Mi è bastato guardare mezz’ora di telegiornale TVE 24 horas della TV spagnola, per capire che in Europa viviamo dentro una macchina dell’informazione al servizio del sistema o, quantomeno, figlia dello stesso.

Il TG era strutturato molto bene, con un equilibrio fra notizie di interesse diretto della popolazione, politica interna ed estera. Tuttavia, pur cercando di approfondire un minimo le notizie, per il brevissimo tempo che i servizi televisivi permettono e lasciando trasparire interrogativi volti a problematizzare i fatti presentati, la selezione delle notizie rimaneva molto eurocentrica e parziale e spesso filtrata dalle lenti di chi gestisce l’agenda informativa.

Davanti a ogni avvenimento di politica estera riportato, la seconda parte del servizio si apriva con: “Che cosa stanno facendo gli Stati Uniti al riguardo?”, ovvero come risponde la prima potenza mondiale davanti all’accaduto? Nessuno dei fatti riportati (guerra in Ucraina e conflitto Israele-Palestina) si svolgeva in territorio statunitense. Perché allora non viene posta all’ascoltatore la domanda: “Che cosa stanno facendo l’Unione Europea o i Paesi confinanti al riguardo, o come si stanno muovendo i Paesi Non Allineati[1]?

Implicitamente (e nemmeno troppo), gli Stati Uniti vengono riconosciuti come il modello da seguire, come coloro che intervengono nei conflitti di altre nazioni, legittimando quindi questo ruolo. Sicuramente sono una potenza nucleare e hanno un impatto sull’economia mondiale non indifferente, ma perché dobbiamo sempre e solo ascoltare la loro parte degli Stati Uniti, in ogni notizia dagli esteri? Ampliare l’obiettivo della macchina fotografica con cui il sistema informativo mostra gli avvenimenti del mondo agli ascoltatori aiuterebbe sicuramente ad equilibrare il pensiero, se non a stimolare una visione più ampia del mondo.

Un secondo servizio sempre della TV spagnola approfondiva il problema della siccità nella comunità autonoma catalana. Le immagini di paesi sommersi dall’acqua da più di cinquant’anni e adesso riportati alla luce a causa della mancanza di piogge è impressionante, così come le proteste degli agricoltori, la cui situazione viene aggravata dalla siccità. Ma ancora più impattante è stata per me la testimonianza di un intervistato di WWF Spagna, eccellente analista e oratore, che ha spiegato la necessità di investire in riutilizzo delle acque pulite o purificate e nella creazione di impianti di desalinizzazione dell’acqua di mare. Durante il dialogo con la giornalista, volto ad approfondire le cause del problema, le possibili soluzioni a breve e medio termine e l’impatto sulla popolazione, l’intervistato ha sottolineato più volte la necessità di prendere misure eccezionali nell’immediato, ma anche l’importanza di investire fin da ora nella purificazione e riutilizzo delle acque e nella desalinizzazione. Una delle parole più usate è stata proprio “investire”. Questa posizione è ben lungi dall’inversione di tendenza del sistema di consumo della nostra società (mi riferisco al Nord Globale), ma evidentemente parlare di riconvertire il sistema, di cambiare rotta, di consumare meno fa paura e non è gradito ai poteri che i maggiori mezzi di informazione continuano a servire.

La mia non è una critica né alla TV spagnola, né a chi è intervenuto nei diversi servizi giornalistici. Si notava che stavano facendo un ottimo lavoro, ma il punto è chiedersi: serve veramente a qualcosa fare un ottimo lavoro mantenendosi dentro la scatola in cui il sistema relega l’informazione?

Tutte le volte che torno in Europa dall’America Latina mi sorprendo di come le risorse finite (per esempio acqua, luce e gas) vengano utilizzate come se fossero infinite. Sicuramente si sono fatti moltissimi passi avanti, per esempio nella riduzione e separazione dei rifiuti, così come in tanti altri settori. Voglio però concludere questo articolo, che spero ci aiuti a guardare sempre più a fondo nell’informazione che riceviamo, con una notizia a conclusione del servizio di oggi sull’emergenza siccità: una delle misure drastiche appena prese in Catalogna è la riduzione del consumo di acqua potabile per persona a 200 litri al giorno[2]. Sì, proprio duecento litri al giorno!

[1]    https://it.wikipedia.org/wiki/Movimento_dei_paesi_non_allineati#:~:text=Il%20Movimento%20dei%20Paesi%20non,contro%2C%20le%20principali%20potenze%20mondiali.

[2]    https://web.gencat.cat/es/actualitat/detall/241601_sequera