Tre organizzazioni della società civile hanno presentato una richiesta formale all’Agenzia Nazionale di Vigilanza Sanitaria (Anvisa) affinché sospenda le vendite di tre tipi di pesticidi utilizzati nella produzione agricola. Il documento, firmato dalla Campagna Permanente Contro i Pesticidi e per la Vita, dalla Fondazione Oswaldo Cruz (Fiocruz) e dall’Istituto Brasiliano per la Protezione del Consumatore (Idec), è stato consegnato il 15 dicembre 2025 e richiede una nuova valutazione di glifosato, atrazina e alaclor. Il motivo principale della richiesta è stato l’annullamento di uno studio scientifico sul glifosato, utilizzato come base dagli enti regolatori per oltre due decenni. Di questo ne parliamo con Antonio Lupo, oncologo ed ematologo ex-aiuto primario all’Ospedale Niguarda di Milano, membro di Medici per l’Ambiente -ISDE e del Comitato Amigos Sem Terra Italia. Ambientalista da molti anni a fianco del Movimento Sem Terra in Brasile, con cui ha avuto esperienza di medicina territoriale; del Movimento La Via Campesina, una delle più grandi organizzazioni contadine ed ecologiste del Sud del Mondo a cui aderiscono più di 200 milioni di contadini e di Navdanya International, organizzazione ecologista e contadina internazionale fondata dall’attivista indiana Vandana Shiva, che si occupa di agroecologia e conservazioni dei semi. 

Cosa stanno chiedendo le organizzazioni ecologisti e contadine in Brasile sul fronte dei pesticidi?

Anvisa è l’ente responsabile delle analisi tossicologiche dei pesticidi rilasciati in Brasile.
Tre organizzazioni della società civile hanno presentato una richiesta formale all’Agenzia Nazionale di Vigilanza Sanitaria (Anvisa) affinché sospenda le vendite di tre tipi di pesticidi utilizzati nella produzione agricola. Il documento, firmato dalla Campagna Permanente Contro i Pesticidi e per la Vita, dalla Fondazione Oswaldo Cruz (Fiocruz) e dall’Istituto Brasiliano per la Protezione del Consumatore (Idec), è stato consegnato il 15 dicembre 2025 e richiede una nuova valutazione di glifosato, atrazina e alaclor. Il motivo principale della richiesta è stato l’annullamento di uno studio scientifico sul glifosato, utilizzato come base dagli enti regolatori per oltre due decenni.

Vi è lo zampillo di qualche multinazionale dell’agrobusiness? Il sospetto di qualche conflitto d’interesse?

Si è scoperto che il testo, pubblicato nel 2000, vedeva la partecipazione occulta di dipendenti della Monsanto, il produttore della sostanza. La notizia è stata rivelata dal quotidiano britannico The Guardian. Nella lettera ufficiale, la Campagna Permanente contro i Pesticidi sottolinea che “lo stesso caporedattore di Regulatory Toxicology and Pharmacology, Martin van den Berg, ha affermato che la mancanza di chiarezza su quali parti dell’articolo siano state redatte da Monsanto ‘crea incertezza sull’integrità delle conclusioni tratte'”, e collega lo studio al rilascio del pesticida in Brasile. The Guardian ha riconosciuto che questo studio ha avuto un’influenza significativa sulle decisioni normative. Come afferma la Campagna Permanente contro i Pesticidi, in Brasile, questo studio “ha sostenuto il parere tecnico commissionato da Anvisa nel 2016 e la Nota Tecnica n. 12/2020, culminata nella Risoluzione del Consiglio Collegiale (RDC) n. 441 del 2 dicembre 2020, che stabilisce il mantenimento del glifosato senza alterazioni nella monografia del principio attivo in relazione al suo potenziale cancerogeno”.

Inoltre, il 21 novembre 2025, esperti sanitari internazionali hanno classificato l’atrazina e l’alachlor come probabili cause di cancro negli esseri umani. Secondo la campagna, “l’atrazina è il sesto pesticida più venduto in Brasile, con 22.765,17 tonnellate vendute”.

In tal senso, le organizzazioni sociali brasiliane chiedono che i principi attivi vengano rivalutati da Anvisa e che il loro utilizzo venga temporaneamente sospeso. Inoltre, le organizzazioni chiedono che sia garantita la partecipazione sociale e tecnica al processo di rivalutazione.

