RUSSIA. KRASHENINNIKOV: PER PUTIN E PER UCRAINA NON CAMBIA NULLA.POLITOLOGO A ‘DIRE’: CONTINUERANNO CONFLITTO, REPRESSIONE INTERNA

(DIRE) Roma, 25 mar. – “Non mi aspetto nulla di insolito, la guerra in Ucraina andrà avanti e così pure la repressione del dissenso in Russia”: Fedor Krasheninnikov, editorialista e
politologo, contattato dall’agenzia Dire a Bruxelles, parla delle conseguenze dell’attentato alle porte di Mosca.
In relazione ai fatti di venerdì sera sono state arrestate quattro persone, comparse oggi per la prima volta in un’aula di tribunale. Dinamiche e responsabilità restano tutte da accertare,
nonostante una rivendicazione da parte del gruppo Stato islamico e il fatto che sia i servizi di sicurezza che lo stesso presidente russo Vladimir Putin abbiano accreditato una pista ucraina.
Quella di Krasheninnikov è una voce critica nei confronti del governo già da prima dell’inizio dell'”operazione militare speciale” avviata contro Kiev nel 2022: all’epoca, l’editorialista era autore anche per testate come Vedomosti o Ekho Moskvy, un’emittente poi costretta a sospendere le sue trasmissioni radio.
Rispetto all’attentato, l’esperto comincia dal “fallimento” dei servizi di sicurezza, tanto più che un paio di settimane prima gli Stati Uniti avevano diffuso un allarme. “Davano la caccia ai dissidenti ma erano incapaci di arrestare i terroristi veri” accusa Krasheninnikov. Convinto che nonostante la gravità del bilancio delle vittime, almeno 137 stando alle ultime informazioni, le conseguenze politiche dell’attentato potrebbero essere limitate.
“Non credo che ce ne saranno affatto, né rispetto al conflitto in Ucraina né rispetto alla situazione interna” dice il politologo. “Putin ora è un dittatore e può fare quello che ritiene opportuno in qualsiasi momento, senza bisogno di avere una giustificazione”.
E se le indagini confermassero una pista ucraina? “Non credo che il governo di Kiev c’entri nulla” risponde Krasheninnikov. “Al contrario sono convinto che a colpire siano stati i fondamentalisti islamici: la loro guerra non si è mai fermata e anzi possono aver approfittato del fatto che in Russia tutta l’attenzione fosse assorbita dal conflitto con l’Ucraina e dalla
repressione politica”.
In merito alle responsabilità dell’attentato si sono espressi anche rappresentanti di Paesi stranieri, da responsabili dell’amministrazione americana al capo di Stato francese Emmanuel
Macron. Stando alla sua tesi, Parigi ritiene credibile un ruolo di militanti della “provincia” afghana dello Stato islamico, nota come “Khorasan”.
Opposta la lettura data sul giornale moscovita Komsomolskaja Pravda dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Secondo la responsabile, gli Stati Uniti hanno evocato lo “spauracchio” dello Stato islamico per coprire i propri “reparti” a Kiev. Zakharova ha anche ricordato che Washington sostenne i “mujaheddin” afghani in lotta contro l’Unione Sovietica negli anni Ottanta del secolo scorso.