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Occupy WS, reportage della protesta. Intervista a Riccardo Staglianò
A sei mesi dall’inizio della protesta newyorkese e in occasione della pubblicazione dell’instant book Occupy Wall Street. Il Reportage dentro la protesta di Riccardo Staglianò, Il Cambiamento ha colto l’occasione per intervistare l’autore e raccogliere le impressioni e la testimonianza di chi ha conosciuto il movimento dall’interno.
Sportelli informativi, wi-fi libero, bus notturni, housing sociale e un Palazzo delle professioni
“Il Genio di Palermo che è stato il simbolo della riscossa dei moti del ’48 contro l’oppressione dei Borboni è oggi diventato il simbolo del degrado di questa città. Un degrado rappresentato da quelle migliaia di giovani costretti ogni anno ad abbandonare Palermo, in quella che è ormai nota come fuga di cervelli.”
La decrescita come alternativa
Giorno dopo giorno, sui mezzi di informazione complici e sostenitori dell’attuale disastro mondiale, viene esaltato il concetto di “crescita”, preso come sinonimo di successo e progresso. Sembrerebbe anche logico, se uno fa “progressi” registra un miglioramento in molti aspetti materiali e immateriali della propria vita. Si tratta però di un concetto che merita una discussione.
“Una vittoria del popolo con dignità”
Aung San Suu Kyi è di nuovo, dopo 22 anni, deputato del suo paese. Ha stravinto, insieme al suo partito, la Lega Nazionale per la Democrazia, le elezioni suppletive che si sono svolte questo fine settimana. Potrebbe essere l’inizio della fine di una delle dittature peggiori del pianeta. La Premio Nobel per la Pace ha commentato la vittoria invitando al rispetto degli avversari.
La causa degli aumenti non sono le rinnovabili
«Il caro bollette, che arriva come una mannaia sulla fragile economia delle famiglie italiane, non può e non deve giustificare alcuna bugia. La vera causa di questi aumenti non sono gli incentivi alle fonti rinnovabili» commenta Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia.
Giustizia per i migranti e le loro famiglie
A seguito delle dichiarazioni del ministro Andrea Riccardi, relative al riconoscimento da parte del governo italiano delle responsabilita’ per la morte nel Mediterraneo, nel marzo 2011, di 63 migranti partiti dalla Libia e in rotta per l’Italia, Amnesty International Italia ha sottolineato la necessita’ che vi sia giustizia per le vittime, i loro familiari e i sopravvissuti.









