La Commissione medico-scientifica indipendente (Cmsi) ha organizzato a Roma il 17 aprile scorso il Convegno internazionale «Prospettive dell’Organizzazione mondiale della sanità: da ente di orientamento al governo mondiale?», con numerosi esperti da quattro continenti. L’intera, intensa giornata è disponibile sul sito https://cmsindipendente.it/seminario20240419 , intervento per intervento (in genere sottotitolati in italiano). In presenza e online, esperti di salute pubblica, epidemiologi, biologi, docenti, parlamentari (da Europa, Africa, Asia, Nordamerica, Nuova Zelanda) hanno tracciato un bilancio della gestione pandemica passata e delle prospettive per la tutela della salute.

Il lavoro della Commissione medico-scientifica indipendente

La Cmsi è nata nel 2021, anche in seguito a decisioni di politica sanitaria ad altissimo impatto sanitario e sociale in relazione alla pandemia Covid-19, in sostanziale assenza di un reale e aperto dibattito sui loro fondamenti scientifici. Si pensi al lockdown, alla vaccinazione obbligatoria con tanto di greenpass, al ruolo-guida di Big Pharma. La Commissione, guidata da otto esperti di lunga esperienza che coprono un’ampia gamma di specializzazioni (https://cmsindipendente.it/chisiamo), lavora a titolo di volontariato e senza conflitti di interesse. Ha già tenuto 49 incontri di approfondimento scientifico, talvolta in presenza ma quasi sempre online, così da allargare la possibilità di partecipazione, sempre con ampio spazio alle domande. Sono tutti disponibili in questa sessione del sito: https://cmsindipendente.it/infovax

Il prossimo trattato pandemico

La Cmsi si misura adesso su un nuovo fronte di resistenza, rispetto al quale ha già allertato i decisori politici. Scrive sul suo blog (https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/26/i-rischi-del-nuovo-piano-pandemico-delloms-ne-abbiamo-parlato-in-un-convegno-indipendente/7522556/) Patrizia Gentilini, oncologa che fa parte della Cmsi: «Il 27 maggio anche l’Italia sarà chiamata a pronunciarsi nell’Assemblea mondiale Oms sul Nuovo Trattato Pandemico e sugli emendamenti ai Regolamenti Sanitari Internazionali (Rsi). (…) Purtroppo le trattative si stanno svolgendo a porte chiuse, in modo non trasparente e con gravi irregolarità perché il testo che si chiederà di approvare non è stato presentato agli Stati membri con almeno quattro mesi di anticipo, come da Regolamento Oms. Sul sito ufficiale è disponibile una bozza del Piano che risale al 1 febbraio 2023 ma i lavori sono proseguiti senza che le nuove versioni venissero condivise pubblicamente. Nelle bozze circolate – e non facilmente reperibili – le modifiche riguardano il ruolo stesso dell’Oms che acquisirebbe pieni poteri con possibilità di rendere vincolanti le proprie raccomandazioni per gli Stati, imponendo – anche solo in previsione di potenziali pandemie – pesanti restrizioni, con censura sulla libertà d’espressione e di informazione, limitazioni alla libertà di cura, divieto o viceversa obbligo all’utilizzo di determinati farmaci, nonché restrizioni alla libertà di movimento, come sperimentato durante i lockdown, con gravi rischi quindi per la sovranità nazionale e la stessa democrazia».

Di recente, Patrizia Gentilini e il biologo Panagis Polykretis, anch’egli della Cmsi, insieme a esperti di altri paesi, partendo da un caso clinico hanno affrontato in un lavoro pre-print il complesso e delicato problema del rischio cancerogeno dei prodotti mRna (https://www.preprints.org/manuscript/202403.1661/v1 )

La gestione Covid-19 vista da scienziati e politici non allineati di 4 continenti

Il convegno internazionale di Roma è iniziato con il professor Jay Bhattacharya, fra i promotori della Barrington Declaration (https://gbdeclaration.org/) un documento – con quasi un milione di firme, delle quali 57.000 di medici e scienziati- nel quale esperti al massimo livello si sono esposti in prima persona nel denunciare la loro preoccupazione circa gli impatti fisici e mentali delle politiche Covid prevalenti, raccomandando piuttosto un approccio chiamato Protezione focalizzata (delle persone vulnerabili).

