Alla ricorrenza dell’8 dicembre 1987 l’esercito israeliano ha compiuto una vasta operazione di rastrellamenti che hanno toccato tutte le province della Cisgiordania.

Secondo i rapporti pubblicati dai corrispondenti locali dell’agenzia Wafa, sono stati arrestati più di 122 attivisti e militanti.

Il più grave attacco è stato contro l’università di Bei Zeit, occupata dalle truppe dall’alba di oggi, con irruzione negli uffici, arresto di personale di guardia, insegnanti e studenti.

Anche l’Università palestinese di Gerusalemme ad Abu Diss è stata invasa dalle truppe israeliane in assetto dii guerra.

Genocidio a Gaza – Duri bombardamenti aerei e dell’artiglieria su Shejaie e Beit Lahia. Non sono cessati gli attacchi dei carri armati nella zona di Khan Younis e Rafah nel sud. In tutta la linea di demarcazione sono entrati in funzione giganteschi bulldozer per spianare a terra gli edifici ed impedire così il ritorno degli abitanti palestinesi. Negli attacchi sono state usate bombe incendiarie contro popolazione civile. È un crimine di guerra. La protezione civile palestinese ha faticato a spegnere gli incendi che si sono sviluppati nelle case già diroccate. È sempre più chiaro il disegno dei generali israeliani: la deportazione forzata dei nativi per colonizzare Gaza. Contro la zona costiera, affollata dai profughi nelle tende, sono stati utilizzati i droni con il lancio di missili mirati, per colpire i gruppi di persone. Alla cieca. Ieri è stata decimata una famiglia: una donna e i suoi 3 figli sono stati uccisi davanti alla loro tenda allagata, mentre tentavano di far fronte alla furia della natura. Il rapporto giornaliero del ministero della salute informa dell’arrivo negli ospedali dei corpi di 15 persone uccise, nella giornata di ieri. È la pace dei cimiteri.

Libano – Israele torna ai duri bombardamenti in sud Libano. 6 raids ieri su Jebel Safi. La prepotenza di Tel Aviv è arrivata a bombardare in località a 20 km a nord di Nabatie, cioè nella profondità del territorio libanese. Stati Uniti e Ue ai quali il nuovo governo libanese ha consegnato le sorti del paese, invece di bloccare la mano assassina di Israele, hanno annunciato piani per aiutare l’esercito libanese a disarmare Hezbollah.

Yemen – Nuovi sviluppi militari: il Consiglio Meridionale di Transizione ha preso il controllo di due regioni orientali e occupato la capitale provvisoria Aden. Il capo di governo filo saudita è scappato venerdì a Riad, riportando il paese alla situazione del 1990, prima della riunificazione dei due Yemen. Il Consiglio controlla adesso i giacimenti petroliferi e manca soltanto la dichiarazione formale di secessione. È un passo che segna la sconfitta dell’Arabia Saudita che aveva alimentato con la sua interferenza militare la guerra civile yemenita, che dura da oltre 10 anni. Gli sviluppi recenti potrebbero riportare, anche se in condizioni nuove, l’esperienza della Repubblica democratica del Sud Yemen, guidata allora da un movimento di sinistra.

Sudan – Le milizie di Pronto Intervento hanno preso il controllo dei complessi petroliferi della provincia di Kordofan. Le società cinesi che lo gestivano si sono ritirate e l’esercito ha abbandonato la regione. È uno sviluppo sicuramente determinante a cambiare le carte nell’eventualità di futuri negoziati. Tali sviluppi spiegano in parte il silenzio delle cancellerie europee sul dramma sudanese. Come a Gaza, si stanno collocando dalla parte sbagliata della storia. Hanno sostenuto in segreto le milizie, fornendo armi tramite triangolazioni neanche tanto camuffate. Il tutto nel nome di combattere l’influenza economica della Cina e l’espansionismo militare di Mosca.

Libertà di informazione – L’esperienza dei tre giornalisti embedded ha svelato il trucco di Israele. Il Comitato per la protezione dei giornalisti, dopo aver esaminato le esperienze di tre giornalisti stranieri a cui è stato permesso di entrare nella Striscia di Gaza nell’ambito di tour organizzati dall’esercito israeliano, ha affermato che i tour coordinati hanno limitato gli spostamenti dei giornalisti, li hanno deliberatamente indirizzati verso prospettive di notizie preparate in precedenza e hanno imposto una revisione del contenuto delle notizie prima della pubblicazione. Una delle giornaliste, Tarnopolsky (AFP), ha confermato che non hanno potuto muoversi liberamente, avvicinarsi ai civili o documentare in modo indipendente, aggiungendo: “A ciascuno di noi è stato permesso di condurre una breve intervista supervisionata con il portavoce dell’esercito israeliano”. Ha poi aggiunto: “Tutto era stato organizzato in anticipo. Non abbiamo visto nessuno e non abbiamo potuto documentare nulla. Questo non era giornalismo; era una commedia”.

 

[Anbamed] NL 1934 – 09 dicembre 2025