La famiglia liberale è stata al potere per 24 dei 50 anni promessi da Abdoulaye Wade.

La loro politica alimenta un’economia coloniale, in particolare vendendo i diritti di pesca all’Unione Europea e alla Cina, vendendo il petrolio e il gas della Casamance a compagnie straniere (in contrasto con gli impegni della COP28) e autorizzando la presenza di forze armate francesi sul loro territorio. Tutto questo continua per il profitto di pochi, facendo sprofondare nella miseria la popolazione senegalese, soprattutto i giovani, che possono solo pensare di fuggire o di morire nelle acque dell’Atlantico.

Oggi, questi liberali e i loro sponsor sono paralizzati dalla prospettiva che un partito vada al potere portando un programma radicale e una nuova generazione. L’ultimo stratagemma che stanno mettendo in atto non ha a che fare con l’invalidazione della candidatura di Karim Wade, ma piuttosto con la convalida della candidatura di Diomaye Faye. Pensavano di aver eliminato il Pastef con la destituzione di Ousmane Sonko, ma non avevano previsto il contrattacco di Sonko.

Sanno che perderanno le elezioni e perderanno tutti i loro privilegi e prebende. Nel disperato tentativo di rimediare, si riuniscono in famiglia per provare un ultimo colpo. Tutto questo complotto mira a Diomaye e non affatto a Karim, ma gli fanno portare avanti l’iniziativa per scagionare il potere. È nauseante.

Nel suo discorso di 3 minuti, il Presidente ci ha detto: (1) disfunzione delle istituzioni, che non funzionano correttamente, (2) cancellazione delle elezioni, (3) dialogo e (4) elezioni inclusive… uno di questi giorni. In altre parole, siamo in “crisi”. Ma in realtà questa è opera sua.

Poiché sappiamo che le nostre istituzioni sono state rese disfunzionali dai pasticci di Abdoulaye Wade, che ha introdotto aggiustamenti salariali arbitrari, ha deciso nomi fantasiosi, si è compiaciuto di un nepotismo sfacciato, creando agenzie a tutto spiano, ha installato una corruzione diffusa. Così tanto che sono stati convocati gli Stati Generali Nazionali e il suo successore ci ha promesso una gestione sobria e virtuosa.

Se il Presidente Macky Sall ha individuato dei malfunzionamenti, ne è pienamente responsabile. Stando così le cose, come si possono equiparare i malfunzionamenti a una crisi? Quando le sentenze dei tribunali vengono ignorate clamorosamente dal Dipartimento elettorale, si tratta di un malfunzionamento creato dall’Esecutivo, ma non di una crisi. Quando Macky Sall incarica i suoi alti funzionari di andare a contestare le elezioni, questo crea un malfunzionamento nell’Amministrazione. Quando Macky Sall sceglie il Presidente dell’Assemblea Nazionale violando il principio della separazione dei poteri, è fonte di malfunzionamenti ricorrenti. Da quando Macky Sall è entrato in carica, ci siamo abituati alle disfunzioni delle istituzioni, che sono diventate la norma. Dov’è la crisi?

Come può discolparsi delle proprie scorrettezze? Chi ha chiuso l’università? Chi ha deciso di bloccare la Casamance? Chi ha deciso di chiudere Wal’Fajiri (una società di media)? Chi ha deciso di vietare sistematicamente tutte le manifestazioni pacifiche? Un regime disperato.

In assenza del tanto desiderato “caos”, il Presidente, come un illusionista, ci informa dell’esistenza di un “caos istituzionale” per giustificare la sua decisione di annullare le elezioni presidenziali.

Dov’è questo “caos istituzionale”? Il Consiglio costituzionale ha completato la prima parte del suo lavoro e, a prescindere dalle frustrazioni, le sue decisioni non sono soggette a ricorso. Quindi stiamo andando avanti. Se l’APR (Alliance Pour la République, coalizione della maggioranza presidenziale) e il PDS (Parti Démocratique Sénégalais, di tendenza liberale) costringono l’Assemblea nazionale a istituire una commissione d’inchiesta su accuse che loro stessi hanno mosso senza prove contro due membri del Consiglio costituzionale, ben venga. Dov’è la crisi? Dov’è il caos? Dov’è l’importanza di far votare i suoi adepti per annullare/posticipare le elezioni presidenziali al 15 dicembre 2024?

Non c’è quindi alcun motivo istituzionale per rinviare, e tanto meno annullare, le elezioni presidenziali. È semplicemente una farsa, l’ennesima di un presidente che ci ha abituato alle sue bugie, ai suoi tradimenti e al disprezzo che ha per il popolo senegalese.

Inventa una crisi, annulla le elezioni e propone un ennesimo dialogo. È forse impazzito al punto da affidarsi unicamente alla forza, alla violenza e alla paura?

In ogni caso, ha deciso di unirsi al gruppo dei dittatori africani. Il destino è simile per tutti:  fuga,  prigione o  colpo di Stato. Cosa gli fa pensare che il suo destino sarà diverso? Perché è più intelligente? Se fosse stato intelligente, non avrebbe scelto la dittatura.

Da parte nostra, noi umanisti crediamo di avere una sfida da raccogliere: continuare la nostra iniziativa per denunciare tutti gli eccessi di questo regime e proporre alternative nonviolente alla situazione attuale.

No al rinvio delle elezioni al 15 dicembre 2024 !!!!

Macky Sall deve dimettersi il 2 aprile, termine ultimo per la fine del suo secondo e ultimo mandato!

Secondo la Costituzione, in questo caso, il Presidente dell’Assemblea lo sostituisce e organizza le elezioni entro un massimo di 3 mesi!!!

Per raggiungere questo obiettivo:

Appello alla disobbedienza civile !!!!

Sit-in !!!!

Blocco generale !!!!

Sciopero generale con tutti i sindacati dei lavoratori!

Uniti nella mobilitazione nonviolenta, respingeremo il Mostro!!!

 

(traduzione di Anna Perno)