Il Sarvodaya Day viene celebrato ogni anno presso la Workers’ Home di Gandhigram per commemorare la memoria del leader Sarvodaya Jagannathan. Nell’11 anniversario dalla sua scomparsa è stata organizzata una conferenza di due giorni tenutasi il 10 e 11 febbraio 2024 che ha visto coinvolti relatori indiani e internazionali, ma anche gli studenti che frequentano l’università al Gandhigram Rural Institute e gruppi locali, con la presenza dei membri della famiglia del leader Jaganathan: la moglie e compagna di mille lotte Krishnammal, la figlia Sathya e il figlio Bhoomikumar.

Jagannathan e Krishnammal, ispirati dal Mahatma Gandhi, hanno profuso impegno costante nella protesta contro le ingiustizie sociali e nella promozione dei diritti delle popolazioni più vulnerabili in India, sostenendo la ridistribuzione della terra alle popolazioni rurali senza terra.  Questo era da loro considerato un elemento essenziale per costruire una società più equa e garantire uno sviluppo sostenibile.

Gandhigram è un villaggio nato secondo lo spirito gandhiano, una vasta distesa di terra che è diventata un alveare di attività negli ultimi 50 anni, dando vita a un gran numero di istituzioni di assistenza sociale, educative e medico-sanitarie e di sapere artigianale. L’autosufficienza e autoproduzione, con la valorizzazione del sapere artigianale e manuale era uno dei principi cardine di Gandhi, necessario per boicottare le merci straniere e mantenere vivo lo spirito Swadeshi, della libertà, mettendo al centro la comunità rurale e lo sviluppo olistico dell’uomo. A Gandhigram, infatti, si possono trovare prodotti alimentari, medicine naturali, spezie e incensi, saponi naturali, e quant’altro oltre agli indumenti realizzati con il khadi, ovvero il cotone leggerissimo che era tanto caro a Gandhi, e colorati con l’uso delle tinture naturali.

Il tema affrontato quest’anno durante i seminari ha riguardato la salute mentale dei giovani e il loro ruolo nella costruzione della pace, a livello personale, familiare e sociale. La discussione si è arricchita con esperienze provenienti anche da altri paesi, come la Svezia e il Congo. Dalla salute mentale dei ragazzi al capitalismo e mito dello sviluppo, dallo sfruttamento del lavoro minorile alla disoccupazione giovanile, dal rigido sistema familiare al bisogno di indipendenza, e così via, sono tantissime le tematiche affrontate del corso delle due giornate. Sono stati presenti inoltre momenti culturali con musiche e canti e  momenti di condivisione e ringraziamenti sentiti nei confronti di Jagannathan e Krishnammal che hanno dedicato la loro vita all’attivismo per lo sviluppo sostenibile insieme agli oppressi, e in particolare i Dalit e i senza terra, alcuni di questi presenti alla manifestazione.

Jagannathan dedicò tutta la sua vita alla lotta per la libertà, fondando la casa dei lavoratori edili a Gandhigram; nel 1958, Martin Luther King visitò con Jagannathan questa casa. Tantissime le lotte, l’impegno sociale e il cambiamento generato nella vita di moltissimi agricoltori, salvaguardando la madre terra dall’uso industriale del territorio. Nel 1936 Jagannathan incontrò il Mahatma Gandhi, con cui aveva avuto uno scambio che segnò profondamente la sua vita e che fece di lui un Sarvodaya Leader.

Sarvodaya è un termine di origine sanscrita che significa “elevazione universale” o “progresso di tutti”. Il termine fu concepito per la prima volta dal Mahatma Gandhi come ideale della propria filosofia politica: un movimento sociale per garantire autodeterminazione e uguaglianza per raggiungere tutti gli strati della società indiana. L’impegno per i dalit, ovvero i senza casta o gli “intoccabili” e per chi non aveva terra è stato principio di tantissime lotte da parte di Jagannathan e Krishnammal.

Krishnammal nata in una famiglia Dalit senza terra, è stata la prima donna diplomata nel suo villaggio. Nonostante provenisse da una famiglia povera, completò gli studi universitari e si unì al Movimento Gandhiano Sarvodaya, dove incontrò suo marito  Jagannathan. Dare forza e potere alle donne Dalit era diventata la sua missione di vita, organizzò incessantemente gruppi di donne per risolvere i conflitti tra i proprietari terrieri e le donne che lavoravano nei campi e lavorò instancabilmente per liberare 26000 donne dalla schiavitù e ridistribuire loro 24000 acri di terra.

Krishnammal e Jagannathan fondarono LAFTI (Land for Tillers’ freedom), una organizzazione senza scopo di lucro, in cui più 15000 famiglie Dalit non solo si sono liberate da una condizione di sottomissione, ma soprattutto sono diventate imprenditrici e padrone del proprio destino.

Krishnammal, che ha 97 anni, è stata presente alle due giornate di commemorazione per il marito Jagannathan in modo attivo e partecipato, è ancora oggi guida e sostegno per migliaia di marginalizzati in India; ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale negli ultimi anni, come il Premio Nobel Alternativo nel 2008.