemblea con 69 seggi. L’Unione Patriottica Libera (UPL) partito del ricco uomo d’affari Slim Riahi è la terza forza politica con 16 seggi seguito dal Fronte Popolare, coalizione di sinistra ed estrema sinistra, con 15 seggi mentre il partito Afek Tounès ottiene 8 seggi. (fonte France 24)

All’indomani della primavera araba, la Tunisia ha vissuto un’epoca di grandi dispute politiche contornate inoltre da diversi attacchi terroristici e da una situazione economica molto critica. Ciò nonostante, l’intento della classe politica tunisina, sebbene molto eterogenea ideologicamente, è stato quello di lavorare unitamente per scrivere una Costituzione e per indire delle elezioni democratiche.

La tornata elettorale appena conclusa, sembra essere la dimostrazione dell’acquisizione di una nuova consapevolezza da parte del paese e sembra avere condotto alla maturazione di uno spirito democratico non solo da parte dei politici ma anche da parte del popolo. Se, il primo grosso ostacolo che porta verso la strada della democrazia sembra essere stato oltrepassato, adesso, con i numeri venuti fuori dalla volontà popolare, le forze politiche dovranno fare prova di ulteriore coesione e di determinazione nel garantire al paese una governabilità e una crescita sociale ed economica.

Le elezioni presidenziali del 23 novembre saranno un altro banco di prova dell’avvenuta transizione democratica del paese.