La resistenza non può e non deve morire
nei canali melmosi di un regime
che usa e sfrutta la Carta
anche nei giorni della liberazione
dove si costruiscono ponti di pace
e nessuno ha la forza di bloccare
i morti e i feriti alimentati e stabilizzati.

La resistenza non può e non deve morire
nel fare grottesco dei rapporti umani e civili
dove tutti dormono
nelle spu-dorate vie del tramonto
dove non si riesce a vivere
in attesa di una tregua amo-rosa e violata
che continua a bucare le coscienze.

La resistenza non può e non deve morire
nei barconi della speranza
nei vecchi e nuovi im-patti d’asilo
nei posti di lavoro in nero
nelle pastoie di un libero mercato
nel cuore malato degli scontri
dove i giorni scorrono a senso unico.

La resistenza non può e non deve morire
e i giovani soffrono le pene dell’inferno
e gridano nelle strade il loro dolore
bloccato da uno Stato di Polizia
che mi-sconosce il senso comune
della democrazia popolare
di-sperata, lacerata e dissanguata.