Presentata alla Camera dei Deputati una mozione firmata da 158 onorevoli (appartenenti ai gruppi di Sinistra Ecologia e Libertà, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico) che chiede la cancellazione della partecipazione italiana al programma del cacciabombardiere F-35. La Campagna “Taglia le ali alle armi” esprime la propria soddisfazione in merito e chiede che si definisca in tempi brevi una discussione parlamentare seria e basata su dati reali ed approfonditi.

 

“Un buon passo verso l’interruzione la cancellazione della partecipazione italiana al programma per il cacciabombardiere F-35” in questo modo si esprimono i portavoce della Campagna “Taglia le ali alle armi” che dal 2009 si oppone alla partecipazione italiana a questo mastodontico e inutile programma internazionale di armamento.

“La presentazione odierna di una mozione alla Camera dei deputati firmata da oltre 150 onorevoli è sicuramente un passo fondamentale per riaprire la discussione sugli F-35 – sottolinea Andrea Baranes portavoce di Sbilanciamoci! – e come sottolineato da tempo dalla nostra mobilitazione dimostra che in Parlamento si potrebbe trovare già oggi una maggioranza per fermare il progetto”. Sin dai giorni immediatamente successivi le elezioni dello scorso febbraio la Campagna “Taglia le ali alle armi” ha sottolineato come le dichiarazioni elettorali dei principali leader politici dimostrassero come oltre i due terzi dell’attuale Parlamento si dovrebbero e potrebbero dire contrari all’acquisto dei caccia di fabbricazione statunitense.

“I costi fuori controllo, le problematiche tecniche, i tempi sempre più allungati, ma soprattutto l’uso di uno strumento di attacco che mal si concilia con la nostra Costituzione e con un modello di difesa che ancora non è stato ridiscusso – sottolinea Flavio Lotti portavoce di Tavola della Pace – dimostrano come la battaglia per la cancellazione degli F-35 sia ancora oggi fondamentale”.

Eppure il Ministro della Difesa in sue recenti dichiarazioni ha continuato a confermare l’inderogabilità dell’acquisto senza però fornire ulteriori e più concrete motivazioni ma anzi definendo i cacciabombardieri d’attacco con capacità di portare armi nucleari come uno “strumento di pace”. Parole da ritenersi sconcertanti, poiché si rifanno ad un idea di Pace primitiva e lontana anni luce dai valori costituzionali espressi nell’articolo 11 oltre che dal desiderio diffuso di Pace che anima tante persone in questo paese .

“Le dichiarazioni sono inoltre pericolose – commenta Francesco Vignarca coordinatore di Rete Disarmo – perché di fatto sottendono la possibilità per l’Italia di andare in giro per il mondo a bombardare quando ritenuto utile ai nostri interessi. Una scelta che non può certo essere decisa dal solo Ministro ma che, in un caso che non ci auguriamo, dovrebbe scaturire da un mandato parlamentare; mandato che il Governo non ha, soprattutto perché la Costituzione dice altro”.

Tutto ciò dimostra invece la necessità di una discussione parlamentare in merito agli F-35 e non solo, per ridare proprio nostro Parlamento la centralità rispetto a questo tipo di scelte che sono problematiche e costose.

Senza dimenticare che in un periodo storico di crisi in cui molte delle iniziative necessarie per welfare, cassa integrazione, rispetto del referendum sull’acqua pubblica vengono bloccate per mancanza di fondi un’ingente quantità di denaro pubblico viene impiegata per acquisti di natura militare. Punto che rende delicata la declinazione delle politiche pubbliche in vera ottica democratica.

“Il testo della mozione non prevede solo la cancellazione del programma F-35 – sottolinea Massimo Paolicelli della Rete Disarmo – ma chiede che ci sia una ridefinizione del Modello di difesa che deve venire prima di qualsiasi scelta sulla strumentazione d’armamento. E’ poi inaccettabile che la Difesa continui a lamentarsi sulle risorse a propria disposizione. Il nostro Paese non destina alle Forze Armate lo 0,84% del P.I.L. come ripetutamente affermato e a smentire tale affermazione ci sono dati NATO (che attribuisce all’Italia una spesa dell’1,4% del P.I.L. rispetto ad una media europea dell’1,6%) e che sottolineano come il nostro Paese spenda più della Spagna e come la Germania. L’Italia per la Difesa spende tanto e male: è giunta l’ora di darci un taglio reale

La discussione in aula che seguirà la presentazione odierna della mozione (il cui testo è in allegato) potrà essere dunque e ancora una volta l’occasione per far crescere la consapevolezza che l’acquisto dei caccia F-35 non possa essere condotto e deciso sulla base di dati parziali e non corretti, come invece fatto in tutti questi anni. Speriamo che tale occasione venga finalmente colta poiché la Campagna “Taglia le ali alle armi” da tempo ha sottolineato come le stime del Ministero riguardo ai costi, ai tempi, e alle ricadute occupazionali e tecnologiche siano assolutamente falsate e non corrispondano a verità. Il costo di acquisto dei 90 caccia previsti si attesterà su 14 miliardi di euro mentre il costo “di vita” dell’intero programma supererà i 50 miliardi di euro, come dimostrato dalle stime della nostra Campagna in allegato a questo comunicato e mai smentite.

 

 

La petizione online e i documenti della Campagna “Taglia le ali alle armi” contro la partecipazione italiana al progetto F-35 sono raggiungibili all’indirizzo

 

www.disarmo.org/nof35

 

Ulteriori informazioni sulla campagna si possono trovare anche sui siti delle organizzazioni promotrici:

 

www.perlapace.it (Tavola della Pace) – www.sbilanciamoci.org (Campagna Sbilanciamoci!) – www.disarmo.org (Rete Italiana per il Disarmo).