Il 5 giugno 2013 a Smirne sono state arrestate 29 persone: secondo l’accusa hanno “invitato i cittadini a ribellarsi e disobbedire alle leggi”.

Mentre la rivolta continuava anche a Smirne, il Reparto di Criminalità Organizzata della Polizia ha deciso di aprire un’inchiesta contro 38 persone, arrestandone 29 a causa dei tweet scritti sul social network www.twitter.com.

Le persone arrestate sono state portate vie dalle proprie abitazioni e dai dormitori universitari e private dei cellulari.

Secondo il loro avvocato, İmdat Ataş, gli arresti si basano sugli articoli 214 e 217 del Codice Penale e il reato è quello di “Invito ai cittadini a ribellarsi e disobbedire alle leggi”.

La rete dei giornalisti indipendenti BiaNet ha pubblicato, secondo le dichiarazioni dell’avvocato Atas, i tweet “colpevoli”:

* Gündoğdu ha bisogno di aiuto. Non riusciamo a stare dietro alle pulizie. Abbiamo bisogno di guanti e sacchetti dell’immondizia.
* Se provocate il vostro popolo manganellandolo e sparando dei lacrimogeni tutti ne subiamo le conseguenze. La nostra polizia deve fare la cosa giusta, deve preservare la pace.
* Non vi agitate, non distruggete nulla e non date fuoco a niente. Camminate soltanto, belle persone
* C’è un’ambulanza che aspetta davanti al Rettorato dell’Università DEÜ
* Non lo fate e non permettete che lo facciano: 1-ogni tipo di dichiarazione razzista, 2-sostenere i partiti politici, 3-disinformazione, 4-provocazione, 5-slogan con parolacce

* Rispettate per cortesia i giornalisti presenti alle manifestazioni
* Condividete i numeri dei taxi di Alsancak-Izmir

Va ricordata la dichiarazione del Primo Ministro Recep Tayyip Erdogan sui social media: “Esiste un problema che si chiama Twitter. Qui si trovano falsità ed esagerazioni. Secondo me i social media sono uno dei problemi più importanti della società e delle società di oggi. Le foto vengono truccate usando Photoshop per mostrare cadaveri!”

 http://bianet.org/bianet/insan-haklari/147244-ambulansa-yol-acin-tweet-ine-sorusturma

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