Questo è il tempo che ci è dato vivere e come lo useremo, ciò che costruiremo, dipenderà da noi.

Il processo storico sta inevitabilmente portando i paesi e i popoli verso una maggiore integrazione, il mondo finirà per unificarsi, ma quale segno avrà questa unificazione? Ci troviamo di fronte ad un bivio: Globalizzazione o Mondializzazione.

La globalizzazione di carattere neoliberista dirige i suoi interessi verso il mercato e tende all’omologazione, all’appiattimento delle differenze culturali.

La mondializzazione, invece, coltiva nei suoi interessi l’universalizzazione del diritto alla vita, una spinta storica generata dalla consapevolezza della dignità e dell’uguaglianza degli esseri umani, al di là di ogni particolarità. La mondializzazione inquadra le culture come diversità, accomunate da uno spirito umano comune che tende principalmente al superamento della sofferenza. Le tendenze della mondializzazione si ritrovano soprattutto nel socialismo, nell’ambientalismo, nell’umanesimo.

Oggi è evidente che questo sistema disumano si regge su tre pilastri fondamentali: la concentrazione del potere militare, la concentrazione del potere politico e la concentrazione del potere economico. I diritti umani non saranno rispettati, finché le popolazioni saranno sottomesse alla volontà di chi concentra nelle sue mani questi poteri. E’ necessario, dunque, un processo di trasformazione radicale che tenda alla ripartizione della ricchezza, al decentramento del potere politico e allo smantellamento del potere militare-poliziesco.

In questo contesto mondiale multipolare, sempre più interdipendente, il progetto Unione Europea si trova in una situazione estremamente critica. Un progetto che avrebbe dovuto trovare fondamento nella condivisione di valori quali la dignità umana, la libertà di movimento, le libertà individuali, la democrazia e un’uguaglianza sostanziale dei cittadini, appare ora come un’opera incompiuta.

L’attuale sistema Europeo è completamente inadatto a dare risposte adeguate alle tendenze globali quali:

-la globalizzazione di stampo neo-liberista, che ha prodotto gravi crisi economiche, il ritorno del protezionismo e delle migrazioni;

-il crescente disordine internazionale caratterizzato dalla ripresa della corsa agli armamenti, dal dilagare delle guerre, dal terrorismo internazionale, dall’affermarsi di un multipolarismo conflittuale.

-la minaccia ecologica e in particolare del riscaldamento climatico che, in mancanza di scelte veloci e radicali, apre prospettive catastrofiche per l’umanità.

Ma la storia umana può essere paradossale e bellissima.

Nel contesto descritto, mentre molti di noi eravamo occupati a rincorrere il sogno nefasto e sclerotico che ci offre questa società, un sogno spesso individualista che rende accettabile solo quanto già previsto dal sistema, persi in un sogno piccolo, ragionevole che non mette in discussione se stessi e il mondo, storditi da una morale disumanizzante, ecco che il diffondersi del COVID19 e il lockdown impongono una decelerazione improvvisa…quasi come vedere le nostre vite al rallentatore, obbligandoci a divenire osservatori esterni a noi stessi.

Forse, durante questo periodo, ci siamo resi conto che le cose sono andate avanti perché ci siamo aiutati l’un altro, perché si sono sviluppate diverse forme di solidarietà e collaborazione, perché per alcuni momenti ci siamo sentiti un’unica umanità.

Forse, abbiamo preso maggiore consapevolezza che questo sistema e tutto il suo sogno nefasto sono fallaci e inconsistenti, un groviglio di illusioni che possono portarci solo violenza, alla sofferenza e distruzione.

Oggi si parla nuovamente di gentilezza, resilienza e non ultimo del prendersi cura dell’altro da sé. In questo movimento verso l’altro, in queste forme di solidarietà e auto-organizzazione non osserviamo nulla di istintivo, così come non c’è nulla di istintivo o immutabile nella violenza, poiché ciò che ci definisce umani è proprio la libertà di scelta. L’essere umano sceglie sempre, anche quando decide di non scegliere. La sua lunga storia parla della capacità di evoluzione che avanza nonostante la violenza, parla di un essere che ha in sé il seme della rivoluzione. Oggi pertanto più che mai c’è da riflettere su quali siano i valori su cui ogni azione si fonda. Non basta solo immaginare una società diversa, sarà necessario spingersi un poco oltre e immaginare i cittadini di quella società, non dimenticandosi che ognuno di noi è parte di essa. Non sarà dunque possibile una società diversa se concomitantemente non andranno manifestandosi un nuovo essere umano e un nuovo paradigma di credenze e valori. Sentiamo la necessità di un’etica della libertà che dia orientamento all’azione umana, verso il superamento del dolore e della sofferenza in sé stessi e negli altri. Sentiamo necessario dare il nostro apporto, attraverso una costante riflessione e modifica di noi stessi, accompagnata da un’azione nonviolenta e solidale: questo è il tempo che ci è dato vivere, come lo useremo, ciò che costruiremo, dipenderà da noi.

