In Francia, con la scusa di reprimere le “sette”, si cerca di imporre la “scienza di Stato”. Il Parlamento francese, su proposta del governo Macron, ha infatti approvato nei giorni scorsi un emendamento all’articolo 4 della legge sulla “Lotta alle aberrazioni settarie”, che introduce una pena fino a tre anni di reclusione e un’ammenda fino a 45.000 euro per chiunque esprima “esitazione vaccinale” sui vaccini anti-Covid. Secondo la legge – votata in blocco dalla destra, dall’estrema destra e dai socialisti francesi – si può dibattere su tutto: chemioterapici vari, libertà di scelta vaccinale, obbligatorietà vaccinale, vaccinazioni in generale, ma non sui vaccini m-RNA. Quest’ultimi sono stati legalmente blindati, protetti con una sorta di scudo penale che non consentirà a nessuno di metterne in discussione l’efficacia o la sicurezza, nemmeno davanti a prove contrarie. È punita con un anno di reclusione e un’ammenda di 15.000 euro anche il semplice invito «ad astenersi» dal seguire un trattamento medico terapeutico o profilattico, come ad esempio un vaccino, allorché tale abbandono o astensione venga presentato come benefico per la salute delle persone interessate quando invece, allo stato delle conoscenze mediche, ciò sia chiaramente suscettibile di comportare gravi conseguenze per la loro salute fisica o psicologica, tenuto conto della patologia di cui soffrono. È punibile con le stesse sanzioni la provocazione ad adottare pratiche presentate come aventi scopo terapeutico o profilattico nei confronti delle persone interessate allorché è evidente, allo stato delle conoscenze mediche, che tali pratiche espongono le stesse ad un rischio immediato di morte o di lesioni tali da comportare mutilazioni o invalidità permanente. Questo significa che anche terapie considerate alternative ai protocolli ufficiali non devono essere utilizzate, prevedendo la sanzione per chi le raccomanda. Insomma, la Francia non tollererà più comportamenti come quello del professor Didier Raoult, ex-primario infettivologo dell’IHU Mediterranee di Marsiglia, che fin dagli inizi della Covid-19 curò con successo i suoi pazienti grazie all’idrossiclorochina, all’eparina e agli antinfiammatori.

È qualcosa che non si è mai visto nella storia della Medicina, ovvero la promulgazione di un dogma laico dell’infallibilità di un prodotto farmaceutico” – ha affermato il dottor Paolo Gulisano, tra i più grandi sostenitori delle cure domiciliari in fase precoce ai tempi della Covid-19.

Questo provvedimento legislativo è stato ironicamente definito “emendamento Pfizer” in quanto di fatto equipara la “libertà di scelta terapeutica, di trattamento e di cura” a una «deriva settaria» e criminalizza chiunque sconsigli trattamenti medici che siano «evidentemente idonei» sulla base delle attuali conoscenze mediche. In realtà viene sancita una sorta di «verità scientifica di Stato». Se questo significa «lotta alle derive settarie», la deriva opposta è quella verso un controllo dispotico della scienza in favore di uno scientismo dogmatico, dell’informazione a discapito dell’informazione nonviolenta e critica, del pensiero in favore del conformismo. L’unico ad opporsi criticamente è stato La France Insoumise, partito di sinistra guidato da Jean-Luc Mélenchon, che ha denunciato questo provvedimento (traduzione in italiano)come una “minaccia per la libertà”.

Le nostre libertà costituzionali fondate sui principi di libertà di scelta e diritti umani, tra cui in primis l’inviolabilità dell’integrità umana, l’intangibilità del corpo, la dignità umana e la libertà d’espressione, vengono completamente erose, sacrificate sull’altare del “progresso scientifico” e rinnegate dai rappresentanti che il popolo sovrano aveva eletto. Sembra quasi che la difesa dell’intoccabilità della tecnologia mRNA, già canonizzata con i Premi Nobel per la Medicina 2023 al soldo di Pfizer (nonostante le enormi lacune e precedenti fallimenti) stia diventando sempre più intransigente.

La giustificazione governativa è quella di fermare la disinformazione, ovvero una informazione diversa da quella ufficiale. È una indicazione precisa che viene dall’Organizzazione Mondiale della Salute, ed è uno dei punti fondamentali del Trattato Pandemico che dovrà a breve essere approvato1. Quanto è stato deciso dal Parlamento francese, può costituire un significativo precedente” – ha scritto il Dottor Gulisano.

Proprio in base a questa legge, la Francia sarà uno dei cinque Paesi in cui Google lancerà una campagna «anti-disinformazione» in vista delle elezioni europee, quando i cittadini dell’UE eleggeranno un nuovo Parlamento europeo per approvare politiche e leggi, e molti temono che la diffusione della controinformazione online possa influenzare gli elettori. Jigsaw di Google pubblicherà annunci su TikTok e YouTube in Belgio, Francia, Germania, Polonia e infine anche in Italia, utilizzando tecniche di prebunking per aiutare gli spettatori a identificare i «contenuti manipolativi» prima di incontrarli. Agli spettatori che guardano gli annunci su YouTube verrà chiesto di compilare un questionario su ciò che hanno appreso sulla disinformazione. Da molti anni, prima nelle situazioni di conflitto e poi con la crisi sanitaria da Covid-19, la “lotta alle fake news” non ha agito contro la disinformazione ma è diventata un’ arma politica strumentale per fabbricare consenso e reprimere il dissenso, arrivando anche a oscurare e censurare i siti di controinformazione indipendente. Per opporsi al dominio delle opinioni e all’omologazione dell’informazione mainstream sarebbe opportuno organizzarsi in siti di contro-debunking per difendere l’autorevolezza della controinformazione indipendente.