Migliaia di persone chiedono la revoca della messa al bando di Palestine Action in una campagna che si sta sviluppando in tutto il Paese.

Circa 2.000 attivisti di Palestine Action sono stati arrestati nel Regno Unito per aver protestato in modo silenzioso e pacifico contro la legge che ha dichiarato terrorista questa organizzazione, che accusa il governo di complicità nel genocidio a Gaza.

La mattina del 20 novembre abbiamo assistito davanti al Ministero della Giustizia all’arresto di diverse persone che manifestavano con cartelli di cartone la loro opposizione al genocidio, rivendicando il diritto di resistere, protestare e difendere la libertà di espressione e la democrazia.

Questa azione fa parte della campagna “Lift the ban” (Cancellate la messa al bando) che si sta svolgendo dal 18 al 29 novembre in decine di città e località in tutto il Regno Unito, sfidando il divieto del governo britannico e avvertendo che “migliaia di persone comuni in tutto il Paese rischiano di essere arrestate e di affrontare possibili accuse di terrorismo per aver difeso la democrazia e la libertà di espressione e per essersi rifiutate di essere complici del genocidio”.

Il governo giustifica gli arresti con l’applicazione di una “legge antiterrorismo” del 2000, che ha suscitato non solo le proteste degli attivisti, ma anche l’ammonimento dell’ONU, che ritiene vi sia una chiara confusione tra “terrorismo” e “libertà di espressione”.

Traduzione dallo spagnolo di Anna Polo