Il Premio Nobel Amartya Sen, intervenendo alla Conferenza FAO, chiede un approccio più ampio per porvi fine.

Se il mondo vuole sconfiggere la fame, è necessario affrontarne tutte le cause contemporaneamente, in particolare la povertà, e non concentrarsi solo sulla maggiore produzione di cibo, ha affermato Amartya Sen, Premio Nobel per l’Economia, intervenendo all’apertura dei lavori della 38° Sessione della Conferenza della FAO (15-22 giugno) in corso a Roma.

Tenendo una lectio magistralis sulla sicurezza alimentare nell’ambito del McDougall Memorial, Sen ha detto: “Tra i ​​principali fattori alla base del protrarsi della fame nel mondo vi è l’enorme dimensione della povertà, nonostante la crescente prosperità del mondo moderno, sia in termini assoluti che relativi.”

“La povertà può essere aggravata da problemi sul versante della produzione anche perché  l’approvvigionamento alimentare rimane indietro rispetto alla domanda alimentare e ciò tende a far aumentare i prezzi dei prodotti alimentari, e far diventare molte famiglie ancora più povere, considerato il loro reddito”, ha detto Sen.

Sen ha sottolineato che fame e denutrizione non sono elementi uniformi all’interno di uno stesso paese, di una comunità, o anche tra gli individui all’interno della stessa famiglia. Nell’analizzare le cause della fame, ha aggiunto, i governi dovranno prendere in considerazione “norme sociali e assodate convenzioni di condivisione”, soprattutto tra uomini e donne, ragazzi e ragazze.

Amartya Sen nel 1998 ha vinto il premio Nobel per l’economia per la sua teoria rivoluzionaria che la denutrizione e la fame estrema sono la conseguenza della mancanza di acceso a una quantità di cibo sufficiente – quello che lui definisce un diritto ineludibile – e non di un’insufficiente disponibilità di cibo in un determinato paese o regione.

Il Direttore Generale della FAO, José Graziano da Silva, nel suo intervento introduttivo ha fatto notare come l’approccio di Amartya Sen abbia spostato il dibattito sulla fame dalla produzione alimentare all’accesso e dalla carità a un approccio basato sui diritti, che ha trasformato radicalmente il modo in cui si combatte la fame e la povertà oggi.

Il problema della fame in Africa

Nel suo intervento Sen ha fatto notare come in Africa non si sia registrato un aumento costante della disponibilità di cibo pro-capite, come invece sta avvenendo Asia.  In Africa, nel 2011, la produzione alimentare pro-capite era solo il 4% più alta rispetto alla media del 2004-6, ed era il  2% più bassa nel 2010.

“Quindi è giusto dare importanza alle iniziative politiche tese a incrementare la produzione alimentare in Africa in modo più energico di quanto non sia accaduto sinora”, ha proseguito.

Sen ha esortato i paesi dell’Africa a prendere in considerazione la diversificazione delle loro economie, anche attraverso l’industrializzazione.

“Per la sicurezza e la stabilità economica di lungo periodo in Africa, la diversificazione economica è decisiva”, ha detto. “Non vi è ragione alcuna di credere che a differenza di tutte le altre popolazioni del mondo, gli africani non possano riuscire ad avviare processi di industrializzare con successo. Sostenere questo punto di vista, come un canone di fede, temo sia indice di uno strano tipo di razzismo.”

Il superamento dei conflitti militari e civili, l’ampliamento della governance democratica, e anche lo sviluppo di istituzioni di mercato, sono ulteriori condizioni necessarie per riuscire a porre fine alla fame nel continente.

“La politica deve anche provvedere ad estendere l’assistenza sanitaria, i servizi di pianificazione familiare, l’istruzione di base, in particolare delle donne, e le disposizioni di sicurezza sociale “, ha detto Sen. “Tutto ciò può contribuire – direttamente e indirettamente – alla sicurezza alimentare, a buoni servizi sanitari, e ad una  economia nell’insieme più di successo, compreso un prospero settore agricolo”.

Assistenza sanitaria, istruzione e fame

Amartya Sen ha poi denunciato il problema della denutrizione materna, che a suo dire non solo rovina la salute delle madri, ma causa gravi problemi di salute ai bambini con scarso peso alla nascita. “Per prevenire il persistere della malnutrizione, bisogna dare maggiore attenzione all’assistenza sanitaria in generale, e in particolare alla prevenzione delle malattie endemiche che impediscono l’assorbimento delle sostanze nutritive”.

“E’ stato ampiamente dimostrato che anche la mancanza di istruzione di base contribuisce alla denutrizione, in parte perché la conoscenza e la comunicazione sono importanti, ma anche perché la possibilità di avere posti di lavoro e di reddito dipendono dal livello di istruzione.”

Sen ha poi concluso dicendo: “Queste diverse influenze, che operano insieme, richiedono che non si isoli solo uno di questi fattori, e semplicemente concentrarsi su quello. Dobbiamo fare molte cose diverse e tutte insieme.”

Frank Lidgett McDougall, nativo dell’Australia, è stato uno dei fondatori della FAO.  Ogni due anni, prima della Conferenza FAO, una personalità di spicco che lavori nel settore dell’agricoltura e dell’alleviamento della fame tiene una lectio magistralis  nell’ambito McDougall Memorial.

Fonte: Fao News www.fao.org