Oggi e domani continua la mobilitazione della Global March to Gaza a Bruxelles.
Nel pomeriggio ci saranno dei flash mob e delle azioni di fronte all’ingresso del Parlamento Europeo e inoltre è stata inviata una lettera (vedi il link allegato in fondo al testo), che si rivolge ai capi di stato e di governo europeo come la Callas, rappresentante dell’Unione per gli affari esteri, Ursula Von der Leien, presidente della Commissione, Antonio Costa Presidente del Consiglio Europeo e Roberta Meztola, Presidente del Parlamento.
In questa lettera i Global March chiedono di fermare il genocidio del popolo palestinese, visto che ci sono voluti duemila anni per arrivare alla Carta dei diritti umani dell’ONU che è stata costruita sulla cooperazione dei Paesi e anche sul rifiuto di ripetere olocausti e genocidi. Nella lettera all’Europa ci si chiede se questi testi fondamentali valgono solo per gli europei, o anche per gli altri Paesi e per gli altri popoli. Di fronte al terrore, ai massacri, alle carestia provocati da uomini i governi cosa fanno, rimangono solo a guardare? Un intero popolo può cessare di esistere, la sua cultura e la sua musica, la sua arte, le sue storie possono scomparire insieme agli edifici, ai corpi, alle famiglie, ai bambini, bambini che non ascolteranno mai le storie dei loro nonni e genitori che non sentiranno mai la voce dei loro figli?
Con questa lettera Global March to Gaza ha lanciato una pietra contro le istituzioni che in nostro nome hanno permesso il genocidio del popolo palestinese e in questi giorni stanno votando un documento per l’aumento delle spese militari fino al 5%, in modo da peggiorare pesantemente le nostre vite quotidiane nei 27 Paesi membri dell’Unione Europea. Sempre in nostro nome ma senza la nostra voce! La lettera termina con l’accusa di non rappresentarci più, di averci ignorato e messo a tacere, come è stato fatto col popolo palestinese.
Questa la lettera integrale:
Open_Letter_from_the_Global_Marchers_for_Gaza_to_the_European_leaders