Queste sostanze genotossiche sono ancora così utilizzate in Brasile, nonostante il governo Lula?

L’Istituto Brasiliano per l’Ambiente e le Risorse Naturali Rinnovabili (Ibama) ha pubblicato il 18 dicembre i dati sulle vendite di pesticidi nel 2024, rivelando che il Paese ha battuto un nuovo record nel consumo di queste sostanze. Nel 2024, l’agenzia Anvisa ha ricevuto 7.358 segnalazioni da 288 aziende responsabili di 6.100 marchi diversi. Secondo l’indagine, “il panorama complessivo della commercializzazione ha mostrato un aumento delle vendite di pesticidi chimici”, un andamento trainato dalla crescita delle importazioni.

Secondo il rapporto, l’aumento è stato del 20,13% rispetto all’anno precedente, per un totale di 908.000 tonnellate di principi attivi. Questo numero supera le 755.000 tonnellate registrate nel 2023 e segna un record nella serie storica del Paese.

Campanha Permanente Contra os Agrotóxicos e Pela Vida

Qual è il pesticida ancora più consumato?

Il glifosato rimane il principio attivo più venduto nel Paese. Nel 2024 sono state vendute 231.900 tonnellate di questo prodotto, nonostante una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente.
Segue il mancozeb, che è salito al secondo posto in classifica dopo aver registrato un aumento significativo del volume delle vendite. Ibama avverte che i dati sono auto-dichiarati dalle aziende titolari della registrazione. Per questo motivo, i numeri potrebbero subire revisioni o correzioni in futuro qualora venissero riscontrati difetti o errori nelle dichiarazioni delle aziende.

In una dichiarazione sul rapporto, la Campagna Permanente contro i Pesticidi ricorda che dei dieci pesticidi più venduti nel 2024, 6 sono vietati nell’Unione Europea: “mancozeb (dal 2021), acefato (dal 2003), clorotalonil (dal 2019), atrazina (dal 2009), glufosinato (dal 2018) e s-metolaclor (dal 2013)”.

E noi, in Italia, importiamo e mangiamo i prodotti coltivati con questi pesticidi, compreso l’atrazina proibita in Italia dal 1992. L’industria della malattia e della guerra, a braccetto, se la godono!

La Campagna Permanente contro i Pesticidi in Brasile menziona inoltre i dati del Sindacato delle Imprese di Pesticidi (Sindiveg), che indicano anch’essi una tendenza al rialzo. “Secondo l’organizzazione, nel 2024 sono state vendute 1,665 milioni di tonnellate di prodotti formulati, con un aumento del 17% rispetto al 2023. Il fatturato delle aziende è rimasto stabile a circa 20 miliardi di dollari, equivalenti a 110 miliardi di real. Queste stesse aziende rinunciarono a incassare 25,8 miliardi di real solo tra gennaio 2024 e febbraio 2025”, si legge nella dichiarazione.

Questo significa che vi è anche un incremento di rilasci di pesticidi per uso agricolo…

Seguendo la tendenza al rialzo dei consumi, il Brasile ha battuto un nuovo record nel rilascio di pesticidi per uso agricolo nel 2025. Secondo un’indagine condotta da Brasil de Fato, da febbraio all’inizio di dicembre di quest’anno sono stati rilasciati 725 nuovi prodotti, con un aumento di quasi il 10% rispetto al 2024, anno in cui il Paese aveva già battuto il record di rilasci fino a quel momento, con l’immissione di 663 nuovi prodotti sul mercato brasiliano.

Questo significa più impatto ambientale…

In un’intervista a Brasil de Fato, Jaqueline Andrade, consulente legale dell’organizzazione Terra de Direitos, ha ricordato che il mercato dei pesticidi in Brasile muove miliardi di reais con la collaborazione dello Stato, mentre la popolazione subisce le dure conseguenze di questa politica. “Ciò significa che abbiamo più acqua contaminata, più cibo contaminato e più persone direttamente intossicate, in modo acuto o cronico, dai pesticidi”, ha affermato Andrade in un’intervista a Brasil de Fato, aggiungendo che, in questo scenario, “l’attuazione del Programma nazionale per la riduzione dei pesticidi (Pronara), lanciato a luglio di quest’anno dal governo federale, è fondamentale”.

 

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