Con l’aumento degli scontri iniziati il 15 Settembre nell’altra parte del confine, a Kobane (Siria), il 21 Settembre c’è stata una fuga di massa dalla Siria verso la Turchia da parte delle persone che scappavano dagli attacchi dell’ISIL (Stato Islamico dell’Iraq e del Levante). Nel frattempo il confine dalla parte della Turchia si è riempito di soldati e poliziotti ed un gruppo di persone hanno tirato su delle tende per attendere gli arrivi. Il giorno dopo i soldati hanno smantellato le tende ed hanno sparato  lacrimogeni e acqua verso le persone che attendevano gli arrivi dalla Siria. Secondo il portale di notizie Sendika.org sono rimaste ferite 70 persone durante gli scontri tra cui anche il parlamentare nazionale Hüsamettin Zenderlioğlu dell’HDP(Partito Democratico dei Popoli). Durante la giornata i soldati hanno permesso l’ingresso delle persone che fuggivano dalla Siria ma non hanno permesso il rientro delle persone in Siria una volta che hanno lasciato le loro famiglie in Turchia.

Il 22 Settembre nonostante gli scontri, migliaia di persone hanno evaso il confine e sono andate a raggiungere alle unità di difesa popolare di Rojava(YPG) per combattere contro l’ISIL. Intanto il 23 Settembre in diverse città della Turchia(İzmir, Mersin, Bitlis, Hakkari ed Ankara) sono state organizzate delle manifestazioni di protesta contro la violenza in atto a Kobane. I manifestanti hanno condannato il governo AKP (Partito dello Sviluppo e della Giustizia) per il suo appoggio all’ISIL.

Sempre il 23 Settembre durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite che si è svolta negli USA il Ministro degli Affari Esteri degli Stati Uniti, John Kerry, ha comunicato ai giornalisti che dopo la liberazione degli ostaggi nelle mani dell’ISIL, la posizione della Turchia è cambiata quindi sarebbe disponibile a far parte della coalizione di 40 paesi che hanno deciso di intervenire contro l’ISIL in diversi modi tra cui anche quello militare. Infatti dopo l’Assemblea, l’appoggio è stato confermato anche da parte del Presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdogan con queste parole: “Il nostro appoggio potrebbe essere in tutti i modi: militare, politico etc. Facciamo tutto quello che ci spetta per combattere il terrorismo. Per noi è importante avere una no fly zone ed una zona sicura nella parte siriana. Anche perché abbiamo un milione e mezzo di persone provenienti dalla Siria. Questo genera un fatto negativo dal punto di vista sociologico nel nostro paese”.

Nel mentre ieri il capo militare del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan), Murat Karayilan, ha dichiarato che con l’attacco a Kobane ‘il processo di pace’ in atto tra il PKK e lo stato turco è diventato insignificante ed è praticamente finito, però Karayilan ha sottolineato che è il leader storico del movimento, ossia Abdullah Ocalan, che deve dire l’ultima parola.

Karayilan ha dichiarato che durante l’attacco a Kobane (zona di confine tra la Turchia e la Siria) il governo della Repubblica di Turchia e l’organizzazione terroristica ISIL si sono mossi insieme. Karayilan ha dichiarato “Ormai è chiaro che lo stato turco non è sincero nel processo di pace”.

Secondo la notizia del Firatnews, nell’intervista con Sterk TV, Karayilan ha detto che lo YPG (le unità di difesa popolare curda in Siria) sta realizzando una politica di allargamento della guerra in tutta la Rojava (zona autodichiarata autonoma nel nord della Siria). Con questa strategia lo YPG non mira solamente a non perdere la zona Kobane, ma cerca anche di conquistare la zona Tal Abyad.

“Tutti gli sforzi dell’ISIL e la Turchia mirano a far cadere Kobane. Poi richiederanno alla comunità internazionale di creare una zona cuscinetto in Siria.”  Karayilan ha dichiarato che la Turchia e l’ISIL si sono accordati su questo fatto e la liberazione degli ostaggi turchi(22 Settembre 2014) è legata a questo accordo.

“Quando l’ISIL si è avvicinato di 8 chilometri a Kobane, gli ostaggi turchi sono stati consegnati allo stato turco a Tal Abyad. Quindi in cambio della caduta di Kobane, l’ISIL ha deciso di liberare 49 ostaggi. Dicono che non hanno fatto un “baratto”, è vero che non hanno fatto il “baratto” ma cosa hanno fatto? Hanno tradito i Curdi. Questi 49 ostaggi sono stati liberati dall’ISIL in cambio della caduta di Kobane e del massacro del popolo curdo”.

“Come possiamo raggiungere una soluzione pacifica con lo stato turco?! Secondo noi il processo ha perso il suo significato e non ha più senso. E’ il nostro leader Ocalan che deve dire l’ultima parola sul processo.  Stiamo aspettando l’ultima parola del nostro leader Ocalan. Lo stato turco attaccando al popolo di Kobane e Suruc ha rotto il processo di pace.  Ciò che hanno fatto è una dichiarazione di guerra. ”

Oggi il 24 Settembre migliaia di persone provenienti dalle città di Diyarbakır, Van, Mardin e Şırnak si sono indirizzate verso il confine con la Siria con lo scopo di passare il confine ed entrando in località Kobane appoggiare la resistenza dell’YPG contro l’ISIL.

Articolo originale http://turchia.over-blog.com/2014/09/cosa-succede-in-confine-con-la-siria.html