Bhattacharya ha voluto ricordare dati allarmanti diffusi dalle stesse Nazioni unite rispetto ai paesi e popoli meno abbienti: 265 milioni di persone in più in stato di insicurezza alimentare acuta a causa di misure come il lockdown. Ma anche un consenso quasi generalizzato da parte degli scienziati a causa delle grandi pressioni e minacce, una vera macchina del fango (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9628345/ analoga a quella scatenata contro i cittadini https://www.ambienteweb.org/2021/11/03/covid-gli-auguri-di-ogni-male-dei-buoni-che-incitano-allodio/). Un abuso di potere andato di pari passo con i grandi interessi farmaceutici.

Il matematico Norman Fenton dell’università di Londra ha esposto studi sulle statistiche manipolate quanto ai decessi attribuiti a Covid-19 soffermandosi poi su altre manipolazioni relative all’efficacia e all’impatto dei vaccini (https://www.researchgate.net/publication/357778435_Official_mortality_data_for_England_suggest_systematic_miscategorisation_of_vaccine_status_and_uncertain_effectiveness_of_Covid-19_vaccination)

Il dottor Alberto Donzelli della Cmsi (e presidente della Fondazione Allineare sanità e salute e già membro del Consiglio superiore di sanità) si è anche soffermato sull’articolo 32 della Costituzione italiana, secondo il quale nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge, per ricordare che il vaccino anti-Covid non previene la diffusione del contagio da Sars-Cov-2, e questo fa decadere il principio della pubblica utilità. Non solo: diversi studi hanno dimostrato che a distanza di tempo aumentava la propensione degli immunizzati a infettarsi rispetto a chi non ha fatto il vaccino.

Inoltre, il dottor Donzelli fra gli altri ha dato conto di uno studio critico in pre-print https://repo.epiprev.it/index.php/2024/04/11/a-reanalysis-of-an-italian-study-on-the-effectiveness-of-covid-19-vaccination-suggests-that-it-might-have-unintended-effects-on-total-mortality/ relativo alla provincia di Pescara e incentrato sull’efficacia della vaccinazione Covid-19 rispetto alla mortalità, e che mostra la riduzione della speranza di vita di circa 4 mesi per i vaccinati rispetto ai non vaccinati, è stato definito da scienziati anglo-statunitensi fra i quali Fenton «il miglior studio finora disponibile sulla vaccinazione Covid-19» (https://wherearethenumbers.substack.com/p/italian-study-calculates-covid-19?utm_source=post-email-title&publication_id=1229032&post_id=143700900&utm_campaign=email-post-title&isFreemail=true&r=1q81t9&triedRedirect=true&utm_medium=email) .

In collegamento dal Giappone, Masanori Fukushima, professore emerito dell’università di Kyoto, ora direttore del Transnational Research Center for Medical Innovation, ha illustrato lo studio, di vari autori, dei tassi di mortalità per tutti i tipi di tumori e su quello per alcuni tipi specifici, in base all’età https://www.cureus.com/articles/196275-increased-age-adjusted-cancer-mortality-after-the-third-mrna-lipid-nanoparticle-vaccine-dose-during-the-covid-19-pandemic-in-japan#!/, andamenti che per diversi tipi di tumori secondo gli autori sembrano suggerire un collegamento fra aumento della mortalità e vaccinazione mRna piuttosto che un collegamento con l’infezione Covid-19 o le ridotte cure oncologiche in quel periodo. Il 2022 è stato l’anno più significativo, la tendenza alla diminuzione della mortalità è andata vanificandosi.

Intanto in diversi paesi sono state chieste commissioni di inchiesta sull’eccesso di mortalità sulla gestione della pandemia e sulle campagne vaccinali: così in Austria, in Australia, in Nuova Zelanda.

