Secondo giorno in Palestina per l’eurodeputata dell’Altra Europa con Tsipras Eleonora Forenza, unica eurodeputata nella zona nei giorni degli attacchi a Gaza. Questo il secondo post del suo diario di bordo, scritto ieri sera da Ramallah e pubblicato su Facebook.

“Siamo tutti essere umani allo stesso livello, o noi siamo subumani? Ci trattano come subumani e il mondo sembra dire che va bene”. Così ieri alcuni esponenti dell’ANP a Ramallah, che non riescono a nascondere la delusione e la rabbia, in primo luogo nei confronti dell’UE, da cui si aspettavano un ruolo di mediazione. Obama (e il piccolo Renzi) chiedono con forza il rilascio del soldato israeliano “sequestrato” (per dirla con Repubblica). Non una parola di condanna sull’assedio, sulla strage di civili nella striscia di Gaza: “Shockante che ci sia un massacro di questa portata sotto gli occhi di tutti. Cosa è disposta ad accettare la comunità internazionale in questo secolo?”.

Al Cairo sono andati solo esponenti dell’ANP: per chiedere, come ci hanno ribadito, la fine dell’assedio di Gaza, la riapertura dei passaggi e la continuità territoriale tra Gaza e Cisgiordania e una conferenza internazionale in cui la mediazione non sia affidata esclusivamente agli americani.
Ieri sera abbiamo incontrato anche una docente israeliana, che ci ha parlato di come vengono rappresentati i palestinesi nei libri di testo delle scuole israeliane: o come dei primitivi o come dei terroristi. Nelle cartine, “silenzio geografico” sui territori palestinesi. I libri di storia forniscono una giustificazione ai massacri, mentre i media tacciono su quelli in corso. Nessuna notizia delle manifestazioni nel mondo contro l’eccidio di Gaza arriva nelle tv israeliane. Ieri la manifestazione a Tel Aviv contro la guerra è stata vietata. Il solo nominare la sofferenza dell’altra parte viene considerato tradimento.

Agli esponenti dell’ Anp e ai palestinesi, invece, le notizie delle manifestazioni di solidarietà arrivano. E ci hanno ribadito quanto siano importanti. Quindi anche se sappiamo che è poco, è pochissimo, non smettiamo di farlo. Non smettiamo di manifestare per il popolo palestinese. Con loro, senza se e senza ma.