Svuotare gli arsenali, riempire i granai. Con le parole del Presidente partigiano Sandro Pertini proponiamo a tutte e tutti di ritrovarci il 15 marzo a Roma in una piazza di pace per riaffermare la richiesta di cessate il fuoco in Ucraina e una netta contrarietà al piano di riarmo “Rearm Europe” approvato dal Consiglio Europeo con l’assenso anche del governo italiano.

Non parteciperemo alla piazza lanciata da un quotidiano che ha sostenuto in questi anni posizioni belliciste. Non ci facciamo arruolare da chi ha sostenuto la guerra in Ucraina in nome dei diritti dei popoli oppressi, ma ha fatto da scorta mediatica al genocidio di Netanyahu contro i palestinesi a Gaza. Non andremo a sventolare una bandiera a sostegno di chi ha scelto la via della guerra e dell’economia di guerra, dei governi europei che sostengono Israele e hanno trattato da terrorista Ocalan e il movimento di liberazione curdo.

E’ la stessa Fortezza Europa che porta la responsabilità del migranticidio nel Mediterraneo e che ha normalizzato le estreme destre. Questa Europa – quella del Patto di Stabilità e del piano di riarmo – non ci rappresenta. La Commissione e i governi europei hanno condiviso con Biden la scelta della guerra “fino alla vittoria” e oggi obbediscono al diktat di Trump sull’aumento della spesa militare.

Ripudiamo la guerra come scritto nell’articolo 11 della Costituzione nata dalla Resistenza. Ripudiamo la guerra come una delle più feroci forme di violenza patriarcale. Il piano di Ursula von der Layen – incentrato su un enorme programma di riarmo tedesco – rappresenta anche dal punto di vista simbolico la rottura con gli impegni solennemente assunti dopo la Seconda Guerra Mondiale e la vittoria sul nazifascismo pagata con milioni di morti. L’Europa, che già destina 360 miliardi all’anno alla spesa militare e ora decide di spendere 800 miliardi aggiuntivi in armi, che comprerà per gran parte dagli USA, dovrà tagliare ulteriormente il proprio stato sociale già duramente colpito dall’austerità neoliberista. Al malessere sociale si risponderà con la repressione, come prefigura in Italia il decreto sicurezza. Il furto dei fondi di coesione per finanziare la spesa militare colpirà le aree deboli come l’Italia meridionale.

L’Europa di Maastricht, fondata sull’ideologia ordoliberista e non sui principi della nostra Costituzione, passata per la pratica feroce dell’austerità, approda sulla sponda opposta a quella di pace che era stata evocata dall’europeismo democratico. A Helsinki 50 anni fa, nonostante il Muro, si tenne una conferenza che produsse accordi di pace, cooperazione, diritti. Oggi è il momento di costruire la pace, invece di continuare ad alimentare il conflitto. L’UE dovrebbe subito assumere un’iniziativa come fu quella di Helsinki per garantire disarmo, pace e sicurezza comune nel nostro continente.

Noi proponiamo di ritrovarci a Roma in Piazza Barberini alle 15 del 15 marzo per la pace e contro il riarmo. Una piazza che senza ambiguità esprima il dissenso, l’indignazione e l’opposizione alle scelte della Commissione Europea, del Consiglio Europeo e anche del governo italiano. Una piazza da riempire con le bandiere della pace, con quelle dei popoli palestinese e curdo traditi dall’Europa reale, da tanti cartelli e striscioni che esprimano il ripudio della guerra.

Elenco completo delle adesioni al link: https://transform-italia.it/una-piazza-per-la-pace/

 

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