Voci pan-africane critiche sul trattato pandemico: “Bozza colonialista del tutto inadatta al nostro continente”

E dal Kenya è intervenuto online il professor Reginald M. J. Oduor dell’università di Nairobi e membro del Pan-African Epidemic and Pandemic Working Group https://www.pan-africaepidemicandpandemicworkinggroup.com/ , gruppo di accademici ed esperti sanitari che cerca di sensibilizzare l’Africa sulle minacce che il Trattato pandemico Oms e gli emendamenti ai Rsi pongono alla salute e alla sovranità nazionale. Il gruppo sostiene che le politiche sanitarie internazionali dovrebbero dare priorità ai paesi a basso reddito, e bollano come di fatto colonialista l’attuale bozza del trattato. Invece, l’attuale progetto di trattato non riflette le lezioni apprese dai fallimenti della politica relativa alla pandemia Covid-19. In particolare, si autorizzerebbe il direttore generale dell’Oms a decretare che una malattia è un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale, o una pandemia.

Reginald Oduor, intervistato da Panagis Polykretis, ha esposto per punti le principali preoccupazioni. Riassumiamo qui alcuni concetti: «Il trattato impegna gli Stati a controllare la disinformazione, ma abbiamo imparato negli ultimi anni che è stato bollato come menzogna e censurato tutto quanto si discostava dalla voce ufficiale. Il trattato pandemico cerca di proteggere Big Pharma e i suoi prodotti con il ricorso alle autorizzazioni per uso emergenziale. Si propone di centralizzare le cure mediche, come si è visto nell’apice della crisi da Covid-19, quando i medici erano obbligati a prescrivere solo determinati farmaci, violando il principio della sacralità del rapporto medico-paziente. Con gli emendamenti ai Regolamenti sanitari internazionali, il direttore generale dell’Oms potrà chiedere agli Stati qualunque misura, in violazione della sovranità dei paesi. Inoltre questi documenti in discussione esprimono un approccio univoco alla salute pubblica e una volta modificati chiederanno ai paesi di contribuire con ingenti some alla preparazione pandemica, ma i problemi del Sud globale sono molto diversi, si chiamano colera, tubercolosi, Ebola; i fondi non possono essere dirottati da queste malattie. Siamo inoltre preoccupati per i conflitti di interesse legati al finanziamento dell’Oms da parte di certi paesi e organizzazioni filantropiche. Infine, c’è una iniquità nella procedura perché i paesi non hanno avuto i quattro mesi che la legge precede per rivedere gli emendamenti».

Sul suo sito, il Pan-African Epidemic and Pandemic Working group attira l’attenzione sulla «vaccinazione di massa contro Covid-19 delle popolazioni africane notoriamente a rischio molto basso a causa della giovane età e già dotate di immunità, deviando le risorse dalla malaria, dalla tubercolosi, dall’HIV e da altre sfide sanitarie urgenti»; e sul «peggioramento delle economie, del sistema educativo, della disuguaglianza e sull’espansione del debito nazionale», correlati anche alle misure anti-pandemiche internazionali e regionali messe in atto.

Del resto nel corso del convegno un altro membro della Commissione medico-scientifica indipendente, il professor Eduardo Missoni, si è soffermato sulla «cattura del regolatore», ovvero l’Oms, non solo per la sua dipendenza finanziaria da condizionanti contributi volontari (per la maggior parte forniti da alcuni governi ma anche da organizzazioni filantropiche) più che da quelli obbligatori, ma anche per via del controllo delle risorse umane e dell’informazione di cui ha dato prova, e per le numerose porte girevoli fra incarichi nell’organismo onusiano e lavoro presso Big Pharma.

All’unanimità, dunque in modo bi-partisan, il Senato della Louisiana ha approvato una legge che rigetta ogni interferenza di organismi sovranazionali sul proprio territorio, come ha spiegato nel corso del convegno il senatore Usa Thomas Pressly, promotore della legge stessa.