Uscirà in libreria il prossimo 23 maggio per Baldini e Castoldi il libro di Chiara Ingrao, che cura le parole di Blessing e Giovanna Calciati, La vita è un profumo. Canto a due voci.

È un libro prezioso e raro. Raro innanzi tutto nella forma: è un prosimetro, nel quale la prosa è di Giovanna, ma “armonizzata” da Chiara, e i versi sono di Blessing. (Chiara e Giovanna, compagne e amiche da sempre, avevano già lavorato insieme anni addietro al bellissimo progetto che univa contro la guerra e l’odio razziale donne israeliane e palestinesi e che aveva dato vita ad un altro libro, Salaam Shalom. Diario da Gerusalemme e altri conflitti).

Questo nuovo testo è raro anche perché narra la relazione di una maternità affidataria, tra slanci ritrosie confidenze e conflitti, tra biografia e autobiografia di entrambe, madre e figlia, in un intreccio di vicende anch’esso raro perché complesso. Rara, unica anzi, è la vita di Blessing, bimba nigeriana abbandonata dalla madre, che migra in Europa, vittima di tratta, e con le sue rimesse nutre due famiglie di una decina di persone. La bambina cresce dapprima con la nonna che l’ama, anche se, seguendo le usanze del villaggio, la fa infibulare; quindi si trasferisce a tre anni con la sorella di sei a Benin City, nella ricca casa del padre, poligamo e violento, che stupra regolarmente lei e la sorellina Sofia. Finalmente la madre chiama in Italia i suoi figli, per primo il maschio, che però ha già appreso i comportamenti del padre.

Potrebbe essere una svolta, ma anche la mamma picchia la piccola e la casa in cui tutti vivono è una casa di prostituzione, di cui Blessing si vergogna. Viene più tardi affidata dalle assistenti sociali a una comunità e infine a 17 anni conosce Giovanna e va a vivere con lei, salvo poi cercare un appartamento per i fatti propri. L’obiettivo che la nuova madre le suggerisce, infatti, è “diventare libera indipendente buona”.

Bles si diploma, si iscrive all’università, anche se non la completerà mai, lavora come mediatrice culturale e linguistica e come insegnante di italiano per stranieri sia da volontaria che con contratti a tempo determinato; ama la musica, disegna e dipinge, cucina ottimamente, impara a fabbricare parrucche, viaggia, anche da sola.

Ma il suo passato è in continuo agguato alle sue spalle: “sono rotta, sono tutta rotta e nessuno mi può più incollare”. Per questo le pesano come irrimediabili rifiuti le delusioni amorose, pur così usuali nell’adolescenza, e le umiliazioni che il razzismo serpeggiante nel nostro Paese non le lesina, come quella volta che una collega in Questura disse di lei, forse a bella posta perché sentisse, “si muove come uno scimpanzé”.

Certo ci sono gli affetti, sinceri e profondi, a cominciare da quello di Giovanna e del suo compagno, degli amici, dei nipotini, del cane Baxi, ma non sono sufficienti.
Bles alterna periodi di entusiasmo a fasi di depressione e bulimia, tenta più volte il suicidio, si sottopone spontaneamente a diversi ricoveri in quella che chiama “Villa Speranza”. Ma neanche le terapie bastano.

Nella notte fra il 24 e il 25 maggio 2022, a quasi 28 anni, Blessing decide di non indossare più il profumo della vita. In un biglietto a Giovanna lascia scritto: “ho trovato il coraggio. Questo mondo non mi appartiene”.

In tutta la sua storia, in tutta la sua vita, il personale si fa politico: nell’impegno di solidarietà con gli altri stranieri, nella tesina di maturità che confronta le migrazioni dall’Italia a fine Ottocento con le attuali dall’Africa, nelle sue testimonianze pubbliche contro le mutilazioni genitali femminili, nelle iniziative di incontro fra europei e africani che organizza tramite la musica, la cucina, lo sport.

Anche per ciò questo libro è raro, perché è politico, politico fin dalla sua genesi: una rete di donne sollecita Giovanna, per elaborare il suo dolore, a ricostruire gli scritti di Bles per darli alle stampe e si mette all’opera coadiuvandola con letture, cernite, catalogazione e rifiniture. Si tratta di più di mille poesie e poi lettere, pagine di diario, e-mail e chat.

Raro, politico e solidale è anche lo scopo del volume: il ricavato delle vendite andrà interamente devoluto ad un progetto chiamato “Dai sogni di Blessing al tuo”, con il quale si intende aiutare giovani donne (anche madri) tra i 17 e i 28 anni (quelli trascorsi da Bles con Giovanna) a realizzare un loro proposito di studio o di lavoro o anche semplicemente un desiderio come un viaggio o il ritorno a casa. Questo in linea con la filosofia di vita che ha sostenuto sino alla fine la forte e fragile ragazza nigeriana: Ubuntu, che in lingua bantu significa “io sono perché noi siamo”.

Il libro si articola in due parti: la prima “A due voci” racconta la storia che abbiamo qui brevemente riassunto ed è il prosimetro vero e proprio; la seconda “Per voce sola” raccoglie in sequenza cronologica i versi scelti dalla rete di compagne di Giovanna e da lei stessa.
Pregevole e rara anch’essa, questa raccolta, poiché la scrittura di Bles è davvero interessante, specie quando mescola fino a quattro lingue, italiano inglese pidgin e bini. Tutti i registri vengono toccati: dalla rabbia all’ironia, dalla tenerezza alla disperazione, dalla determinazione allo scoramento. E se i primi componimenti sono ancora piuttosto semplici, pur in uno scavo psicologico non comune a 17 anni o poco più, quelli più maturi esprimono il decantarsi di sentimenti ed emozioni attraverso un uso sapiente di correlativi oggettivi inusuali e spiazzanti, che impongono al lettore interruzioni necessarie per una sua personale riflessione.

Il tostapane rotto, le scatole colorate e le scatole cinesi, il treno, la strada come un righello, la tazzina di caffè, la giacca nera, la lavagna sono tutte figure della sua anima, del suo tragitto di vita, dei suoi incontri.
Rare le poesie in cui una più esplicita autobiografia viene pacatamente ricostruita e rievocata, come la lunghissima I have lost and gain.

Riportiamo qui quella che forse è l’ultima che ha scritto.

SOGNO il sogno è fantasia dei sensi
PIANGO la pioggia bagna la terra, il pianto copre i miei occhi
SVENGO svenire è dimenticare, ricordare, ricordare sempre.
RIDO
i miei denti sono tasti di un pianoforte… quando
qualcuno riuscirà a suonarli?…
LUCE
Luce è apertura. Apre la tenda e la luce invade
i miei occhi e il mio sentire.
SOGNO perché la vita è un dono
PIANGO e non rimpiango
SVENGO e rinvengo
RIDO
e mi fido
LUCE
e pace