Noi umanisti immaginiamo e promuoviamo la creazione della NAZIONE UMANA UNIVERSALE, ma che cos’è? Come la immaginiamo? Come si vivrà? Quale sarà l’essere umano che la abiterà? Proviamo ad immaginarla insieme…

Nella Nazione Umana Universale l’essere umano sarà il valore centrale e non sarà sacrificabile per nessun Dio, religione, stato, bandiera o ragione in nome della quale la vita umana passi in secondo piano.

Si ragionerà come un’unica collettività: ci sarà completa libertà di movimento su tutto il pianeta che col tempo contribuirà sempre più allo sviluppo di un mondo omogeneo nella multiculturalità.

Le strutture politiche, economiche e finanziarie saranno pensate per aiutare lo sviluppo della popolazione Sarà una nazione retta da un sistema politico democratico, decentrato e rappresentativo ma con controllo popolare: ci sarà grande partecipazione dei cittadini alla vita pubblica (referendum, proposte popolari di legge, ecc.). L’economia sarà regolarizzata con una normativa mondiale, così come tutti gli aspetti della vita delle persone saranno tutelati da una costituzione mondiale, che garantirà il soddisfacimento dei diritti umani fondamentali a tutti gli esseri umani. La crisi ambientale sarà superata tramite una sensibilità’ comune e una normativa mondiale attenta alla salute e all’ambiente.

Il progresso tecnologico e comunicativo renderà sempre più interconnesse le persone, oltre che nella realtà, anche nel mondo virtuale. Lo sviluppo tecnologico affrancherà sempre più l’uomo dal lavoro, lavoro vissuto come un contributo al benessere collettivo, scevro da ogni ricatto economico.

L’immagine della Nazione Umana Universale è il faro che dà direzione alle nostre azioni, ma come possiamo dirigerci verso questa aspirazione comune? Quali sono i passi che dovremmo realizzare? Quali sono gli aspetti importanti sui quali lavorare a partire da oggi?

Non ci sarà alcun cambiamento senza la partecipazione della gente, che lotterà per il benessere collettivo ispirata da una nuova mistica sociale basata sulla Regola Aurea: Tratta l’altro come vuoi essere trattato. L’uomo è un essere storico/sociale, che mentre cambia l’ambiente nel quale vive modifica se stesso in una continua retro-alimentazione tra il suo mondo interno e quello esterno. É chiaro quindi che sarà necessaria una concomitante trasformazione personale e sociale, dove per trasformazione personale, intendiamo adottare una metodologia di liberazione e di cambiamento di sé stessi, in funzione di una trasformazione sociale. Se si denuncia la violenza e la discriminazione, è necessario orientare la propria vita personale in un senso nonviolento e non discriminatorio. Se si parla di solidarietà, di uguaglianza, di libertà è necessario mettere in pratica questi valori nella propria vita personale. Se si critica la sottomissione, il condizionamento e l’abbandono degli ideali, è necessario trovare e alimentare in sé stessi la forza per lottare e produrre dei cambiamenti significativi a partire dal proprio ambiente immediato. La trasformazione sociale implica la comprensione che il mondo è qualcosa che mi riguarda profondamente e quindi che ciò che faccio non è indifferente. Ogni giorno è necessario adoperarsi per la costruzione di una società veramente umana, partendo dai propri ambiti immediati (famiglia, amici, lavoro/studio, coppia ecc) e arrivando fin dove si può, adattando l’azione all’ambiente che ci circonda, mettendo in pratica un agire locale ma con uno sguardo globale.

È necessario comprendere in profondità una cosa semplice: o ci sarà benessere e felicità per tutti o per nessuno.

Redazione di Guerrilla Espiritual