Oggi e’ una giornata storica per la citta’ di Taranto: l’eta’ dell’acciaio e’ finalmente chiusa.

I tarantini possono riprendere in mano il loro destino e tornare protagonisti della propria storia.

APPELLO

A tutte le famiglie dei lavoratori Ilva, a tutte le famiglie segnate da lutti e malattie, a tutti gli allevatori, i mitilicoltori e i cittadini che a qualunque titolo hanno subito, loro malgrado, la presenza ingombrante della grande industria, vogliamo porgere la nostra solidarieta’, la nostra partecipazione alle loro apprensioni e alle loro speranze, e la nostra convinta fiducia in un futuro dove lavoro e salute non saranno piu’ diritti in conflitto, e nessuno di noi sara’ piu’ costretto a temere ne’ la morte per diossina ne’ la privazione per disoccupazione.

Questa importante pagina di storia non l’hanno scritta ne’ i politici che ci hanno governato, ne’ gli industriali che ci hanno inquinato, ma coloro che hanno sostenuto con onesta’, coraggio e determinazione una dura battaglia per l’affermazione della legalita’ e del diritto alla salute garantito dalla nostra Costituzione.

La storia di tante citta’ europee riconvertite con successo dall’industria siderurgica allo sviluppo sostenibile ci fa ritenere che anche a Taranto sara’ possibile un futuro virtuoso, dove la ricchezza della nostra bella terra possa diventare lavoro per tutti e non solo profitto per pochi.

Ora abbiamo davanti una occasione storica da non farci sfuggire, una pagina bianca da scrivere con fiducia, dove la nostra comunita’ cittadina potra’ finalmente tracciare in piena liberta’ la propria Storia, scommettendo sul patrimonio di competenze, dignita’ e coraggio di cui i tarantini hanno dato ampia prova nell’eta dell’acciaio che finalmente e’ giunta alla sua inevitabile conclusione.

Al termine di questo percorso chiediamo una seria assunzione di responsabilita’ da parte delle istituzioni e del governo nel sostenere il processo di bonifica necessario per restituire quei territori alla loro vocazione agricola,  turistica, commerciale e culturale. I principi che ci guidano sono molto chiari: chi inquina paga, il lavoro e la salute sono diritti costituzionali che lo Stato deve impegnarsi a garantire.

Chiediamo che i lavoratori dello stabilimento siano immediatamente riassorbiti dallo Stato per i progetti di bonifica del territorio.  Occorre trasformare Taranto in un centro di eccellenza della riconversione Industriale.

Chiediamo che siano destinati alla tutela del reddito dei dipendenti e alla bonifica dell’area siderurgica, gli immensi profitti accumulati dal Gruppo Riva.

La societa’ civile tarantina metta gratuitamente a disposizione le competenze per contribuire a tracciare, in un percorso
aperto e partecipativo, quello che sara’ lo sviluppo del territorio tarantino.

Da oggi il futuro ci e’ stato restituito, e quello che accadra’ dipendera’ solo da noi.

Taranto, 26 novembre 2012, ore 23 (orario della chiusura dello stabilimento Ilva)

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Primi firmatari dell’appello
Cinzia Amorosino
Rosella Balestra
Gabriele Caforio
Francesca Caliolo
Giovanni Carbotti
Antonella e Giovanna Coronese
Saverio De Florio
Simona Fersini
Fulvia Gravame
Carlo Gubitosa
Antonio Lenti
Cinzia Maggi
Luciano Manna
Alessandro Marescotti
Tonia Marsella
Vanni Ninni
Marina Ortini
Daniela Spera
Laura Tussi
Filomena Vitale