
foto da www.lavallecheresiste.info
La Direzione generale trasporti della Commissione europea non vuole rendere noto come sono stati utilizzati i finanziamenti europei destinati alla realizzazione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità Lione-Torino. Numerose sollecitazioni scritte sono state inviate negli ultimi sei mesi dall’associazione Re:Common alla Direzione generale trasporti della Commissione europea per sapere nel dettaglio quali studi e quali lavori sono stati pagati con i soldi dell’UE e quindi dei contribuenti europei.
La Commissione europea ha negato la disponibilità a divulgare, le informazioni in suo possesso affermando che “i documenti fanno capo a soggetti terzi… che non intendono renderli pubblici e non crediamo che ci sia un interesse diffuso in proposito”.
Successivamente, incalzata dai ricorrenti anche sulla base del mancato rispetto dei principi contenuti nella Convenzione di Aarhus sull’accesso alle informazioni (http://live.unece.org/
Circa l’utilizzo del denaro la Direzione generale trasporti della Commissione ha specificato che “è una questione bilaterale tra i due Stati membri, la quale non prevede il coinvolgimento della Commissione”, di fatto lavandosene le mani e negando un ruolo di supervisione.
Adottando questa condotta la Direzione generale trasporti della Commissione avrebbe violato l’articolo 15 del Trattato che regolamenta il funzionamento dell’UE, dal momento che la Commissione deve rispondere del suo operato ai cittadini, che devono sapere come vengono impiegati i loro soldi.
Nello specifico, le condizioni generali della Decisione di finanziamento prevedono che le richieste in merito ai pagamenti devono essere sostanziate da rapporti tecnici e rapporti finanziari, oltre che da informazioni su contratti, sub-contratti ed eventuali studi che riguardino il progetto. Non è quindi possibile che la Commissione europea non sia a conoscenza di come siano stati utilizzati i soldi dagli Stati Membri Italia e Francia.
Il rifiuto a rendere pubblica quest’informazione viola anche i principi della Convenzione di Aarhus in materia di accesso alle informazioni ambientali che privando i cittadini della conoscenza circa la destinazione dei fondi europei.
“Ricordiamo che la Torino-Lione è, così come la definisce il Movimento No TAV, una grande opera inutile e imposta, a cui si oppone la maggioranza dei Comuni della Valle di Susa per cui riteniamo che sia evidente l’esistenza di un interesse pubblico per avere accesso a tutte le informazioni relative alla realizzazione del progetto” ha dichiarato Paolo Prieri del Presidio Europa del Movimento No TAV.
“Invece di scoraggiare la partecipazione dei cittadini, la Commissione europea dovrebbe adottare una posizione neutrale e rispettare i pilastri dell’ordinamento europeo e il dettato della Convenzione di Aarhus, con questo atteggiamento dà manforte all’opacità dell’operazione Torino Lione” ha aggiunto Caterina Amicucci di Re:Common.
Per far valere le loro ragioni, Re:Common e il Presidio Europa No TAV hanno fatto ricorso all’Ombudsman europeo(http://www.ombudsman.europa.
I cittadini e le associazioni continuano ad esercitare la loro vigilanza contro ogni spreco del denaro pubblico a livello nazionale ed europeo.