Biella, la piccola città del Piemonte che conta poco più di quaranta mila abitanti (40.000) e il Biellese, il territorio che circonda la città, che invece ne ha poco meno di centosettanta mila (170.000) è pronta per accogliere quattrocento mila (400.000) alpini che il 9/10/11 maggio si riverseranno nella città e in tutto il territorio circostante. La cittadina laniera piemontese è infatti la sede dell’Adunata Nazionale degli Alpini.
Stavolta ci occupiamo di luce, non in riferimento ai riflettori metaforici che verranno puntati sul Biellese grazie alla 96esima Adunata Alpini, ma concretamente dell’illuminazione elettrica ad essa connessa.
Per l’occasione il centro di Biella verrà ovviamente illuminato. Innanzitutto lo sarà Via Italia, la via dello “struscio”, che avrà un “tetto di luce” che riprodurrà il tricolore italiano.
In Via Lamarmora, l’arteria che collega l’est e l’ovest urbano, dove si svolgerà la sfilata alpina, lo spartitraffico, qualche giorno fa, è stato privato degli arbusti per fare posto a un’istallazione luminosa, forse permanente, che riprodurrà -che cosa?- il tricolore italiano.
Sul taglio degli arbusti di Via Lamarmora tornerò in una futura cronaca; ora occupiamoci del Monte Mucrone, la cima alle spalle della città, elemento caratterizzante il paesaggio biellese, ecco verrà illuminato per tutta la durata della manifestazione per tre notti con fasci di luci che avranno tre colori diversi. Secondo voi quali? Sono il verde, il bianco e il rosso naturalmente.
Su quest’ultima iniziativa abbiamo espresso, come circolo ambientalista Tavo Burat, serie perplessità. Sappiamo che non è l’impegno energetico maggiore delle illuminazioni previste, ma la montagna in questione rientra nella Riserva Speciale del Sacro Monte di Oropa, un’area protetta che si estende dalla conca di Oropa fino alle cime circostanti. Il Piano Paesaggistico Regionale del Piemonte inoltre pone dei vincoli specifici per quest’area.
Vi è anche una Legge Regionale da applicare in questi casi, dal nome lungo ma esplicito “Disposizioni per la prevenzione e lotta all’inquinamento luminoso e per il corretto impiego delle risorse energetiche”. Tratta non solo di spreco, ma anche di danni ai bioritmi della flora e della fauna selvatica. Una questione non irrilevante data la riduzione della biodiversità. Questa norma sembra calzare a pennello. E invece no, si deroga.
La Provincia, l’ente che autorizza e finanzia l’installazione, in accordo con il Comune di Sordevolo, con il placet dell’Ente di gestione dei Sacri Monti e il silenzio degli altri enti, sostiene che si può procedere nell’opera temporanea perché sarebbe un impianto provvisorio utilizzato per feste ed iniziative locali con una funzione pubblica.
A noi sembra più una coreografia priva di funzione pubblica. La avrebbe se fosse un’indicazione stradale o un’illuminazione necessaria per trovare qualche disperso, ma è molto forzato definirla così nel caso in questione.
Tre giorni fa abbiamo scritto una lettera al Presidente dell’Associazione Nazionale Alpini di Biella e aspettiamo la risposta, confidando nel dialogo e nella razionalità.
Veniamo alla foto. E’ la cima del Monte Camino, di poco più alta del Mucrone. Potete notare dietro la chiesetta uno strano traliccio esagonale e in cima una struttura metallica. Fu posto in quel luogo nel 1949 per festeggiare il cinquantennio dalla fondazione della società sportiva Pietro Micca ma, udite udite, quello è solo il suo luogo di elezione.
In realtà fu smontato e portato sul Monte Camino dal Monte Mucrone, suo sito originario. Era il Faro dell’Impero, costruito sulla cima del Monte Mucrone nel 1936 per celebrare la vittoria in Etiopia del regime fascista. Sulla cuspide esagonale girava una luce che si poteva vedere alla distanza di 150 km. Nessuna funzione pubblica, solo propaganda a cui i biellesi, noti risparmiatori, contribuirono a fatica. Ma anche questo sarà oggetto di una prossima cronaca.
Dopo la caduta del fascismo venne rimossa, anche dalla memoria a quanto pare. Tranne di alcuni nostalgici dell’epoca coloniale italiana. Se cercate in rete “Mucrone”, “Faro”, “Impero”, “Guerra”, “Etiopia” troverete il loro punto di vista.
Lascio ai lettori la possibilità di farsi, anche in questo caso, la loro di opinione, approfondendo e collegando i corsi e i ricorsi storici.
Questa è la seconda cronaca che pubblico su Pressenza sul caso della 96esima Adunata Alpini di Biella.
– continua –