Nello scorso settembre il Presidente degli Stati Uniti – Donald Trump ha dichiarato “ abbiamo un’opzione militare per il Venezuela, se necessario”.
Dopo diversi tentativi falliti di un colpo di stato militare nel paese, mai condannato dagli Stati Uniti, Trump ha fatto un altro passo verso questo obiettivo, riconoscendo un presidente non eletto in Venezuela.
Si tratta di una gravissima decisione unilaterale, che mira a provocare la guerra civile in Venezuela, generando un’ estrema sofferenza al popolo venezuelano.
Il Presidente degli Stati Uniti che non ha mantenuto l’impegno sull’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, che ha rotto il quadro dei negoziati di pace in Medio Oriente, che ė uscito dall’accordo sul nucleare con l’Iran, che costruisce muri contro i migranti e chiude i bambini in gabbie al confine con il Messico, non è certamente preoccupato dei diritti umani e della democrazia in Venezuela.
Donald Trump è interessato a controllare le maggiori riserve petrolifere del mondo e, secondo le sue stesse parole, è disposto a fare la guerra per ottenerlo.
La conferma dell’obiettivo degli Stati Uniti sta nella consegna delle entrate  derivanti della vendita del greggio nella mani del presidente autonominato.
L’Unione Europea e gli Stati dell’Unione dovrebbero sostenere il dialogo, offrire mediazione, sostegno internazionale e promuovere una risoluzione della crisi che inevitabilmente avverrà attraverso negoziati tra le parti. L’ultimatum per lo svolgimento immediato delle elezioni da parte della Unione Europea non è percorribile, le elezioni che hanno visto la vittoria del Presidente Maduro sono state seguite da osservatori internazionali, tra questi il già presidente spagnolo – José Luis Zapatero, e ritenute legittime.
La proposta di elezioni immediate non è percorribile perché incoraggerebbe di fatto lo scontro e la violenza e non riconosce la sovranità del Popolo Venezuelano interferendo nella vita politica del Paese.
In nessun caso può essere chiamato democratico chi incoraggia o giustifica un colpo di stato militare o una guerra in Venezuela. Il Venezuela non può essere terreno di interventi impositivi di altri paesi o luogo di di divisioni di potere tra gli attori globali.
Noi siamo al fianco del popolo venezuelano, rispettiamo la sua volontà e auspichiamo la via del dialogo e della mediazione per la risoluzione della crisi economica, politica e sociale del Paese.
Comitato Immigrati di Roma,  Giovanna Martelli, Zaria Galliano, Jonathan Chiesa.