Un mese fa circa entro in contatto con Raffaella; ha avuto il mio contatto attraverso Pressenza e mi chiede se ho maggiori informazioni sulla Marcia verso Gaza. Rilevo da subito il gran coraggio di questa persona disposta a mettersi in gioco in un’iniziativa così complicata. Le chiedo di raccontarmi e così fa. Dopo diverse conversazioni le propongo di scrivere un racconto sulla sua esperienza.
Mi sembra molto bella, nasce da basso, in forma autonoma, spontanea, che poi diventa ben organizzata. Ci piace raccontarla non solo e non tanto perché qualcuno possa aggiungersi a loro (anche perché forme per mandare aiuti in Palestina ce ne sono diverse), ma perché potrebbe essere un’esperienza replicabile. Ecco il testo:
Il Gruppo Donazione Pro Palestina nasce dall’iniziativa di un piccolo gruppo di conoscenti e amici della zona di Novi Ligure, che ad Agosto 2024 decide di attivarsi per mandare aiuti a Gaza. La sottoscritta, Raffaella Porotto, se ne fa organizzatrice e garante. Il gruppo è costituito da persone che in buona parte non si conoscono direttamente ma che allargano la rete, in progressivi cerchi concentrici, con un passa-parola basato sulla fiducia personale.
Tramite l’Organizzazione di Volontariato ‘Verso il Kurdistan’ di Alessandria e lo storico attivista novese Franco Casagrande, entriamo in contatto con una coppia di palestinesi residenti ad Ancona, Jasmine e Ammar Hamadneh, attivissimi in rete nella diffusione di informazioni e video a supporto della causa Palestinese e, sul territorio di loro competenza, nella raccolta fondi da inviare a Gaza. Lavorare con loro è diventato nel giro di pochi mesi un rapporto amicale di profonda fiducia, basato sui seguenti punti principali:
- l’esame preventivo di come sia più opportuno spendere la somma raccolta, a seconda dei costi locali (diminuiti durante la tregua e ritornati a cifre considerevoli, soprattutto per le derrate alimentari, a conclusione della stessa). I referenti locali, essendo appunto tali, si attivano per acquistare i beni di cui si occupa il progetto presso le fonti che garantiscano i costi più bassi, utilizzando quindi al meglio la totalità della somma; ad esempio, al ritorno degli sfollati a Gaza, si è concordemente preferito comperare coperte e abiti per bambini, piuttosto che acquistare container d’acqua;
- l’invio a Gaza delle somme raccolte con bonifico documentato di cui Jasmine e Ammar si sono sempre accollati il costo del trasferimento bancario e del cambio valuta;
- la mancanza totale di spese di intermediazione o gestione del progetto, in quanto i referenti locali a Gaza o Rafah hanno sempre rifiutato di trattenere una parte della cifra per sé stessi. Chi sono i referenti locali? Sono persone comuni, già conosciute o reperite dalla coppia di attivisti palestinesi, che si attivano per la comunità, spesso rischiando di essere intercettati dall’IDF;
- la rendicontazione scrupolosa di quanto speso a seconda dei progetti, ad esempio in materiale scolastico per continuare, per come possibile, attività educative con i bambini dei campi; in container d’acqua; in acquisto di farina, riso o lenticchie; in coperte o indumenti per bambini. E’ possibile richiedere scontrini? No. Chi pone questa domanda non ha forse chiara la realtà locale.
- la testimonianza con video della distribuzione di quanto acquistato presso le tende delle famiglie o con la ripresa della distribuzione di acqua alle file di richiedenti.
Jasmine e Ammar, tramite il nostro gruppo, sono stati messi in contatto con l’Istituto di Cooperazione allo Sviluppo di Alessandria, a cui hanno presentato un progetto per il ripristino di una parte della rete idrica, distrutta da bombardamenti ad hoc, per rifornire un campo di sfollati. Il referente locale è quello che possiamo definire un nostro Comune. Anche in questo caso la compiutezza del progetto e la trasparenza operativa hanno contribuito ad una totale fiducia nei confronti dei due attivisti Palestinesi, a cui l’ICS destinerà parte dei proventi della StraAlessandria dello scorso 10 /11 Maggio 2025.
Un’ulteriore finalità del Gruppo, di cui fanno parte al momento una cinquantina di persone, non donatori regolari, è quella di allargare la rete, così da garantire un flusso costante di donazioni auspicabilmente di entità regolare.
E, infine, come ci organizziamo nel rispetto di una totale trasparenza?
- La rendicontazione ed il conteggio di quanto raccolto, con nominativo per esteso del donatore, della somma donata e della data di ricezione della donazione (brevi manu o tramite bonifico) è tenuto dalla sottoscritta in un elenco che ognuno può richiedermi in qualsiasi momento;
- Il gruppo riceve copia dei bonifici effettuati da me a Jasmine e da Jasmine al referente palestinese;
- Ogni donatore viene inserito nel gruppo WhatsApp con pseudonimo per motivi di privacy, anche se non richiesti. I donatori che hanno deciso di non comparire sono informati tramite chi del gruppo li ha reperiti;
- È il gruppo a decidere modalità e finalità della donazione, nonché se continuare o meno ad utilizzare lo stesso veicolatore delle nostre donazioni;
- La rete attuale si occupa, sempre tramite passa parola, di trovare nuovi donatori, basandosi su un rapporto di reciproca fiducia.
GRAZIE per provare, con un minimo sforzo per noi nati nella parte fortunata del mondo, a rimanere umani.