Sono stati allestiti veri e propri campi con amache, case sull’albero alte fino a 11 metri e striscioni: in Germania un gruppo formato da un centinaio di ambientalisti ha occupato un’area naturale che sarebbe destinata ad essere smantellata in favore di una nuova ala della Gigafactory, la fabbrica Tesla che rappresenta il principale polo industriale in Europa per la casa automobilistica di Elon Musk. La sede, che potrebbe ospitare fino a 12 mila dipendenti e produrre fino a 500 mila auto all’anno, dovrebbe essere ampliata a breve in un’area adiacente, destinata ad ospitare una stazione merci, magazzini ed un asilo aziendale. Tuttavia, per realizzare l’impianto servirebbe disboscare circa 120 ettari di foresta appartenenti ad un’area di protezione delle acque potabili e per questo motivo gli attivisti del movimento “Stop Tesla” e “Robin Wood” hanno deciso di occupare la zona. L’azione seguirebbe inoltre l’esito di un referendum non vincolante ma nel quale quasi i due terzi dei cittadini di Grünheide si sono espressi contro l’ampliamento della fabbrica.

Un’attivista mascherata nel bosco. Credit: Picture Alliance/dpa/Patrick Pleul

“Vogliamo ostacolare la distruzione della zona. Più a lungo dura l’occupazione meglio è”, hanno dichiarato due portavoce dell’iniziativa. Molti attivisti sono coperti con cappucci e sciarpe e sono accampati nella zona da giorni grazie alla disponibilità di borse dell’acqua calda e di rifugi improvvisati costruiti a poche ore dall’inizio della mobilitazione. La polizia, per ora, ha deciso di mantenere un profilo basso: ha commentato che le proteste potrebbero continuare almeno fino al 15 marzo annunciando che, allo scopo di scongiurare qualsiasi pericolo, è in lavorazione un avviso di prescrizione che potrebbe consistere nel divieto di accedere ai vicini impianti ferroviari. La conferma definitiva sull’eventuale sviluppo e ampliamento della fabbrica, invece, dovrebbe arrivare a maggio dal consiglio comunale.

Sono stati poi appesi striscioni con slogan come “L’acqua è un diritto umano”, “Foresta invece di fabbrica di mostri” e “Le auto pulite sono una sporca bugia”, accompagnati poi da manifesti sulle conseguenze dell’estrazione del litio per le batterie: sono queste le denunce esposte dagli attivisti tedeschi, che chiedono che Tesla, il Comune ed il governo facciano tutto il possibile per fermare l’espansione della fabbrica e promuovere una transizione dei mezzi di mobilità. Inoltre, l’azione seguirebbe anche il risultato di un sondaggio tra i residenti di Grünheide – il Comune dove è situata l’azienda – che ha visto quasi i due terzi dei partecipanti esprimersi contro l’ampliamento previsto ed è sostenuta dall’iniziativa popolare Grünheide, che si è detta “sorpresa”della campagna, invitando al contempo il Primo Ministro del Brandeburgo Dietmar Woidke a visitare il campo ed a parlare con gli occupanti.

Infine, tra le misure contestate vi è lo smaltimento delle acque reflue, che secondo alcune misurazioni avrebbe superato determinati valori critici. “Alla popolazione locale qui viene rubata l’acqua. E da dove provengono le materie prime per le automobili, invece, le persone sono esposte allo sfruttamento”, ha dichiarato un altro portavoce degli attivisti.

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